Don Battista Borsato "Ha molto amato

XI Domenica – Tempo ordinario - (12/6/2016)
Ha molto amato
In quel tempo, uno dei farisei invitò Gesù a mangiare con lui. Egli entrò nella casa dei fariseo e si
mise a tavola. Ed ecco, che una donna, una peccatrice di quella città, saputo che si trovava nella casa del fariseo, portò un vaso di profumo; stando dietro, presso i piedi di lui, piangendo, cominciò a bagnarli di lacrime, poi li asciugava con i suoi capelli, li baciava e li cospargeva di profumo. Vedendo questo, il fariseo che l’aveva invitato disse tra sé; “Se costui fosse un profeta, saprebbe chi è, e di quale genere è la donna che lo tocca: è una peccatrice!”. Gesù allora gli disse: “Simone, ho da dirti qualcosa”. Ed egli rispose: “Dì pure, maestro”. “Un creditore aveva due debitori: uno gli doveva cinquecento denari, l’altro cinquanta. Non avendo essi di che restituire, condonò il debito a tutti e due. Chi di loro dunque lo amerà di più”. Simone rispose: “Suppongo sia colui al quale ha condonato di più. Gli disse Gesù: “Hai giudicato bene”. E, volgendosi verso la donna, disse a Simone: “Vedi questa donna? Sono entrato in casa tua e tu non mi hai dato l’acqua per i piedi; lei invece mi ha bagnato i piedi con le lacrime e li ha asciugati con i suoi capelli. Tu non mi hai dato un bacio; lei invece, da quando sono entrato, non ha cessato di baciarmi i piedi. Tu non hai unto con olio il mio capo; lei invece mi ha cosparso i piedi di profumo. Per  questo io ti dico: sono perdonati i suoi molti peccati, perché ha molto amato. Invece colui al quale si perdona poco, ama poco”. Poi disse a lei: “I tuoi peccati sono perdonati”. Allora i commensali cominciarono a dire tra sé: “Chi è costui che perdona anche i peccati?”. Ma egli disse alla donna: “La tua fede ti ha salvata; va’ in pace!”.

L’episodio riporta una scena sconvolgente. Noi non riusciamo a cogliere il vigore di questo sconvolgimento perché ci è difficile entrare nel clima religioso e sociale del tempo di Gesù. Ci troviamo di fronte a due realtà antitetiche, opposte: c’è la realtà del fariseo Simone, una realtà altamente religiosa segnata da pratiche religiose puntuali ed esigenti (i farisei erano pervasi da una risoluta religiosità) e la realtà di una donna, peccatrice della città, cioè chiaramente prostituta. E questa donna ha il coraggio di varcare la soglia della casa del fariseo, cosa proibitissima dalla legge, per incontrare Gesù. Già qui c’è forse il messaggio più sconcertante: la donna non guarda le regole, guarda Gesù, lo vuole avvicinare. L’amore rompe ogni barriera sociale e religiosa. Per lei prima c’è Gesù e poi le regole e le leggi. E forse anche Gesù avrà imparato da questa donna a mettere le persone prima e sopra le leggi e a dire che il “sabato è per l’uomo e non l’uomo per il sabato”.
Per chiarezza di esposizione, e anche di accentuazione, vorrei soffermarmi su tre espressioni del Vangelo di oggi:

“Uno dei farisei lo invitò a mangiare da lui”. Più volte ho sottolineato che Gesù andava spesso ai pranzi e alle cene  e ci andava per due motivi principali: per segnalare che la sua proposta è per la gioia degli uomini e delle donne di cui il pranzo o la cena sono un simbolo, ma ci andava anche per offrire e ricevere amore. La cena è uno scambio di amicizia e di amore: amicizia e amore che devono coinvolgere tutti i partecipanti alla cena. Il mangiare insieme contiene l’invito ad avere e coltivare relazioni di amore e di amicizia.
Anche la Messa è una cena: ci incontriamo con l’amore di Gesù che ci invita ad assumere il suo progetto e ad amarci tra di noi che è poi il suo vero progetto: che gli uomini si amino e siano una cosa sola.
Ma Gesù accetta pure l’invito di un fariseo che era un suo avversario perché non condivideva il suo pensiero. Ma Gesù non si lega solo agli amici, a quelli che pensano come lui, va da tutti, anche nemici e avversari e va per offrire anche a loro il suo amore: Gesù ama tutti.
Anche la Messa è un incontro di tutti: uomini e donne, peccatori e giusti, ricchi e poveri, bianchi e neri; Gesù vuole che ci amiamo come siamo, ma che troviamo nell’Eucarestia il momento per ripensarci e rinnovarci. Chi sarà bianco accoglierà il nero, chi è ricco si farà accogliente di chi è povero. Chi è uomo cercherà di capire i valori e i doni della donna. Non è un incontro “qualunquista”, ma un incontro che deve interrogare le scelte e il modo di vivere di ciascuno per crescere nell’accoglienza e nella solidarietà.
I ricchi che siederanno a mensa con i poveri non potranno non accorgersi delle loro sofferenze e bisogni e non potranno non sentirsi spinti a condividere un po’ di quanto possiedono!

“Tu non mi hai dato un bacio; lei invece da quando sono entrato non ha cessato di baciarmi i piedi”. In questa espressione si scorge un Gesù bisognoso di affetto, un Gesù che desidera essere amato. Il bacio è il simbolo dell’amore e la donna che bacia i piedi di Gesù e li bagna con le sue lacrime e li asciuga con i suoi capelli è il segno eloquente e grande dell’amore di lei per Gesù. E Gesù accetta di essere amato. Io dico spesso che Gesù era una persona bisognosa di affetto! Noi avendo considerato Gesù solo o principalmente come Dio, ne abbiamo oscurato la sua umanità fatta di fragilità e di debolezza. Gesù era certamente tenace nelle sue idee che portava avanti con coraggio, ma era pure un uomo che avvertiva la debolezza e desiderava di essere rincuorato dall’affetto e dall’amore delle persone. Era un uomo come tutti, un uomo, appunto bisognoso di affetto. Il cercare l’amore è ammettere la propria indigenza e povertà, ma è anche valorizzare l’attenzione e le premure di altri.
Quando uno non è amato, o non si considera amato, perde il suo equilibrio psicologico e questo può danneggiare lui e le persone con cui vive e lavora. Coltivare l’amore è uno degli impegni più urgenti perché l’uomo senza l’amore non si identifica e non si comprende. E Gesù è un uomo come tutti.
Da questo episodio però, risalta pure che egli riceve l’amore da persone non religiose (donna peccatrice) quelle religiose (Simone fariseo) si mostrano non solo distaccate, ma anche critiche. Spesso la religione educa alle pratiche religiose, ma non a sentimenti di simpatia e di affetto verso gli altri. È ciò che viene descritto nella parabola del buon samaritano dove le persone religiose non si fermano e guardano dall’altra parte, la persona non religiosa prova “compassione” e si prende cura..

“Sono perdonati i suoi peccati perché ha molto amato”. Questo “ha molto amato” si riferisce al grande amore di questa donna per Gesù. Il baciare i piedi, l’asciugarli con i capelli, cospargere di profumo il capo sono segni di un amore sconfinato, manifestato anche a costo di essere giudicata male. Questo amore cancella tutto un passato. L’amore è più forte del male e del peccato.
Il grande teologo e cardinale Congar in modo azzardato ma interrogante  si domanda: “Non potrebbe questa donna, pur dentro un mestiere fuori legge aver dato briciole di amore e di affetto alle persone? Chi può giudicare le intenzioni e i segreti dei cuori? Sta di fatto che Gesù dice: “Sono perdonati i suoi molti peccati, perché ha molto amato”!

Due piccoli impegni.

- Vivere la cena eucaristica come un invito ad amarci.
- Sentirci bisognosi di affetto.


Don Battista Borsato

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