Don Enzo BIANCO sdb "LASCIAMO PARLARE IL GRILLO PARLANTE!

12 giugno 2016 | 11a Domenica T. Ordinario - Anno C | Omelia
Raccontano che all'Hotel Royal di Miami, Stati Uniti, per molti anni è stato esposto nelle camere un
curioso cartello, che avvertiva la clientela: "Se non potete dormire, non lamentatevi dei nostri letti ma esaminate la vostra coscienza".
Questo invito a fare l'esame di coscienza forse è valido per tutti gli uomini e tutti i tempi. Vale per i clienti dell'Hotel Royal. Per il re Davide santo e peccatore, di cui parla la Prima Lettura. Per la peccatrice che ha lavato con le lacrime i piedi di Gesù. E vale per noi.

QUEI DUE ANTICHI PECCATORI

Nelle Letture ci si imbatte in quei due personaggi singolari, antichi peccatori, vissuti un migliaio d'anni di distanza l'uno dall'altro, e quindi lontani due e tremila anni da noi. Ambedue dal comportamento discutibile, a riprova delle eterne contorsioni del cuore umano.
- Il re Davide aveva fatto "ciò che è male agli occhi del Signore". Aveva dato ordine che uno dei suoi generali, Uria, cadesse nelle mani dei nemici e venisse ucciso in battaglia. Intanto Davide si era preso in moglie la moglie del generale.
- Quanto alla donna che in casa del ricco fariseo Simone lava con le sue lacrime i piedi di Gesù, è detto senza peli sulla lingua che era una peccatrice. Donna di malaffare. Donna perduta, che se colta in flagrante, secondo la legge di Mosè doveva essere lapidata.
Il grande romanziere russo Dostoevskij ha proposto nel titolo di un suo romanzo un binomio adatto a questi casi: "Delitto e castigo". Sembra inevitabile, quei due meritavano una severa punizione.

Invece le cose allora sono andate in modo diverso. Per prima cosa si ha in quei peccatori un'improvvisa presa di coscienza.
- Il profeta Natan si presenta al re Davide, gli rinfaccia la scelleratezza che ha compiuto. E Davide, come folgorato dal messaggero di Dio, prende coscienza del male compiuto, lo riconosce subito col cuore in gola: "Ho peccato contro il Signore!".
- Quanto alla peccatrice del Vangelo, si esprime con gesti eloquenti. Il banchetto in casa del fariseo Simone era cominciato, i commensali - come si costumava allora - stavano distesi sui cuscini, si sostenevano col braccio sinistro, e portavano il cibo alla bocca con la destra. I piedi in fuori. Lei ha portato con sé un vasetto di profumo, si mette accanto ai piedi di Gesù, e piange, e li bagna di lacrime. Poi li asciuga con i capelli e li cosparge di profumo.
Quel certo Dostoevskij romanziere russo, se avesse utilizzato i due peccatori della liturgia a protagonisti delle sue opere, avrebbe potuto intitolarle "Delitto e pentimento".

Infatti i racconti proposti dalla liturgia si dipanano in modo drammatico, ma ambedue con l''happy end, il lieto fine.
- Davide ha appena ammesso con angoscia la gravità del suo delitto, e il profeta Natan lo spiazza dichiarando: "Il Signore ha rimosso il tuo peccato". Gli dichiara subito che è perdonato.
- Quanto alla peccatrice, Gesù evidenzia il valore delle lacrime che la poveretta ha versato: "Sono perdonati i suoi molti peccati, perché ha molto amato".
A questo punto Dostoevskij potrebbe cambiare i titoli scrivendo in copertina: "Delitto e perdono".

Viene allora da domandare: cos'ha reso possibile l'happy end, cos'ha provocato il clamoroso capovolgimento finale? Possiamo dire: Dio ha un alleato segreto nel cuore dell'uomo: la coscienza. Quella che avverte e giudica, e non lascia dormire.

QUANDO EMERGE LA COSCIENZA

La coscienza vorrebbe ristabilire la verità. È capace di denunciare il vaneggiamento dei sensi e il torpore dello spirito. Si mette a gridare ciò che è bene e ciò che è male. Quando accade, si diventa trasparenti davanti ai nostri occhi, e davanti a Dio. Allora sappiamo riconoscere la colpa, e allora Dio ci dona il suo perdono.

La coscienza, fondamentale nell'uomo. Illumina la nostra vita, le dà sapore, orienta nelle scelte da compiere. "La coscienza è la scienza del cuore", spiegava san Bernardo ai suoi monaci. Altri l'hanno considerata un cane da guardia che abbaia al peccato. Secondo Pascal "la coscienza è il miglior libro di morale che abbiamo, quello che si deve consultare di più".
Ma anche, "La coscienza è la sostanza più elastica del mondo" (Edward Bulwer-Lytton). Possiamo ignorarla e mettere il silenziatore alla sua voce. Così risulta come il solletico, che alcuni patiscono e altri no. Alcuni - ha osservato Leo Longanesi - "quando il campanello della loro coscienza squilla, fanno finta di non essere in casa".

Proviamo a confrontare due personaggi che nel Vangelo si trovano accanto a Gesù. Oltre alla peccatrice, c'è anche il ricco fariseo Simone, che ha invitato il Signore a casa sua.
Simone risulta superficiale e prevenuto. Guarda Gesù con curiosità e sospetto, e in realtà non lo capisce. Ha perfino tralasciato le norme del galateo che si usano verso gli ospiti di riguardo. Si ritiene sano ed è malato, giusto ma rimane peccatore, lungimirante e invece è cieco. Passa davanti al mistero di Dio, e neppure lo sfiora. Incosciente, cioè senza coscienza.
Al contrario quella poveretta ha intuito qualcosa del segreto di Gesù. Compie verso di lui i gesti di cortesia che il padrone di casa gli ha negato. Percepisce in Gesù il mistero di Dio. Scopre anche la verità su di sé, una verità inquietante, e pensa di cambiare vita. Ora si dispone al bene, nonostante la sua miseria interiore. Docile alla voce della sua coscienza, risale dall'abisso della perdizione e trova il perdono e la pace.

IL RUOLO CHE LA COSCIENZA SVOLGE

Ora a noi capire il ruolo che la coscienza svolge nella vita. Diceva Gandhi, indiscusso maestro di spirito: "L'unico tiranno che accetto in questo mondo, è la silenziosa piccola voce dentro di me".
Ma di fatto noi possiamo sentirla come fastidiosa e molesta, e cercare di soffocarla. Con l'astuzia di Pinocchio, che con una martellata schiacciò il grillo parlante.
Pinocchio era un burattino di legno, desiderava diventare un ragazzo normale in carne e ossa, e il grillo parlante cercava di suggerirgli come si fa. Ma Pinocchio lo spiaccicò sul muro.
La coscienza va educata. È la presenza della legge morale nel cuore dell'uomo. Conduce a Dio, ottiene la sua misericordia e il suo perdono. L'importante per noi è lasciar parlare il "grillo parlante".

Don Enzo BIANCO sdb
  Fonte:  www.donbosco-torino.it  

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