FIGLIE DELLA CHIESA,Lectio Divina" Come seguire Gesù"


XIII Domenica del Tempo Ordinario
Antifona d'ingresso
Popoli tutti, battete le mani,
acclamate a Dio con voci di gioia. (Sal 47,2)


Colletta
O Dio, che ci hai reso figli della luce
con il tuo Spirito di adozione,
fa’ che non ricadiamo nelle tenebre dell’errore,
ma restiamo sempre luminosi
nello splendore della verità.

Oppure:
O Dio, che ci chiami a celebrare i tuoi santi misteri,
sostieni la nostra libertà
con la forza e la dolcezza del tuo amore,
perché non venga meno la nostra fedeltà a Cristo
nel generoso servizio dei fratelli.

PRIMA LETTURA (1Re 19,16.19-21)
Eliseo si alzò e seguì Elìa.
Dal primo libro dei Re

In quei giorni, il Signore disse a Elìa: «Ungerai Eliseo, figlio di Safat, di Abel-Mecolà, come profeta al tuo posto».
Partito di lì, Elìa trovò Eliseo, figlio di Safat. Costui arava con dodici paia di buoi davanti a sé, mentre egli stesso guidava il dodicesimo. Elìa, passandogli vicino, gli gettò addosso il suo mantello.
Quello lasciò i buoi e corse dietro a Elìa, dicendogli: «Andrò a baciare mio padre e mia madre, poi ti seguirò». Elìa disse: «Va’ e torna, perché sai che cosa ho fatto per te».
Allontanatosi da lui, Eliseo prese un paio di buoi e li uccise; con la legna del giogo dei buoi fece cuocere la carne e la diede al popolo, perché la mangiasse. Quindi si alzò e seguì Elìa, entrando al suo servizio.

SALMO RESPONSORIALE (Sal 15)
Rit: Sei tu, Signore, l’unico mio bene.
Proteggimi, o Dio: in te mi rifugio.
Ho detto al Signore: «Il mio Signore sei tu».
Il Signore è mia parte di eredità e mio calice:
nelle tue mani è la mia vita. Rit:

Benedico il Signore che mi ha dato consiglio;
anche di notte il mio animo mi istruisce.
Io pongo sempre davanti a me il Signore,
sta alla mia destra, non potrò vacillare. Rit:

Per questo gioisce il mio cuore
ed esulta la mia anima;
anche il mio corpo riposa al sicuro,
perché non abbandonerai la mia vita negli inferi,
né lascerai che il tuo fedele veda la fossa. Rit:

Mi indicherai il sentiero della vita,
gioia piena alla tua presenza,
dolcezza senza fine alla tua destra. Rit:

SECONDA LETTURA (Gal 5,1.13-18)
Siete stati chiamati alla libertà.
Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Gàlati

Fratelli, Cristo ci ha liberati per la libertà! State dunque saldi e non lasciatevi imporre di nuovo il giogo della schiavitù.
Voi infatti, fratelli, siete stati chiamati a libertà. Che questa libertà non divenga però un pretesto per la carne; mediante l’amore siate invece a servizio gli uni degli altri. Tutta la Legge infatti trova la sua pienezza in un solo precetto: «Amerai il tuo prossimo come te stesso». Ma se vi mordete e vi divorate a vicenda, badate almeno di non distruggervi del tutto gli uni gli altri!
Vi dico dunque: camminate secondo lo Spirito e non sarete portati a soddisfare il desiderio della carne. La carne infatti ha desideri contrari allo Spirito e lo Spirito ha desideri contrari alla carne; queste cose si oppongono a vicenda, sicché voi non fate quello che vorreste.
Ma se vi lasciate guidare dallo Spirito, non siete sotto la Legge.

Canto al Vangelo (1Sam 3,9; Gv 6,68)
Alleluia, alleluia.
Parla, Signore, perché il tuo servo ti ascolta:
tu hai parole di vita eterna.
Alleluia.

VANGELO (Lc 9,51-62)
Prese la ferma decisione di mettersi in cammino verso Gerusalemme. Ti seguirò ovunque tu vada.
+ Dal Vangelo secondo Luca

Mentre stavano compiendosi i giorni in cui sarebbe stato elevato in alto, Gesù prese la ferma decisione di mettersi in cammino verso Gerusalemme e mandò messaggeri davanti a sé.
Questi si incamminarono ed entrarono in un villaggio di Samaritani per preparargli l’ingresso. Ma essi non vollero riceverlo, perché era chiaramente in cammino verso Gerusalemme. Quando videro ciò, i discepoli Giacomo e Giovanni dissero: «Signore, vuoi che diciamo che scenda un fuoco dal cielo e li consumi?». Si voltò e li rimproverò. E si misero in cammino verso un altro villaggio.
Mentre camminavano per la strada, un tale gli disse: «Ti seguirò dovunque tu vada». E Gesù gli rispose: «Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell’uomo non ha dove posare il capo».
A un altro disse: «Seguimi». E costui rispose: «Signore, permettimi di andare prima a seppellire mio padre». Gli replicò: «Lascia che i morti seppelliscano i loro morti; tu invece va’ e annuncia il regno di Dio».
Un altro disse: «Ti seguirò, Signore; prima però lascia che io mi congedi da quelli di casa mia». Ma Gesù gli rispose: «Nessuno che mette mano all’aratro e poi si volge indietro, è adatto per il regno di Dio».

Preghiera sulle offerte
O Dio, che per mezzo dei segni sacramentali
compi l’opera della redenzione,
fa’ che il nostro servizio sacerdotale
sia degno del sacrificio che celebriamo.
Per Cristo nostro Signore.

Antifona di comunione
Anima mia, benedici il Signore:
tutto il mio essere benedica il suo santo nome. (Sal 103,1)

Oppure:
“Padre, prego per loro, perché siano in noi una cosa sola,
e il mondo creda che tu mi hai mandato”, dice il Signore. (Gv 17,20-21)

Oppure:
Gesù mosse decisamente verso Gerusalemme
incontro alla sua passione. (cf. Lc 9,51)

Preghiera dopo la comunione
La divina Eucaristia,
che abbiamo offerto e ricevuto, Signore,
sia per noi principio di vita nuova,
perché, uniti a te nell’amore,
portiamo frutti che rimangano per sempre.

Lectio
Il v. 51 del cap. 9 del vangelo di Luca è importante perché divide la prima parte del vangelo che vede Gesù impegnato in Galilea, da questa seconda parte nella quale Gesù inizia il grande viaggio verso Gerusalemme. È un lungo, interminabile viaggio il cui racconto si distribuisce su dieci capitoli. Gesù fa confluire in questo suo cammino verso Gerusalemme tutta la sua missione: da ora in poi tutto si gioca e ruota attorno a questo viaggio. Non è una definizione quella che ci viene detta, non è una teoria; si parla di una persona, certo, ma si parla soprattutto di un viaggio, si parla di un esodo.
Gesù, con la sua morte, risurrezione e ascensione deve realizzare il nuovo esodo, che permetterà ai suoi di accedere a Dio con lui. D’ora in poi, in questa grande sezione del vangelo di Luca, tutto verrà definito in base al come ci si porrà davanti a Gesù che cammina verso Gerusalemme.

v. 51: “I giorni in cui sarebbe stato tolto dal mondo”, significa il tempo della Pasqua e dell’Ascensione. Letteralmente il testo dice: “Il giorno in cui sarebbe stato assunto dal mondo”; è il riferimento alla sua Assunzione. Ebbene, a questo punto della sua vita si potrebbe dire: l’ora sta per giungere e Gesù si mette in cammino verso questa ora, verso Gerusalemme, ma non solo; verso la morte, ma non solo; in realtà il suo viaggio è verso il Padre, è un ritorno al Padre attraverso Gerusalemme e la passione. Proprio perché è un viaggio attraverso Gerusalemme e la passione, richiede una decisione forte.
Traduzione letterale: “indurì il suo volto”, espressione semitica con cui Luca vuol sottolineare la risolutezza di Gesù nell’affrontare il viaggio verso Gerusalemme. Quando Dio aveva chiamato il profeta Ezechiele ad annunciare la distruzione di Gerusalemme, ed aveva annunciato ad Ezechiele l’opposizione da parte di tutto il popolo, lo aveva garantito così: “Non temere, io ti darò una faccia dura come la loro e una fronte dura come la loro, in modo che tu possa resistere, che l’opposizione della gente non ti impaurisca, non ti schiacci, non ti condizioni” (Ez 3, 8-9).
E nel Libro di Isaia, quando “il servo di Jahve”, è presentato con queste parole: “Ho presentato il dorso ai flagellatori, la guancia a coloro che mi strappavano la barba; non ho sottratto la faccia agli insulti e agli sputi. Il Signore Dio mi assiste, per questo non resto confuso, per questo rendo la mia faccia dura come pietra, sapendo di non restare deluso” (Is 50, 6-7).
Di fronte alla persecuzione “il servo di Jahve indurisce il volto”; vuol dire: rinnova la sua decisione di consacrazione all’obbedienza a Dio e non si lascia spaventare. L’opposizione degli altri non lo fa indietreggiare.
Si potrebbe ricordare quello che scriverà la lettera agli Ebrei, parlando di Gesù: “In cambio della gioia che gli era posta innanzi, si sottopose alla croce, disprezzando l’ignominia, e si è assiso alla destra del trono di Dio” (Eb 12, 2b).
Ha guardato la gioia, le promesse del Padre, la comunione con Dio come traguardo della sua vita, e tenendo fisso lo sguardo alla gioia non ha avuto paura di niente, della vergogna, dell’umiliazione, dell’ignominia; ha percorso la sua strada in una direzione diretta e si è assiso alla destra del trono di Dio. Il suo cammino dunque ha raggiunto realmente il traguardo.

v. 52:
Il termine samaritano non è connotato in senso geografico, ma deriva piuttosto da samerìm, custode della legge. In tempi lontani, gli Ebrei di Samaria si sono mescolati alle popolazioni importate dagli Assiri e per questo, al ritorno d’Israele dall’esilio di Babilonia, sono stati respinti dai Giudei come impuri. Da qui l’antica rivalità tra Giudei e Samaritani tenuti a distanza e disprezzati. È interessante sottolineare l’onestà dei Samaritani, che forse è una onestà solo cultuale.
Gesù non va ricevuto e il motivo per cui non va ricevuto è che lui cammina verso Gerusalemme.
v. 55:
Alcuni manoscritti antichi, riferiscono anche le parole di questo rimprovero: “Non sapete di che spirito siete, il Figlio dell’uomo, infatti, non è venuto per distruggere la vita degli uomini ma per salvarla”. Sono probabilmente manoscritti non originali, però un qualche copista ha colto il significato di quest’episodio. Vuol dire: non deve nascere nessun risentimento di fronte al rifiuto degli uomini, ma può nascere unicamente la sofferenza di fronte al no che gli uomini possono opporre alla salvezza.
I discepoli devono quindi imparare ad andare incontro alla gente con lo stile di Gesù: della misericordia, dell’amore e del perdono. È una novità per certi aspetti. Il brano richiama un episodio del Secondo libro dei Re, quando il re Acazia aveva mandato dei soldati a catturare il profeta Elia. Ed Elia li aveva inceneriti; aveva quindi usato il potere di Dio per difendere la propria vita (cfr. 2 Re 1, 9s).
Gesù non è così, non si difende, né si difenderà al momento della passione. I discepoli devono assumere uno stile nuovo e imparare quest’atteggiamento sorprendente di Gesù.

v. 58:
Gesù chiede a quelli che lo vogliono seguire di farlo con una forte decisione, perché il viaggio con Gesù significa diventare degli sradicati nel mondo, di non avere una tana, una sicurezza dove mettere il proprio riposo. Significa una decisione che non deve più ritornare indietro, che non deve essere accompagnata da dei “se”, dei “ma”; deve invece coinvolgere la vita dell’uomo totalmente e pienamente.

v. 59:
Ci sono due persone che sono chiamate a seguire il Signore, una invitata da Gesù, l’altra si presenta; però entrambi vorrebbero seguire il Signore sotto condizione: “Ti seguirò, ma prima lascia che vada a congedarmi da quelli di casa mia”; “Ti seguirò, ma prima lascia che io vada a seppellire mio padre”. Naturalmente non sono condizioni sbagliate o negative; però, sono condizioni.
La sequela di Gesù deve e vuole affermarsi come qualche cosa di assoluto. Le condizioni devono essere pian piano sostituite da una fiducia e da un abbandono più grande. Quando il discepolo risponde: “Signore, concedimi di andare a seppellire prima mio padre”, richiama un obbligo: seppellire i morti è una delle opere di misericordia doverose, secondo la tradizione d’Israele.
Questa evidentemente è una delle opere di misericordia più urgenti e importanti (proprio per questo viene presa come punto di riferimento). Il criterio è: il Regno di Dio deve stare prima dell’opera di misericordia più urgente e preziosa che si possa immaginare; la sequela di Gesù Cristo deve stare prima. Naturalmente, Gesù non vuole affermare che seppellire i morti è una cosa da poco; al contrario, proprio perché è una cosa da molto è presa come confronto, misura, riferimento. L’essenziale è che il Regno di Dio colga la libertà dell’uomo più ancora di qualunque altra esigenza o dovere.
v. 61:
Il verbo usato qui significa “salutare”, “prendere commiato” ma anche “abbandonare”, “rinunciare”.
Emerge da qui il tema molto caro a Luca della rinuncia a ogni bene come condizione per essere discepolo di Gesù.

v. 62:
Queste parole sono per gli annunciatori del vangelo, sono per gli apostoli, che devono lasciare tutto per andare dietro al Signore, ma hanno anche valore per tutti: la scelta del vangelo deve diventare una scelta radicale e senza riserve. Il criterio delle nostre scelte deve diventare il vangelo.
Mettere il regno di Dio prima di ogni altra cosa e mettere Dio al di sopra di tutto tanto da considerarlo come lo scopo supremo delle nostre scelte, questo vale per ogni cristiano.

Appendice
Le scelte di Gesù Cristo

Riflettete sul capitolo del Vangelo che il Signore ci ha donato. Abbiamo sentito la diversa condotta del Signore. Uno si offrì per seguirlo ed egli lo riprovò; un altro non osava ed egli lo stimolò; un terzo rimandava e gliene fece una colpa. Il primo disse: "Signore, ti seguirò dovunque andrai" (Lc 9,57). Dove troveresti maggiore prontezza e alacrità e dove troveresti maggiore idoneità di questo, che è pronto a seguire il Signore dovunque andrà? Ti sorprende che il buon Maestro e Signore Gesù Cristo, che invitò i discepoli con la promessa del regno dei cieli, abbia rifiutato uno così preparato? Ma, poiché quel Maestro era uno che conosceva il futuro, dobbiamo capire che questo uomo, se avesse seguito Cristo, avrebbe cercato il suo interesse e non quello di Gesù Cristo. Gesù stesso disse: "Non tutti quelli che mi dicono: Signore, Signore, entreranno nel regno dei cieli" (Mt 7,21). E questi era uno di quelli, ma non si conosceva, come lo vedeva il medico. Poiché se sapeva di fingere, se tramava un inganno, non sapeva con chi parlava. Di Gesù, infatti, dice l`Evangelista: "Non aveva bisogno che altri lo informasse intorno a qualcuno; sapeva da sé che cosa fosse in ogni uomo" (Gv 2,25). Che cosa rispose, allora? "Le volpi hanno tane e gli uccelli nidi, ma il Figlio dell`uomo non ha dove posare il capo". Ma dove il Signore non ha posto? Nella tua fede. Le volpi hanno tane nel tuo cuore; sei un ingannatore. Gli uccelli hanno nidi nel tuo cuore; sei superbo. Sei ingannatore e superbo, non mi seguirai. Come può un ingannatore andar dietro alla semplicità?
A un altro, che taceva e non prometteva niente, dice: "Seguimi" (Lc 9,59). Quanto male vide in quello, tanto bene vide in questo. "Signore", vai a dire: Seguimi a uno che non ti pensa? Mi rispondi: Rifiuto quello, perché vedo in lui tane, vi vedo nidi. Ma perché poi vai a infastidire questo? Tu lo stimoli e lui si scusa; lo forzi e non viene, lo esorti e non ti segue. Vedi che ti risponde: "Andrò prima a seppellire mio padre" (Lc 9,59)? La fede del suo cuore si manifestava al Signore; ma la pietà verso il padre gli faceva rimandare l`accettazione dell`invito. Ma il Signore, quando chiama gli uomini per il Vangelo, non vuole che s`interponga nessuna scusa di ordine temporale. Ma qui si tratta della legge di Dio, e il Signore stesso rimproverò i Giudei perché distruggevano i comandamenti di Dio, e anche Paolo dice. "Questo è il primo comandamento confermato da una promessa". Quale? "Onora tuo padre e tua madre" (Ef 6,2). E` certo Parola di Dio. Dunque, questo giovane voleva obbedire a Dio, seppellendo il padre. Ma si tratta di tempo, luogo e circostanze. Il padre dev`essere onorato e Dio dev`essere obbedito. Il padre dev`essere amato, ma Dio Creatore dev`esser preferito. Io, dice il Signore, ti chiamo per il Vangelo: mi sei necessario per un`altra cosa; questa è piú grande di quella che vuoi fare tu. "Lascia che i morti seppelliscano i loro morti" (Lc 9,60). Tuo padre è morto; ci son degli altri morti per seppellire i morti. Chi son questi morti che seppelliscono i morti? Può un morto esser seppellito da altri morti? Come possono fasciare, se sono morti? Come piangono, come portano al sepolcro, se son morti? Fasciano, piangono e portano, e son morti, perché sono infedeli.
Ha voluto insegnarci ciò che è scritto nel Cantico dei Cantici: "Mettete in ordine in me la carità" (Ct 2,4). Cos`è questo: "Mettete in ordine la carità"? Fate una graduatoria e date a ciascuno ciò che gli è dovuto. Non mettete prima ciò che sta indietro. Amate i genitori, ma mettete Dio al di sopra dei genitori. Pensate alla madre dei Maccabei: "Figlio, non so come apparisti nel mio ventre". Vi ho concepiti, vi ho partoriti; ma non vi ho fatti io. Ascoltate lui, allora; lui è da più di me. Non vi preoccupate che io rimanga senza di voi. Così disse e fu obbedita (2Mac 7). Ciò che questa madre insegnò ai figli, il Signore Gesù Cristo lo insegnò a quel tale cui disse: "Seguimi".
Un terzo discepolo ancora, senza che nessuno lo invitasse, venne fuori e disse: "Ti seguirò, Signore; ma prima vado a dirlo a quelli che stanno a casa" (Lc 9,61). Il senso dovrebbe essere: Vado a dirlo ai miei, perché, come di solito avviene, non si mettano a cercarmi. Ma il Signore: "Nessuno che si guardi indietro, dopo aver messo mano all`aratro, è buono per il regno dei cieli" (Lc 9,62). Ti chiama l`Oriente e tu guardi l`Occidente. La lezione di questa pagina è che il Signore scelse chi volle lui. (Agostino, Sermo 100, 1-3)

Le condizioni poste da Gesù per diventare suoi discepoli
"Colui che mette mano all`aratro e poi si gira indietro non è adatto per il Regno di Dio" (Lc 9,62). Colui che svolge con cura questo lavoro della natura e guida l`aratro e i buoi secondo le regole umane, non smette mai di guardare davanti a sé; non guarda mai all`indietro perché un tal modo di lavorare non sarebbe farlo con cura, non potrebbe camminare avanti a sé, i suoi solchi non sarebbero aperti in linea diritta, e i buoi non procederebbero innanzi; e questo, per quanto si tratti di lavoro materiale e chi lo vede appartenga del pari all`ordine corporale. Ora, il lavoro del mio discepolo è diverso dall`altro, così come un mondo differisce dall`altro, e una vita dall`altra, e gli esseri immortali dai mortali, e Dio dagli uomini. Se dunque assumi il giogo della mia disciplina nella tua anima e nel tuo corpo, svolgi con cura il lavoro dei miei precetti...
Molti si fanno discepoli per fregiarsi del nome di Cristo e non per onorare Cristo; si lasciano ingaggiare da lui per rimanere nei piaceri corporei e non per portare le austerità dei suoi comandamenti. Altri si avvicinano a questa regola che esige rinuncia, spinti dal desiderio di Mammona, e per acquistare fuori dal mondo quello che non possono avere standovi dentro. Attraverso quell`unico discepolo di cui parla il Vangelo del nostro Salvatore, Gesù ha stigmatizzato questo pensiero iniquo in tutti gli altri: "Maestro, ti seguirò dovunque andrai; e Gesù gli rispose: Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell`uomo non ha dove posare il capo" (Mt 8,20; Lc 9,58). Lungi da me, discepolo d`iniquità! Io non posso darti quello che tu desideri e tu non puoi ricevere quello che io ti do; conosco ciò che chiedi e io non ti do ciò che cerchi; hai creduto di venire a me per amore della ricchezza; sei andato a cercare le tenebre nella luce, la povertà nel possesso autentico, e la morte nella vita; tu vuoi acquistare venendo a me quanto io chiedo a tutti di lasciare per seguirmi; la porta per la quale sei spinto ad entrare per seguirmi è la stessa per la quale voglio farti uscire. Ecco perché non ti accolgo. Io sono povero per la mia condizione pubblica, e, per tal motivo, non detengo pubbliche ricchezze da elargire nel mondo in cui sono venuto. Io sono visto come uno straniero e non ho né casa né tetto, e chi vuole essere mio discepolo eredita da me la povertà: perché vuoi acquistare da me ciò che ti faccio rinunciare a possedere? (Filosseno di Mabbug, Hom., 9, 306-307.312-313)

Come seguire Gesù
E se egli rimprovera i discepoli che volevano far discendere il fuoco su coloro che non avevano voluto accogliere Cristo (cf. Lc 9,55), questo ci indica che non sempre si devono colpire coloro che hanno peccato: spesso giova di più la clemenza, sia a te, perché fortifica la tua pazienza, sia al colpevole, perché lo spinge a correggersi.
Ma il Signore agisce mirabilmente in tutte le sue opere. Egli non accoglie colui che si offre con presunzione, mentre non si adira contro coloro che, senza nessun riguardo, respingono il Signore. Egli vuole così dimostrare che la virtù perfetta non ha alcun desiderio di vendetta, che non c`è alcun posto per la collera laddove c`è la pienezza della carità, e che, infine, non bisogna respingere la debolezza ma aiutarla.
L`indignazione stia lungi dalle anime pie, il desiderio della vendetta sia lontano dalle anime grandi; e altrettanto lontano stia dai sapienti l`amicizia sconsiderata e l`incauta semplicità. Perciò egli dice a quello: «Le volpi hanno tane»; il suo ossequio non è accettato perché non è trovato effettivo. Con circospezione si usi dell`ospitalità della fede, nel timore che aprendo agli infedeli l`intimità della nostra dimora si finisca col cadere, per la nostra imprevidente credulità, nella rete della cattiva fede altrui. (Ambrogio, In Luc., 7, 27 s.)

La sequela di Gesù (Lc 9,59-62)
Non ho ascoltato la voce che vivifica
che non permette di seppellire il padre;
ma ancora sono morto con la morte
per le opere di morte del Maligno.
All`aratro della parola posi mano,
però non come il lavoratore;
egli, infatti, non si gira indietro
ma verso il solco che gli sta davanti.

Da parte mia, il consiglio dall`alto ho trascurato
la retta via che conduce al cielo;
di nuovo alla terra vile mi son volto,
dalla qual m`avevi tratto con la tua venuta.

Ora, nuovamente elevami,
verso di Te nel ciel dei cieli io ascenda;
non permettermi di rivolgermi al Nemico,
per tema che non mi getti nelle tenebre.
(Nerses Snorhalí, Jesus, 502-505)

Il Vangelo di questa domenica (Lc 9,51-62) mostra un passaggio molto importante nella vita di Cristo: il momento in cui – come scrive san Luca – «Gesù prese la ferma decisione di mettersi in cammino verso Gerusalemme» (9,51). Gerusalemme è la meta finale, dove Gesù, nella sua ultima Pasqua, deve morire e risorgere, e così portare a compimento la sua missione di salvezza.
Da quel momento, dopo quella “ferma decisione”, Gesù punta dritto al traguardo, e anche alle persone che incontra e che gli chiedono di seguirlo, dice chiaramente quali sono le condizioni: non avere una dimora stabile; sapersi distaccare dagli affetti umani; non cedere alla nostalgia del passato.
Ma Gesù dice anche ai suoi discepoli, incaricati di precederlo sulla via verso Gerusalemme per annunciare il suo passaggio, di non imporre nulla: se non troveranno disponibilità ad accoglierlo, si proceda oltre, si vada avanti. Gesù non impone mai, Gesù è umile, Gesù invita. Se tu vuoi, vieni. L’umiltà di Gesù è così: Lui invita sempre, non impone.
Tutto questo ci fa pensare. Ci dice, ad esempio, l’importanza che, anche per Gesù, ha avuto la coscienza: l’ascoltare nel suo cuore la voce del Padre e seguirla. Gesù, nella sua esistenza terrena, non era, per così dire, “telecomandato”: era il Verbo incarnato, il Figlio di Dio fatto uomo, e a un certo punto ha preso la ferma decisione di salire a Gerusalemme per l’ultima volta; una decisione presa nella sua coscienza, ma non da solo: insieme al Padre, in piena unione con Lui! Ha deciso in obbedienza al Padre, in ascolto profondo, intimo della sua volontà. E per questo la decisione era ferma, perché presa insieme con il Padre. E nel Padre Gesù trovava la forza e la luce per il suo cammino. E Gesù era libero, in quella decisione era libero. Gesù vuole noi cristiani liberi come Lui, con quella libertà che viene da questo dialogo con il Padre, da questo dialogo con Dio. Gesù non vuole né cristiani egoisti, che seguono il proprio io, non parlano con Dio; né cristiani deboli, cristiani, che non hanno volontà, cristiani «telecomandati», incapaci di creatività, che cercano sempre di collegarsi con la volontà di un altro e non sono liberi. Gesù ci vuole liberi e questa libertà dove si fa? Si fa nel dialogo con Dio nella propria coscienza. Se un cristiano non sa parlare con Dio, non sa sentire Dio nella propria coscienza, non è libero, non è libero.
Per questo dobbiamo imparare ad ascoltare di più la nostra coscienza. Ma attenzione! Questo non significa seguire il proprio io, fare quello che mi interessa, che mi conviene, che mi piace... Non è questo! La coscienza è lo spazio interiore dell’ascolto della verità, del bene, dell’ascolto di Dio; è il luogo interiore della mia relazione con Lui, che parla al mio cuore e mi aiuta a discernere, a comprendere la strada che devo percorrere, e una volta presa la decisione, ad andare avanti, a rimanere fedele.
Noi abbiamo avuto un esempio meraviglioso di come è questo rapporto con Dio nella propria coscienza, un recente esempio meraviglioso. Il Papa Benedetto XVI ci ha dato questo grande esempio quando il Signore gli ha fatto capire, nella preghiera, quale era il passo che doveva compiere. Ha seguito, con grande senso di discernimento e coraggio, la sua coscienza, cioè la volontà di Dio che parlava al suo cuore. E questo esempio del nostro Padre fa tanto bene a tutti noi, come un esempio da seguire.
La Madonna, con grande semplicità, ascoltava e meditava nell’intimo di se stessa la Parola di Dio e ciò che accadeva a Gesù. Seguì il suo Figlio con intima convinzione, con ferma speranza. Ci aiuti Maria a diventare sempre più uomini e donne di coscienza, liberi nella coscienza, perché è nella coscienza che si dà dialogo con Dio; uomini e donne, capaci di ascoltare la voce di Dio e di seguirla con decisione capaci di ascoltare la voce di Dio e di seguirla con decisione. (Papa Francesco, Angelus del 30 giugno 2013)

Fonte:figliedellachiesa.org

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