Mons.Antonio Riboldi, "Gesù e il Suo respiro d’amore per noi, nonostante tutto …"

Omelia del 12 Giugno 2016
XI Domenica del Tempo Ordinario
Gesù e il Suo respiro d’amore per noi, nonostante tutto ….
Mai come oggi si sbandiera come certa l’opinione che ‘sono tutti corrotti o cattivi’ – gli altri,
naturalmente! – al punto di dubitare di tutti e non trovare più motivi per mettere in luce il bello, tanto, che invece esiste, dando ragione al proverbio che dice: ‘fa sempre molto rumore un albero che cade, ma non la foresta che cresce’.

Eppure il nostro cuore cerca di essere disperatamente capito, rispettato, amato, ossia cerca sempre di trovare qualcuno che lo abiti per aiutarlo a vivere, e ancora di più a risorgere, se è ammalato. Per questo teme la curiosità che è come avere migliaia di occhi sempre puntati addosso, più a sottolineare gli sbagli che a dare una mano di aiuto; teme l’indiscrezione, quel voler sapere a tutti i costi tutto di noi, ma per poi ignorare il bene e sottolineare il difetto o il male.

Il vizio di ‘confessare la gente’, di abbattere il santuario della persona, dove vive il segreto della vita, nella sua bellezza e a volte nella sua profonda miseria, oggi è diventato una moda.

E così domina lo scetticismo, la sfiducia proprio quando si avrebbe più bisogno di essere risollevati, sostenuti nelle nostre fragilità e debolezze – che sono di tutti - perché si teme di trovare un impietoso indice puntato e nessun spazio per l’amore, perché, di fatto, spesso è la situazione che si realizza nei nostri poveri e miopi rapporti umani.

Se non si può vivere nel sospetto o nella disistima, neppure è vita il perenne scetticismo, il giudizio a priori, che inaridisce il cuore: l’uomo ha bisogno del respiro dell’amore e della stima, ma anche di dare amore e stima nonostante tutto …

La Parola di Dio, oggi, giunge come divina lezione di misericordia, che è il ‘come’ Dio ci ama, soprattutto quando abbiamo sbagliato. È un racconto che svela come il Cuore di Gesù accolga senza fare processi, e perdona, a differenza di chi vede e si scandalizza.

Ed è un grande dono ‘entrare’ nella bellezza del racconto del Vangelo di oggi, perché, non solo mostra quanto Dio sia davvero buono e misericordioso, ma ci mette in guardia contro le nostre miopie.

Un racconto ‘da incorniciare’ nella nostra vita, per saper sperare quando ci si sente dispersi e si cerca la via della pienezza della vita e della gioia, ma anche quando ci ergiamo inesorabilmente a giudici!

È bene leggerlo, abbandonandosi a tutta la sua dolcezza:

“In quel tempo, uno dei farisei invitò Gesù a mangiare da lui. Egli entrò nella casa del fariseo e si mise a tavola. Ed ecco una donna peccatrice di quella città, saputo che Gesù era nella casa del fariseo, venne con un vasetto di olio profumato, e stando dietro, presso i suoi piedi, piangendo, cominciò a bagnarli delle sue lacrime, poi li asciugava con i propri capelli, li baciava e li cospargeva di olio profumato. A quella vista, il fariseo che lo aveva invitato, pensò tra sé: ‘Se costui fosse un profeta, saprebbe chi è e che specie di donna è colei che lo tocca: è una peccatrice’.

Ed ecco la stupenda risposta di Gesù, che legge nei cuori, anche nei nostri, sempre.

Gesù allora gli disse: ‘Simone, ho una cosa da dirti’. Ed egli: ‘Maestro dì pure’. ‘Un creditore aveva due debitori: l’uno gli doveva 500 denari, l’altro 50. Non avendo essi da restituire, condonò il debito a tutti e due. Chi dunque di loro lo amerà di più?’. Simone rispose: ‘Suppongo quello a cui ha condonato di più’. Gesù gli disse: ‘Hai giudicato bene’.

E volgendosi verso la donna, disse a Simone: ‘Vedi questa donna? Sono entrato nella tua casa e tu non mi hai dato l’acqua per i piedi; lei invece mi ha bagnato i piedi con le lacrime e li ha asciugati con i suoi capelli. Tu non hai dato un bacio, lei invece da quando sono entrato non ha cessato di baciarmi i piedi. Tu non hai cosparso il mio capo di olio profumato, ma lei ha cosparso di profumo i miei piedi. Per questo ti dico: le sono perdonati i suoi molti peccati, perché molto ha amato. Invece quello a cui si perdona poco è perché ama poco. Poi disse alla donna: ‘Ti sono perdonati i tuoi peccati’. Allora i commensali cominciarono a dire tra di loro: ‘Chi è questo uomo che perdona anche i peccati?’. Ma Gesù disse alla donna: ‘La tua fede ti ha salvata: va’ in pace’.” (Lc. 7, 36  /8, 3)

Si rimane come immersi nello stupore dell’amore che Gesù ha per noi, cominciando da quelli che forse si considerano persi per le proprie colpe. Un vero mistero è il nostro convivere a volte nel male, fino ad abituarci, mentre forse nel profondo sentiamo il bisogno di incontrare Chi abbia il potere di riportarci alla gioia di una vita diversa, giusta, perché è un vero sbaglio l’adattarsi al male, senza neppure cercare di guarire, come è altrettanto pericoloso il ‘sentirsi giusti’, inaridendo il nostro cuore. Per entrambi, Simone e la peccatrice, solo l’Amore di Gesù salva e libera.

Così scriveva il sempre caro nostro beato Paolo VI:

“Gesù ci conforta: ‘Se lo vuoi io ti ridono l’integrità, l’innocenza, la grazia di sentirti veramente quello che devi essere, restituito alla tua statura, alla tua bellezza originaria, e come il Signore ti ha creato, a Sua immagine e somiglianza. Gesù è il divino artefice dell’ineffabile riscatto: si comprende allora il Vangelo … Perché? Ma perché non solo è parola di verità, ma è pure luce di speranza che gli uomini non possono dare a se stessi … Ognuno potrà affermare col gemito del dolore: non saprei guarirmi da me, ma se Tu vuoi, o Signore, basta una Tua parola”.

Non resta a noi che affidarci all’Amore Misericordioso di Dio, con l’umiltà della peccatrice o la cecità di Simone. Ci aiuti il Signore a rompere quel ghiaccio nella coscienza, quel ‘sentirci a posto’, o quel senso di vergogna e disperazione, che ci impediscono di conoscere l’amore. Con Madre Teresa di Calcutta preghiamo: “Signore, ti prego, dacci la luce per vedere, a volte, la cupa profondità della tentazione e del male. Infondici lo Spirito Santo affinché possa vedere che ho bisogno di Te, e mi ami e ho ancora uno scopo nella vita: quello di trasmettere l’amore e la misericordia che hai per noi”.

Antonio, Vescovo

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