Enzo Bianco,"MARIA, LA PACE, L'ANNO NUOVO"

1 gennaio 2017 | Santa Maria Madre di Dio - A | Omelia
MARIA MADRE DI DIO
Tre forti motivi di riflessione danno sapore a questa giornata di festa. 

- Il primo è proposto dalla Liturgia, che dopo aver presentato Gesù nato a Betlemme, ora addita a tutti
la sua mamma, la Madre di Dio.
- Poi, come ad accogliere un sentimento convergente di tutti gli uomini sulla terra, oggi si celebra la Giornata mondiale della pace.
- Ed è anche il primo giorno dell'anno civile. Diceva il poeta pagano Ovidio: «Se ne vanno gli anni, come acqua che scorre (Eunt anni more fluentis aquae)». Si lasciano da parte i botti di questa notte, si buttano nel cassonetto i cocci dei piatti rotti, e si dedica un pensierino sul tempo.

Il Vangelo suggerisce per noi, come guide alla riflessione, i pastori di Betlemme. Proviamo a immaginare un presepe senza pastori: è impossibile. Su invito degli angeli sono corsi alla grotta del Signore, rimangono estasiati, e contagiano tutti con la loro gioia. Testimoni e modello per noi.

MARIA
A Natale l'attenzione è andata prima al Bambino Gesù. Succede in tutte le famiglie, il bambino invade tutti gli spazi, tende a occupare il primo posto. Figurarsi poi quel Bambino, allora là a Betlemme. Ma i bambini hanno bisogno di quiete. Anche nelle nostre famiglie poi li si lascia dormire in pace, e ci si rivolge alla mamma: le si fanno i complimenti.
Di fatto i complimenti dei cristiani a Maria sono già in quel titolo che la Chiesa le ha dato, e oggi commemorato dalla liturgia: Madre di Dio. La Chiesa glielo ha assegnato in modo solenne ufficiale tanti anni fa, nel 431, in un momento storico, nel concilio di Efeso. Noi riteniamo Maria Madre di Dio perché il Verbo-Dio ha voluto farsi uomo ed entrare nel mondo degli uomini nascendo come tutti gli uomini: da una donna.
Noi che consideriamo fortunate le mamme dei grandi calciatori, o dei cantanti e divi del cinema, tanto più faremo i nostri complimenti la madre del Verbo Incarnato, il Dio fatto uomo per noi.
Di più: Gesù si è fatto nostro fratello, perciò noi riconosciamo in Maria anche la Madre nostra. È la prima che ha creduto in Gesù Cristo, primizia dei credenti, è in senso spirituale la madre di tutti i cristiani. Perciò il Concilio Vaticano II le ha donato un altro titolo, l'ha proclamata anche Madre della Chiesa.
Così Maria è nel cuore e nella vita dei credenti. Diceva Paolo VI: «Non può dirsi autentico un cristianesimo, che non sia cristianesimo mariano».

LA PACE
I pastori di Betlemme furono inviati alla grotta – ha raccontato l'evangelista Luca – dal canto degli angeli, che rendevano «gloria a Dio nell'alto dei cieli» e auguravano «pace in terra gli uomini che Dio ama». La Giornata della pace non poteva cadere che nel tempo di Natale.
La pace è dono del risorto: Gesù, prima di salire al cielo, ha detto parole di pace semplici e belle, che il sacerdote recita in tutte le messe, prima della comunione, come suo saluto e augurio rivolto a tutti: «Vi lascio la pace, vi do la mia pace».
Così la pace risulta comprensibile solo nella luce di Dio, che in Gesù si è donato agli uomini in segno di amicizia e di amore.
La pace, dono di Dio agli uomini che egli ama, è diventata caratteristica del cristiano. Primo Mazzolari diceva: «Dare la pace ai morti è impegno di Dio, fare la pace con i vivi è impegno nostro». E aggiungeva: «Il cristiano è un uomo di pace, non un uomo in pace: fare la pace è la sua vocazione».
È dunque impegno morale, ma è scelta difficile: su questo nostro pianeta arroventato non tutte le paci sono la pace portata da Cristo.

- C'è per esempio la pace armata e piena di tensioni, che certi generali sopportano a denti stretti tra una guerra e l'altra. Pace sempre sul punto di esplodere e menare stragi.
- Un'altra non portata da Cristo è la pace borghese, pace con se stessi, di chi è pasciuto e rimpinzato, e se ne sta comodo in pantofole per conto suo. Do chi in mezzo alle disgrazie altrui riesce a mantenere il cuore in pace. Neppure questa è pace cristiana.
Di fatto la vera pace è dono di Dio, ma insieme conquista dell'uomo. È anzitutto un atteggiamento di fondo del cuore.
Oggi il Papa all'Angelus, prima di benedire Roma e il mondo, affida a tutti un suo personale messaggio di pace. Non il generico e scontato «vogliamoci bene», ma ogni anno un appello preciso, con riferimento a un particolare aspetto del momento che stiamo vivendo. Tocca a noi coglierlo nel suo riferimento al nostro oggi, come compito a casa che i cristiani hanno da svolgere in mezzo agli altri.

Perciò la beatitudine proclamata da Gesù – una delle otto – ci informa: «Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio».

IL TEMPO
Così si entra nella prospettiva del nuovo anno civile che oggi comincia. Il tempo è prezioso. Avverte il proverbio: «I minuti sono lunghi, e gli anni sono brevi». Il tempo è da usare bene. Un anno nuovo, con 365 pagine bianche, pulite. C'è da supporre che tutti siano ben disposti. Accade anche agli scolari davanti al quaderno nuovo: si mettono di buona volontà, e riescono a scrivere bene, senza macchie, almeno la prima pagina.
In concreto che fare? I pastori di Betlemme si sentirono d'istinto portati a far sapere a quanti incontravano le meraviglie che i loro occhi avevano contemplato. Divennero testimoni del Signore. Così dovrebbe essere pure ogni cristiano: col suo stile di vita, testimone al mondo del Verbo incarnato a Betlemme.
Non resta che scambiarci l'augurio di buon anno nuovo a tutti, con l'entusiasmo semplice e sincero dei pastori, nella luce del mistero di Maria madre di Dio e madre nostra.

Don ENZO BIANCO sdb
 Fonte:  www.donbosco-torino.it

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