JUAN J. BARTOLOME sdb, LectioDivina"Convertitevi perchè il Regno dei cieli è vicino"

22 gennaio 2017 | 3a Domenica - Tempo Ordinario A | Lectio Divina
Lectio Divina su: Mt 4,13-23 : 
Convertitevi perchè il Regno dei cieli è vicino
Il vangelo ci situa oggi agli inizi della missione pubblica di Gesù. Lasciando Nazareth, la sua casa e
la sua famiglia, esce dall'anonimato, ed il mondo che l'accoglie, riceve la salvezza che anelava; stabilendosi a Cafarnao, una città di pescatori sulle rive del mare di Galilea, Gesù compie un'antica profezia: la sua presenza illuminerà l'esistenza di quanti abitano nelle tenebre e nell'ombra della morte; una luce nuova, un raggio di speranza, sorge nel posto dove Gesù è presente, per quanto emarginato ed insignificante che sia. Allora come ora si avvera la promessa. Per smettere di camminare tra le ombre e godere della salvezza promessa, bisognerà tornare ad ascoltare la buona notizia del regno di Dio ed accogliere l'invito di Gesù a condividere la sua vita e la sua missione. Così si avvererà che il popolo di Dio 'veda una grande luce, senta di nuovo la vicinanza di Dio e si senta interpellato da lui.

12 Quando Gesù seppe che Giovanni era stato arrestato, si ritirò nella Galilea,
13 lasciò Nazaret e andò ad abitare a Cafarnao, sulla riva del mare, ai confini di Zabulon e di Neftali, 14 affinché si adempiesse quello ch'era stato detto dal profeta Isaia: 15 Il paese di Zabulon e il paese di Neftali, sulla via del mare, al di là del Giordano, la Galilea dei Gentili, 16 il popolo che giaceva nelle tenebre, ha veduto una grande luce; su quelli che giacevano nella contrada e nell'ombra della morte, una luce s'è levata. 17 Da quel tempo Gesù cominciò a predicare e a dire: Convertitevi, perché il regno de' cieli è vicino. 18 Passeggiando lungo il mare della Galilea, egli vide due fratelli, Simone detto Pietro, e Andrea suo fratello, i quali gettavano la rete in mare; poiché erano pescatori. 19 E disse loro: Venite dietro a me, e vi farò pescatori di uomini. 20 Ed essi, lasciate prontamente le reti, lo seguirono. 21 E passato più oltre, vide due altri fratelli, Giacomo di Zebedeo e Giovanni, suo fratello, i quali nella barca, con Zebedeo loro padre, rassettavano le reti; e li chiamò. 22 Ed essi, lasciata subito la barca e il padre loro, lo seguirono. 23 E Gesù andava attorno per tutta la Galilea, insegnando nelle loro sinagoghe e predicando il vangelo del Regno, sanando ogni malattia ed ogni infermità fra il popolo.
1. LEGGERE: capire quello che dice il testo facendo attenzione a come lo dice
Il passaggio, cronaca dell'inizio del ministero di Gesù, ha tre parti, disuguali per estensione ed importanza. La prima (4,13-16) vede realizzata una profezia di Isaia con la presenza di Gesù nella Galilea (Is 9,1). La seconda (4,17) trasmette la prima azione di Gesù, l'annuncio della prossimità del regno di Dio. La terza (4,18-22) narra, con un certo dettaglio, l'inizio del discepolato. Il testo è marcato da due notizie: Gesù si fa presente, dopo l'incarcerazione del Battista (4,12); le sue missioni non coincidono, come neanche coincisero i suoi vangeli. Gesù diventa presente, insegnando e guarendo la gente dove si trovava; chi deve annunciare il Dio che sta per venire deve arrivare fino a dove sta il popolo che deve ricevere il suo Dio.
La sequenza dei fatti narrati è decisiva per capire il pensiero del redattore. Solo con la sua presenza, muovendosi in Galilea, da Nazareth fino a Cafarnao, Gesù riempie di luce il 'paese che abitava in terra ed ombra di morte' e dà compimento all'annunciato arrivo del Messia. Inondare di luce e vita è in primo luogo la cosa che fa Gesù, il Cristo, solo con la sua presenza.
Se si rende presente è per annunciare il vangelo. E Matteo offre il riassunto, il cuore, dell'evangelizzazione che predicherà il Messia Gesù: la conversione che urge - l'imperativo assoluto non dà luogo a scuse - ha solo un motivo: Dio, e come sovrano, ha preso la decisione di venire; se il re sta già incammino, non c'è altra alternativa che quella di guardare a lui.
Mentre stava annunciando questo 'vangelo', (a notare che la 'buona' notizia consiste nella conversione di vita!), Gesù passa e vede, successivamente, due coppie di fratelli intenti nei loro lavori di pesca, la prima, in pieno lavoro manuale, la seconda, terminata la pesca e riparando le reti. Il racconto non soddisfa la curiosità del lettore né è, molto verosimile: passando vede uomini molto occupati nel loro lavoro e con la loro famiglia, e ordina non invita a seguirlo.
Seguito da due coppie di fratelli, appena liberati dai loro lavori manuali e delle loro famiglie, e predicando la conversione ed un Dio vicino, Gesù può insegnare già nelle sinagoghe, evangelizzare e curare il popolo. Quando Gesù, circondato dai discepoli, pur scarsi che siano, si lancia ad evangelizzare ed a guarire le genti, questi si riempiranno della luce che apporta la presenza dell'atteso Messia. Dove viene Gesù, arriva la luce ed il vangelo, e ciò è possibile - perché è imposta - la sequela.
2. MEDITARE: applicare alla vita quello che dice il testo!
L'evangelista sta narrandoci gli inizi storici del ministero di Gesù: la predicazione del regno che sta per venire e la vocazione di un paio di fratelli resero occupato Gesù prima che il mondo potesse riconoscere la sua presenza e godere dei suoi poteri.
Coloro che abitavano in Galilea avevano conosciuto per secoli l'oppressione delle potenze pagane ed il disprezzo dei loro compatrioti. Gesù opta per apparire in mezzo ad essi e fissare là la sua residenza; questa sua decisione l'accompagnerà per tutta la sua vita: conosciuto come galileo, non sarà preso sul serio precisamente per questo. Ma non gli importò; con la sua incardinazione in Galilea Dio incomincia a realizzare la sua promessa: Gesù si trasforma in concittadino con una vita insignificante, senza molto futuro e con poche luci; la sua volontà di essere compatriota di coloro che sono stati vilipesi, di quanti non sono stati tenuti in conto, di quelli che non si sentono sufficientemente considerati, accettati o amati, apre il suo ministero pubblico; e spiega che per essi incomincia la predicazione del regno. Il Dio che Gesù predica incomincia ad essere sovrano lì dove rimangono poche speranze, lì dove si vale meno.
Lo ha fatto una volta, ed è disposto a ripeterlo per noi: apparirà nella nostra vita come la luce che ci mancava, se riconosciamo che ci manca la sua luce e la sua presenza. Gesù può essere anche per noi luce, fonte di vita e di calore, capacità di discernimento e chiarificazione di problemi, nuova visione delle cose e delle persone, appoggio durante il tragitto della vita e la sicurezza di indovinarne la fine. Ma dovremmo sentire maggiore necessità di lui: chi sa di camminare nelle tenebre desidera la luce; solo chi nota l'oscurità, sente la mancanza della chiarezza. Affinché Gesù si trasformi nella luce che ci manca, dovremo conoscere le tenebre nelle quali viviamo; per lasciare le ombre che ottenebrano la nostra esistenza bisognerà camminare verso Gesù: convertirsi a camminare nella sua verità, vedere le cose e le persone che troviamo nella nostra vita nella sua luce, ci convertirebbe in uomini illuminati, persone la cui esistenza risplende e richiama l'attenzione.
Ma non basta che Gesù si impegni a vivere tra noi; è necessario, come lo fu per gli abitanti della Galilea, i sui primi compaesani, che accettiamo il suo monito: 'Convertitevi, perché il Regno di Dio è vicino'. È significativo che le prime parole che Gesù diresse ai suoi concittadini esigessero il cambiamento radicale di condotta; Gesù non poteva essere per essi luce e vita, se essi non comprendevano la sua vita alla luce di Gesù e se non mettevano solo in lui la speranza della salvezza. La conversione non è altro che mettere la propria vita sotto lo sguardo di Dio e vederla - e volerla - alla luce delle sue esigenze: non si desidera vedere dove non si percepisce la cecità; non si anela la luce quando si vive sempre nelle tenebre. Difficilmente sentirà la mancanza di Dio che si sente bene con sé stesso.
Serve a ben poco che Dio si sia avvicinato, se non lo notiamo; non ci aiuta sapere che Cristo è la nostra luce, se non gli permettiamo che illumini la nostra esistenza. Dio ed il suo regno si avvicinano verso chi si mette a vivere la vita, a capirla ed a programmarla, alla luce di Cristo. Senza trasformare Cristo in centro della nostra vita, in sostegno dei nostri piani e delle nostre speranze, appoggio nelle nostre debolezze e carenze, non ci trasformeremo mai in quello che egli vuole fare di noi: compagni di vita e di missione.
Per vedere Dio nel mondo e vedersi nel mondo alla luce di Dio, bisogna vivere secondo la sua volontà ed adottare immediatamente come propria la sua forma vita. La prima cosa che Gesù fece, dopo aver annunciato la prossimità di Dio ed esigito un cambiamento di vita, fu quello di invitare alcuni pescatori, che trovò occupati nel loro lavoro, affinché l'accompagnassero nella sua missione. E dovettero lasciare tutto quello che avevano tra le mani, il lavoro e le reti, e disfarsi di quanto occupava le loro menti ed il loro cuore, la famiglia e la sposa, affinché la loro unica preoccupazione fosse la sequela di Gesù. È probabile che per noi Gesù non sia ancora la luce che illumina la nostra vita, perché non siamo disposti a tanto; Dio non si è avvicinato alle nostre vite, perché non seguiamo da vicino Gesù. Solo chi si converte in compagno di Gesù, sente la vicinanza di Dio; chi riconosce Dio al di sopra di tutto, vive come suddito del suo regno. Affinché Gesù illumini la nostra esistenza, è necessario che lo seguiamo da vicino che optiamo per lui con radicalità, che facciamo della sua compagnia lo scopo della nostra vita.
Di conseguenza, Gesù non avendo in noi dei seguaci fedeli, il nostro mondo non ha dei testimoni credibili. Cristo non riesce oggi ad essere luce del mondo in cui abitiamo, Dio ha smesso di essere rilevante per gli uomini con i quali viviamo, perché è mancata loro la nostra luce, l'esempio risplendente di una vita di sincera sequela. Per potere convincere il mondo che Dio vuole stargli vicino, per testimoniare gli uomini che Cristo è il loro compagno di viaggio, bisogna avvicinarsi prima a Dio e vivere in compagnia di Gesù. Non mancano oggi i 'buoni' cristiani, i discepoli con buona volontà e buoni desideri; ma continuano a mancare i cristiani generosi che siano disposti a lasciare quello che li preoccupa tanto, progetti sognati o realtà ottenute, affinché sia Dio ed i suoi progetti l'asse della loro vita, il loro motivo e la loro ragione.
Affinché Gesù diventi presente tra noi di nuovo, che esca dall'anonimato ed illumini la nostra esistenza, come fece in Galilea, c'è bisogno di credenti che siano ostinati a trasformarlo in centro delle loro vite, ragione della loro esistenza e causa della loro speranza, trasformandosi essi stessi in luce che illumina l'esistenza degli altri ed in motivo di speranza. La profezia continuerà oggi a realizzarsi, se Cristo trova noi che siamo disposti a convertirci, e per sempre, in suoi discepoli. I nostri contemporanei, come quelli di Gesù, hanno bisogno di credenti che irradino la fede e la testimonino come i discepoli che hanno seguito Gesù. Perché non essere noi uno di loro? Perché non impegnarsi ad esserlo?
Juan Jose BARTOLOME SDB

 Fonte:  www.donbosco-torino.it

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