FIGLIE DELLA CHIESA, LectioDivina"Così fu detto agli antichi; ma io vi dico"

VI Domenica del Tempo Ordinario

Antifona d'ingresso
Sii per me difesa, o Dio, rocca e fortezza che mi salva,
perché tu sei mio baluardo e mio rifugio;

guidami per amore del tuo nome. (Sal 31,3-4)

Colletta
O Dio, che hai promesso di essere presente
in coloro che ti amano
e con cuore retto e sincero custodiscono la tua parola,
rendici degni di diventare tua stabile dimora.

Oppure:
O Dio, che riveli la pienezza della legge
nella giustizia nuova fondata sull’amore,
fa’ che il popolo cristiano,
radunato per offrirti il sacrificio perfetto,
sia coerente con le esigenze del Vangelo,
e diventi per ogni uomo segno di riconciliazione e di pace.

PRIMA LETTURA (Sir 15,16-21)
A nessuno ha comandato di essere empio.
Dal libro del Siràcide

Se vuoi osservare i suoi comandamenti, essi ti custodiranno;
se hai fiducia in lui, anche tu vivrai.
Egli ti ha posto davanti fuoco e acqua:
là dove vuoi tendi la tua mano.
Davanti agli uomini stanno la vita e la morte, il bene e il male:
a ognuno sarà dato ciò che a lui piacerà.
Grande infatti è la sapienza del Signore;
forte e potente, egli vede ogni cosa.
I suoi occhi sono su coloro che lo temono,
egli conosce ogni opera degli uomini.
A nessuno ha comandato di essere empio
e a nessuno ha dato il permesso di peccare.

SALMO RESPONSORIALE (Sal 118)
Rit: Beato chi cammina nella legge del Signore.
Beato chi è integro nella sua via
e cammina nella legge del Signore.
Beato chi custodisce i suoi insegnamenti
e lo cerca con tutto il cuore. Rit:

Tu hai promulgato i tuoi precetti
perché siano osservati interamente.
Siano stabili le mie vie
nel custodire i tuoi decreti. Rit:

Sii benevolo con il tuo servo e avrò vita,
osserverò la tua parola.
Aprimi gli occhi perché io consideri
le meraviglie della tua legge. Rit:

Insegnami, Signore, la via dei tuoi decreti
e la custodirò sino alla fine.
Dammi intelligenza, perché io custodisca la tua legge
e la osservi con tutto il cuore. Rit:

SECONDA LETTURA (1Cor 2,6-10)
Dio ha stabilito una sapienza prima dei secoli per la nostra gloria.
Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi

Fratelli, tra coloro che sono perfetti parliamo, sì, di sapienza, ma di una sapienza che non è di questo mondo, né dei dominatori di questo mondo, che vengono ridotti al nulla. Parliamo invece della sapienza di Dio, che è nel mistero, che è rimasta nascosta e che Dio ha stabilito prima dei secoli per la nostra gloria.
Nessuno dei dominatori di questo mondo l’ha conosciuta; se l’avessero conosciuta, non avrebbero crocifisso il Signore della gloria.
Ma, come sta scritto:
«Quelle cose che occhio non vide, né orecchio udì,
né mai entrarono in cuore di uomo,
Dio le ha preparate per coloro che lo amano».
Ma a noi Dio le ha rivelate per mezzo dello Spirito; lo Spirito infatti conosce bene ogni cosa, anche le profondità di Dio.

Canto al Vangelo (Mt 11,25)
Alleluia, alleluia.
Ti rendo lode, Padre,
Signore del cielo e della terra,
perché ai piccoli hai rivelato
i misteri del Regno.
Alleluia.

VANGELO (Mt 5,17-37)
Così fu detto agli antichi; ma io vi dico.
+ Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Non crediate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non sono venuto ad abolire, ma a dare pieno compimento. In verità io vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra, non passerà un solo iota o un solo trattino della Legge, senza che tutto sia avvenuto. Chi dunque trasgredirà uno solo di questi minimi precetti e insegnerà agli altri a fare altrettanto, sarà considerato minimo nel regno dei cieli. Chi invece li osserverà e li insegnerà, sarà considerato grande nel regno dei cieli.
Io vi dico infatti: se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli.
Avete inteso che fu detto agli antichi: “Non ucciderai; chi avrà ucciso dovrà essere sottoposto al giudizio”. Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello dovrà essere sottoposto al giudizio. Chi poi dice al fratello: “Stupido”, dovrà essere sottoposto al sinedrio; e chi gli dice: “Pazzo”, sarà destinato al fuoco della Geènna.
Se dunque tu presenti la tua offerta all’altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di te, lascia lì il tuo dono davanti all’altare, va’ prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna a offrire il tuo dono.
Mettiti presto d’accordo con il tuo avversario mentre sei in cammino con lui, perché l’avversario non ti consegni al giudice e il giudice alla guardia, e tu venga gettato in prigione. In verità io ti dico: non uscirai di là finché non avrai pagato fino all’ultimo spicciolo!
Avete inteso che fu detto: “Non commetterai adulterio”. Ma io vi dico: chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio con lei nel proprio cuore.
Se il tuo occhio destro ti è motivo di scandalo, cavalo e gettalo via da te: ti conviene infatti perdere una delle tue membra, piuttosto che tutto il tuo corpo venga gettato nella Geènna. E se la tua mano destra ti è motivo di scandalo, tagliala e gettala via da te: ti conviene infatti perdere una delle tue membra, piuttosto che tutto il tuo corpo vada a finire nella Geènna.
Fu pure detto: “Chi ripudia la propria moglie, le dia l’atto del ripudio”. Ma io vi dico: chiunque ripudia la propria moglie, eccetto il caso di unione illegittima, la espone all’adulterio, e chiunque sposa una ripudiata, commette adulterio.
Avete anche inteso che fu detto agli antichi: “Non giurerai il falso, ma adempirai verso il Signore i tuoi giuramenti”. Ma io vi dico: non giurate affatto, né per il cielo, perché è il trono di Dio, né per la terra, perché è lo sgabello dei suoi piedi, né per Gerusalemme, perché è la città del grande Re. Non giurare neppure per la tua testa, perché non hai il potere di rendere bianco o nero un solo capello. Sia invece il vostro parlare: “sì, sì”, “no, no”; il di più viene dal Maligno».

Preghiera sulle offerte
Questa nostra offerta, Signore,
ci purifichi e ci rinnovi,
e ottenga a chi è fedele alla tua volontà
la ricompensa eterna.

Antifona di comunione
Hanno mangiato e si sono saziati
e Dio li ha soddisfatti nel loro desiderio,
la loro brama non è stata delusa. (Sal 78,29-30)

Oppure:
Dio ha tanto amato il mondo da donare il suo unico Figlio,
perché chiunque crede in lui non perisca,
ma abbia la vita eterna. (Gv 3,16)

Oppure:
Chi osserva e insegna agli uomini i precetti del Signore,
sarà grande nel regno dei cieli. (cf. Mt 5,19)

Preghiera dopo la comunione
Signore, che ci hai nutriti al convito eucaristico,
fa’ che ricerchiamo sempre quei beni
che ci danno la vera vita.

Lectio
Iniziamo questa riflessione pregando la 2°Colletta che sintetizza il tema di questa VI domenica del TO.

Colletta
O Dio, che riveli la pienezza della legge nella giustizia nuova fondata sull'amore, fa' che il popolo cristiano, radunato per offrirti il sacrificio perfetto, sia coerente con le esigenze del Vangelo, e diventi per ogni uomo segno di riconciliazione e di pace.

Contrariamente a tutte le altre volte oggi desidero riflettere sul Salmo 118/119 che verrà proclamato o cantato durante la celebrazione eucaristica. Il Salmo 119 è un canto ininterrotto, lungo, lento che necessita di pause per poterne cogliere il significato sotteso in ogni versetto. Dietrich Bonhoeffer ha scritto: “Indubbiamente il Salmo 119 è particolarmente pesante per la sua lunghezza e monotonia: ma proprio per questo dobbiamo procedere parola per parola, frase per frase, molto lentamente, tranquillamente, pazientemente. Scopriremo allora che le apparenti ripetizioni sono in realtà aspetti nuovi di una sola e medesima realtà: l’amore per la parola di Dio. Come questo amore non può mai avere fine, così non hanno fine le parole che lo proclamano. Esse possono accompagnarci per tutta la nostra vita, e nella loro semplicità esse diventano preghiera del fanciullo, dell’uomo, del vegliardo”.
San Girolamo, grande Padre della Chiesa e biblista, a proposito di questo nostro salmo scrisse: “Quale miele può essere più soave dell’assaporare la sapienza di Dio ed entrare nei suoi santuari? Gli altri custodiscano pure le loro ricchezze! Le nostre delizie sono nel meditare la legge del Signore notte e giorno…” (Gianfranco Ravasi, Il libro dei Salmi - EDB)
Papa Benedetto XVI in un suo commento scrisse: “Lasciamo dunque che il Signore ci metta nel cuore questo amore per la sua Parola, e ci doni di avere sempre al centro della nostra esistenza Lui e la sua santa volontà. Chiediamo che la nostra preghiera e tutta la nostra vita siano illuminate dalla Parola di Dio, lampada per i nostri passi e luce per il nostro cammino, come dice il Salmo 119 (cfr v. 105), così che il nostro andare sia sicuro, nella terra degli uomini. E Maria, che ha accolto e generato la Parola, ci sia di guida e di conforto, stella polare che indica la via della felicità”.

L’autore di questo salmo ha dunque un amore ‘viscerale’ per la Parola di Dio che viene descritta come il rimedio unico a tutti i mali del mondo, siano essi materiali o spirituali. Deve avere vissuto sulla sua pelle cosa significa essere lontano dallo sguardo del Signore …. Chissà dove ha vagato, dove triste se n’è andato cercando felicità effimere prima di approdare nel porto sicuro della misericordia del Padre.

Cerco di risponder a queste domande:
Quali momenti, dedico nella mia vita alla Parola di Dio per:
·         Conoscerla
·         Meditarla
·         Viverla
·         Condividerla con altri

Cerco di rispondere senza fretta … e leggendo adagio il salmo che mi viene proposto dalla liturgia.

Il Salmo 119 comprende 22 strofe, quante sono le consonanti dell'alfabeto ebraico, ognuna composta da 8 versetti. Ogni ottava inizia con una differente lettera dell'alfabeto ebraico che costituisce anche il titolo della stessa. Allo stesso modo anche ogni versetto dell'ottava comincia con la stessa lettera dell'alfabeto che dà il titolo alla strofa. Tutte le parole danno lode alla Parola dell’Onnipotente!
Naturalmente nel contesto celebrativo si leggono solo alcuni versi dei 176 di cui il salmo si compone; quanto basta però a farci rimettere nel cuore della Legge di Dio.

Salmo Responsoriale (118/119)
Beato chi cammina nella legge del Signore.

Beato chi è integro nella sua via
e cammina nella legge del Signore.
Beato chi custodisce i suoi insegnamenti
e lo cerca con tutto il cuore.

Tu hai promulgato i tuoi precetti
perché siano osservati interamente.
Siano stabili le mie vie
nel custodire i tuoi decreti.

Sii benevolo con il tuo servo e avrò vita,
osserverò la tua parola.
Aprimi gli occhi perché io consideri
le meraviglie della tua legge.

Insegnami, Signore, la via dei tuoi decreti
e la custodirò sino alla fine.
Dammi intelligenza, perché io custodisca la tua legge
e la osservi con tutto il cuore.

Se dovessimo contare tutte le beatitudini contenute nella Scrittura ne troveremmo davvero tante; generalmente si pensa alle otto beatitudini in realtà ne esistono molte altre e tutte collegate all’ascolto e alla messa in pratica del Santo Evangelo!

Il Salmo 119 ci porta dunque all’incontro con il Signore e ci orienta verso il Vangelo. Vorrei fermarmi sulla prima strofa:
Beato chi è integro nella sua via
e cammina nella legge del Signore.
Beato chi custodisce i suoi insegnamenti
e lo cerca con tutto il cuore.
Innanzitutto Il Salmo ci invita ad obbedire alla legge del Signore con tutto l’impegno personale. Tale possibilità non è solo un obbligo esteriore ma un dono concesso all’uomo che ripone la sua fiducia in Dio. La pratica della giustizia nuova per entrare nel regno dei cieli non può derivare solo da un impegno individualistico, ma da un dialogo familiare e costante con la Parola di Dio.

Chi è beato per noi? Non pochi risponderemmo: È beato chi ha successo nella vita, chi ha un buon posto di lavoro, la salute, una bella famiglia, una casa, soldi ecc. ecc. Tutto sarebbe lecito se alla fine saremmo effettivamente contenti … ma manca sempre qualcosa. Scriveva Agostino, il grande indagatore del cuore umano: "Noi tutti certamente bramiamo vivere felici e tra gli uomini non c'è nessuno che neghi il proprio assenso a questa affermazione anche prima che venga esposta in tutta la sua portata" (De moribus eccl., 1,3). Il problema sta però nel fatto che l'uomo va perdendo sempre più l'orientamento nella ricerca di questa felicità alla quale aspira: intuisce che c'è ma non sa cercarla, spesso sbaglia percorso, si rassegna alla fine mettendo a tacere la sua sete profonda di gioia cercando altrove e in cose superficiali.
Il card. Martini commenta: “È libero e felice chi percorre i sentieri della legge di Dio (...) chi non è dominato dall’orgoglio, chi non è posseduto dalla ricchezza e dall’ossessione del consumo, chi non ha bisogno di sudditi per sentirsi importante, chi non teme di assumersi le proprie responsabilità (...). Il contrario è paura della libertà, rinuncia alla libertà: anzi fuga dalla libertà. Dio educatore conduce alla libertà vera

·         Beato chi cammina nella legge del Signore
Nella vita dei fedeli c’è un continuo invito ad ascoltare e, quindi, a vivere secondo il volere di Dio. In questa prospettiva, non basta solo osservare i comandamenti ma è necessario costruire la propria vita attorno alla legge di Dio. “Insegnami, Signore, la via dei tuoi decreti e la custodirò sino alla fine”, dice il Salmista, e chiede: “Dammi intelligenza, perché io custodisca la tua legge e la osservi con tutto il cuore”. E c’è l’invito a camminare. Camminare. È il verbo della fede.
Camminare con Dio implica una determinata e costante presenza e comunione con Dio, attraverso l’ascolto, la comunione fraterna, i sacramenti…  Questo, credo, è quello che l'apostolo Giovanni vuole farci capire quando dice che i credenti devono dimorare in Cristo e camminare come camminò Lui (cfr 1Giovanni 2,6). Il termine "camminare" sembra presupporre un moto progressivo. Una persona che cammina, anche se si muove lentamente, va avanti, non resta nello stesso luogo. E così è con quelli che camminano con Dio. Essi vanno avanti, come dice il Salmista, "di forza in forza"; o, per dirla con le parole dell'apostolo Paolo, "di gloria in gloria, secondo l'azione del Signore, che è lo Spirito" (2 Corinzi 3,18).

·         Beato chi custodisce i suoi insegnamenti
L’altra parola chiave è: custodire. Si tratta di un atteggiamento, quello della custodia, che attraversa tutta la Scrittura, caratterizzando la relazione tra l’uomo e il suo Dio “custodire i comandamenti”, “custodire le mie norme e i miei statuti”; ma anche il Signore è detto in Sal 121,4 “colui che custodisce Israele”, oppure la relazione tra un uomo e il suo simile (pensiamo alla risposta di Caino al Signore “sono forse il custode di mio fratello” Gen 4,9, ma anche la relazione tra l’uomo e il territorio, l’uomo e l’ambiente che lo circonda.
Nella Bibbia, “custodire”, “custode” viene usato sia in riferimento a Dio come alla persona o al popolo. Se ci lasciamo illuminare dai passi biblici possiamo notare che ci sono varie sfumature che meglio ci aiutano a comprendere la profondità di questo invito.
Sono molti i riferimenti biblici che ci rivelano l’atteggiamento di Dio che custodisce. E’ interessante notare che quando questo verbo viene usato in riferimento a Dio, la sua azione di custodire è rivolta sempre al suo popolo, a una persona in particolare o un gruppo di persone e ha la finalità di creare, di preservare, di intensificare la relazione, la comunione.
Se analizziamo alcuni passi, possiamo subito comprendere le caratteristiche dell’agire di Dio:
Nei versetti di: Es. 23,20 “Ecco, io mando un angelo davanti a te per custodirti sul cammino e per farti entrare nel luogo che ho preparato” … l’azione del custodire si connota come l’essere guida nel cammino con l’elemento del proteggere perché la persona possa raggiungere la sua meta.
Un altro passo molto bello e significativo lo troviamo nel Deuteronomio: Dt. 32,9-11 “Perché porzione del Signore è il suo popolo, …Lo circondò, lo allevò, lo custodì come pupilla del suo occhio. Come un'aquila che veglia la sua nidiata, che vola sopra i suoi nati, egli spiegò le ali e lo prese, lo sollevò sulle sue ali”.
In questi versi, il custodire si può identificare con prendersi cura con tutte le sfumature e le “attenzioni” che questo comporta: circondare, allevare, prendere, sollevare. Dio rivela chiaramente qui il suo cuore materno e la tenerezza con cui custodisce la sua “creatura”, il popolo eletto.


Benedetto XVI, Catechesi sul Salmo 119, mercoledì 9 novembre 2011,
Gianfranco Ravasi Il libro dei Salmi. Commento e attualizzazione. Vol. 1: Salmi 1-50.


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