Missionari della Via, "Credi che chi ha fede in me, anche se muore vive?"

Commento su Giovanni 11,1-45
Missionari della Via  
V Domenica di Quaresima (Anno A) (02/04/2017)
Vangelo: Gv 11,1-45 
Dopo i temi dell'acqua viva dello Spirito e della luce della salvezza, eccoci al tema battesimale della vita eterna.

Gesù viene avvisato che un suo caro amico, Lazzaro, sta per morire; che fa? Si precipita affannosamente? No, se ne sta lì tranquillo e dice: Questa malattia non è per la morte, ma servirà alla gloria di Dio. È come se ci volesse dirci: tranquilli, Lazzaro è mio discepolo, crede in me, e chi è unito a me attraversa e vince la morte: Io sono la risurrezione e la vita! Sì, chi crede in Gesù e vive unito a Lui, anche se muore, vive per sempre! Gesù infatti a chi crede in Lui comunica la Sua stessa vita divina, immortale, che rende capaci di superare la morte che diventa sorella morte, che non fa paura, che introduce nell'abbraccio con il Dio della vita.
C'è un bel salto nella fede da fare, come è stato per Marta, alla quale - addolorata per la morte del fratello e per "l'assenza del Signore" - Gesù ha posto anzitutto una domanda, la principale, che rivolge a tutti noi: tu credi in me? Credi che chi ha fede in me, anche se muore vive? Sì, ci crediamo che quel nostro amico o parente morto nell'amore di Dio, e che spesso diciamo che "non c'è più", in realtà è morto fisicamente ma è vivo in Dio? Coraggio caro fratello e cara sorella, apri il cuore alla speranza, lasciati convincere dall'amore e dalla potenza della risurrezione di Gesù! La morte di una persona cara è una cosa bruttissima, certo, ci fa soffrire tanto e ci fa piangere, come ha pianto lo stesso Gesù, ma Lui l'ha vinta! Dunque non disperare! I nostri cari sono in Dio, e Lui è molto più grande e buono di noi! Non piangiamoli come se ormai fossero "estinti nel nulla", ma, dato che ci sono vicini, "incontriamoli nella fede", pregando per loro, ricevendo l'Eucaristia in grazia di Dio, dandoci da fare con la carità, certi che l'amore vince la morte!
L'amore di Dio vince ogni morte: la morte naturale, ma anche la morte del cuore: la morte che causa in noi il peccato, la morte interiore dopo un dramma, un lutto, un tradimento. Chi può "risuscitarci"? Solo Gesù, solo l'Amore... bisogna invocarlo, come farebbe una persona prigioniera delle macerie dopo un terremoto, che chiama i soccorsi... Ma spesso le persone che sono in pesanti situazioni, non riescono nemmeno a pregare; sono come Lazzaro nella tomba: allora ci vuole l'aiuto degli altri, di quei discepoli che Gesù ha mandato a "risuscitare i morti". Ma che intendeva? Se fosse solo letteralmente, si contano sulla punta delle dita i santi che hanno potuto operare questi miracoli. Gesù intendeva anche - e soprattutto di risuscitare i morti nel cuore, i morti spirituali, come il figliol prodigo (R. Cantalamessa).
Come fare? Per esempio: conosci qualcuno solo, o in una casa di riposo? Forse il suo cuore è indurito per il silenzio dei parenti. Telefonagli, cerca di andarlo a trovare: probabilmente hai risuscitato un morto! Un tuo familiare è rimasto demoralizzato dopo l'ennesimo scontro in famiglia; vagli incontro, annunziandogli con le parole e i gesti l'amore di Dio, così che possa rinascere la fiducia. Vedete, non è poi così difficile "risuscitare un morto": bastano piccoli concreti atti di carità! E nel caso di "morte interiore" dovuta al peccato grave, non esitiamo a ritornare con gioia alla misericordia di Dio, ricevendo il suo abbraccio nel sacramento della confessione, così che la sua vita divina riprenda a "scorrere nelle nostre vene"!

Fonte:http://www.qumran2.net

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