don Marco Pedron"Questo mondo ha bisogno di te"

Questo mondo ha bisogno di te
don Marco Pedron
Domenica di Pasqua - Risurrezione del Signore (Anno A)
Vangelo: Gv 20,1-9 
Per riflettere
Una Buona Pasqua a tutti voi. A Pasqua spesso viene regalato ai bimbi un uovo. Adesso è di
cioccolata perché è più buono, ma una volta si facevano "le uova" bollite e colorate. Perché? Perché Pasqua è il segno, il simbolo di qualcosa di nuovo, di inaspettato, che nasce.
1. L'uovo è il segno della nascita per eccellenza: c'è qualcosa dentro che sta nascendo, che non si vede, ma c'è.
2. L'uovo, inoltre, indica da una parte lo scudo, la resistenza, la fatica, la corazza, che bisogna forare, bucare perché nasca qualcosa di vitale, di nuovo.
3. Dall'altra parte indica il tempo (la cova) necessario perché qualcosa di nuovo nasca: ogni gravidanza ha bisogno del suo tempo; ogni nascita non si può improvvisare, accelerare, ha bisogno di un tempo di gestazione. Ci vuole il tempo che ci vuole.
"Un uomo vedeva un bruco che stava diventando farfalla. E vedendo la sofferenza di questa trasformazione, soffiò un delicatissimo alito caldo in modo che la cosa potesse avvenire più velocemente e con la minore sofferenza possibile. E fu così... Solo che il passaggio fu troppo veloce e le ali non si formarono a sufficienza per volare".
Il nuovo è così: ha bisogno sempre di un tempo di formazione, di gestazione e di un tempo di fatica, di dolore. Ma quando nasce tuo figlio, quanta felicità c'è! Ma quando poi nasce... è meraviglioso, incredibile, fantastico.
Pasqua è questo dischiudersi. L'uovo è il segno di un passaggio totale: prima c'era un uovo e poi c'è un pulcino. Allora augurarsi "Buona Pasqua" vuol dire augurarsi una trasformazione radicale, che possa nascere nella tua vita qualcosa di totalmente nuovo, inatteso e meraviglioso. Che da questa tua vita (uovo) possa nascere in te qualcosa di vitale (pulcino), di vivo, di meraviglioso, che riempia il tuo cuore, la tua vita e la tua anima.
Negli anni scorsi ho commentato il vangelo di Pasqua. Quest'anno, invece, mi sono chiesto: "Ma che cosa ha voluto dire Pasqua per gli apostoli?". "Che cosa è stata la resurrezione per quegli uomini?". "Che cosa voleva dire per loro resurrezione?". E poi: "Che senso ha festeggiare Pasqua in questo mondo e in questo anno 2011?".
La teologia ci ricorda alcune cose a riguardo della resurrezione.
1. La resurrezione è un salto quantico: Gesù non è tornato in vita come Lazzaro, quindi resurrezione non è uguale a ritornare in vita, a vivere più a lungo. Gesù è risorto, cioè è passato ad una nuova dimensione. Vive non più secondo l'esistenza mortale e terrena (il Gesù storico è morto per sempre), ma secondo un'esistenza vivente e celeste. La resurrezione è cioè il passaggio da una dimensione ad un'altra dimensione.
2. Gesù è totalmente presente. Anche se fisicamente Gesù è morto, il Risorto, come Spirito che permea tutte le cose, è totalmente presente nel nostro mondo e nel nostro universo. La sua Forza, la sua Presenza è qui. Se Gesù è morto, il Risorto vive. Questo vuol dire che c'è una forza (il Risorto) che risiede, dormiente o attiva/viva, in ciascuno di noi. D'altronde ri-sur-rezione vuol dire: sorgere, nascere (regere) di nuovo (ri) da dentro (sub).
3. Il Risorto è presente in tutto ciò che esiste, che è esistito e che esisterà. La resurrezione cioè riguarda il presente, il passato e il futuro. Questo vuol dire che c'è un'unione, un'interrelazione fra tutti e fra tutto.
La teologia dice questo. Il mondo però vive tutt'altro (e a volte non ci viene voglia di un gran ottimismo): cosa vuol dire allora risurrezione oggi, in questo mondo, in questo anno 2011?
Ecco delle albe (20,1), come fu quel giorno per le donne, degli inizi che devono svilupparsi.
1. La forza è in me. Non dobbiamo aver paura di essere potenti. Il Risorto è con noi e in noi. Siamo così deboli come pensiamo?
La resurrezione dice: "Dio vive in te". Eppure a volte non si direbbe mica tanto! Se Dio vive dentro, questo non può essere qualcosa di puramente simbolico o spirituale. Si deve vedere, toccare, sentire, percepire.
Come fecero gli apostoli ad andare in tutto il mondo? Dove trovarono quella forza? Non fu qualcosa di simbolico, fu molto reale: quelli presero e senza la paura che avevano prima, andarono davvero dappertutto affrontando ogni pericolo e ostacolo. Dove trovarono quella forza? Nel Risorto, nel Dio cioè che sentivano e percepivano chiaramente vivo e presente dentro di loro e con loro. Non disse Gesù: "Se aveste fede quanto un granellino di senapa, potreste dire a questo gelso: Sii sradicato e trapiantato nel mare, ed esso vi ascolterebbe" (Lc 17,6)?
Nel giugno 2005 Amanda Dennison ha percorso 686 metri, senza bruciarsi, su carboni ardenti che andavano da 871° a 982° C! Com'è possibile? Chi compie la camminata sulle braci ardenti lo sa: chi si aspetta di bruciarsi, si ustiona, chi invece crede di no, non si ustiona.
La tribù persiana dei Bakhtiari cammina a piedi nudi giorni e giorni sulla neve e sul ghiaccio per valicare un passo tra le montagne alto 4.500 metri! Com'è possibile? Eppure!
Angela Cavallo nel 1964 ha alzato una Chevrolet tenendola sollevata per i cinque minuti occorsi ai vicini per arrivare, riuscendo a liberare il figlio incosciente.
Un operaio ha sollevato un elicottero dal peso di 1.400 chili che si era schiantato contro un canale di drenaggio, intrappolando il suo amico sott'acqua.
I devoti fondamentalisti della Santa e Libera Chiesa Pentecostale, in stato di estasi religiosa, dimostrano la protezione divina con la capacità di maneggiare senza rischi velenosi serpenti a sonagli. E se morsi, non subiscono i previsti sintomi di avvelenamento.
Tutto ciò è documentato da testimoni e immagini: ma com'è possibile?
Dio vive o non vive dentro di noi? O è solo un modo di dire simbolico?
E visto che Dio vive dentro di noi e che ciò è possibile, perché io non sono in grado di compierlo?
Sapete come fanno a legare un elefante? L'elefante ha la forza per spezzare qualsiasi corda e per sradicare ogni palo e albero. Eppure lo legano ad un palo e lui rimane attaccato lì. Com'è possibile? Semplice! Fin da piccolo la sua zampa verrà legata ad un palo con una corda robusta. L'elefante è piccolo, la corda è forte e non riesce a liberarsi. Così l'elefante impara che la corda è inamovibile, onnipotente: da adulto ha questa credenza, quest'idea dentro di sé e così ogni volta che sentirà la corda intorno alla zampa crederà che quella corda sia onnipotente.
Non siamo noi quell'elefante? Non è che c'è stato insegnato che siamo deboli, impotenti? Non ci è stato detto di accontentarci? Non c'è stato detto che non si può? E' vero che l'umanità va così e che non possiamo farci niente? E' vero che noi non possiamo nulla? E' vero che non possiamo cambiare questo mondo?
Se gli apostoli avessero pensato questo, non ci sarebbe neppure stato il Cristianesimo. Loro ebbero fede che era possibile e lo fu. Se credi che non è possibile, non lo sarà. Se credi che è possibile, lo sarà. "Tutto quello per cui pregate, abbiate fede di averlo ottenuto e vi sarà concesso" (Mc 11,24). E' così! Dio è veramente forza.
2. Tocca a me, non agli altri, fare la mia parte.
La risurrezione è una missione: "Vado io". Risurrezione per ogni apostolo (apostolo=mandato) ha voluto dire missione, andare.
Gli apostoli, dopo la risurrezione, non dissero: "Voi dovete fare; voi dovete convertirvi; andate voi". Gli apostoli si sentirono chiamati in prima persona, fecero un incontro, un'esperienza, furono "bruciati" da quell'esperienza per cui non furono più gli stessi e andarono loro stessi in tutto il mondo. Si sentirono chiamati in prima persona ad andare nel mondo: non gli altri, ma loro.
La gente si giustifica dicendo: "Se gli altri facessero... se tutti... a che serve che solo io faccia questo quando tutti gli altri fanno diversamente...".
In Giappone hanno realizzato degli esperimenti con le scimmie. Hanno mostrato come alcune di esse avessero imparato a buttare in acqua delle patate dolci per ripulirle dalla sabbia. Dopo un lungo periodo, la centesima scimmia, discendente dalle prime, aveva capito come doveva fare. Era stata raggiunta la massa critica e tutta la colonia aveva adottato quell'abitudine. Ancor più stupefacente è il fatto che le scimmie delle isole vicine si fossero messe a fare altrettanto, anche se nessuna delle scimmie-cavie era entrata in contatto con loro (è la teoria morfogenetica di Sheldrake).
Uno studio rigoroso su 24 città degli Usa ha dimostrato che ogni volta che una città raggiungeva un punto in cui l'1% della popolazione praticava regolarmente Meditazione Trascendentale (MT) il tasso di criminalità crollava del 24%.
In un altro studio vennero prese 48 città. Le 24 città con le percentuali di soglia dei meditatori (cioè con l'1% della popolazione che praticava la MT) sperimentarono una diminuzione del 22% del crimine e dell'89% della tendenza criminale. Nelle altre 24 città, invece, dove non si era raggiunta la massa critica dell'1% il crimine aumentò del 2% e la tendenza criminale del 53%.
Nel 1993, a Washington, un gruppo di Meditazione Trascendentale si mise a pregare. Ogni volta che il gruppo raggiungeva i 4000 meditatori, il tasso di crimine violento cadeva e continuava a cadere. Dopo lo scioglimento del gruppo il tasso continuò ad alzarsi, purtroppo.
Cosa vuol dire? Vuol dire che ognuno di noi deve fare la sua parte, perché il raggiungimento di una massa critica porta ad un salto energetico, di consapevolezza, quantico, spirituale. C'è bisogno di tutti, c'è bisogno che ognuno faccia la sua parte. L'umanità ha bisogno proprio di te, che tu possa vivere ad un certo livello, che chiameremo spirituale o da risorti.
3. E' tempo del grande salto spirituale.
Noi abbiamo l'idea darwiniana che la storia sia un graduale, lento, processo evolutivo. Invece sappiamo che non è così. La storia evolutiva dell'umanità ha avuto salti quantici: giunti ad un certo grado di consapevolezza, di coscienza, è sopraggiunta un'evoluzione improvvisa e inspiegabile.
La resurrezione è stata nient'altro che questo per gli apostoli: un salto quantico.
Fino a prima gli apostoli avevano una fede insicura e timorosa, poi, inspiegabilmente (e questo dicono gli esegeti è il vero e grande miracolo storicamente visibile e riscontrabile della resurrezione) hanno avuto "un salto" inspiegabile per cui hanno fatto ciò che prima era impensabile, conoscevano ciò che prima era incapibile, avevano una forza che prima era inimmaginabile.
Quando le persone parlano, tutte sono d'accordo che non si può andare avanti così. Il negativo di ciò è che nessuno (meglio, non tanti) fa niente per cambiare. Il positivo è, però, che dice una grande realtà: siamo alla fine di un'epoca. Il progresso, il libero mercato, la società in genere come l'abbiamo pensata noi non può più durare. La nostra società è basata sulla vecchia e antievangelica idea della competizione: "Io ti vinco". Ma dove c'è un vincitore c'è sempre un perdente. E chi perde oggi vorrà vincere domani.
Competere per noi vuol dire arrivare prima, davanti e eliminare l'avversario. C'è una storia che spiega bene la competizione. Ci sono due campeggiatori in Canada. Ad un certo punto si trovano davanti un orso. Allora uno dei due si mette le scarpe e l'altro gli dice: "Perché ti metti le scarpe? Non puoi correre più veloce di un orso". Allora l'altro gli risponde: "E chi ha bisogno di correre più veloce dell'orso? Mi basta soltanto correre più veloce di te".
Eppure l'etimologia della parola com-petere vuol dire "lottare insieme". Competere vorrebbe dire: ci serviamo dell'energia di tutti per il bene comune e non implica lo schiacciare i propri avversari e il vincere a tutti i costi.
Alle aziende e alle banche interessa arrivare prima, aver di più (il budget) e soprattutto distruggere gli avversari. Nella politica ci si schiera gli uni contro gli altri, a priori. La pubblicità è "l'arte di confezionare una fregatura" (dice un mio amico). Nel 2001 il Pentagono ha pagato uno studio pubblicitario (il Rendon Group) per 397.000 dollari, con un contratto di soli quattro mesi, per promuovere l'idea che era necessario bombardare l'Afghanistan.
Per anni l'ipertensione era sempre stata definita come pressione sanguigna al di sopra dei valori 140/90. Ma dal 2003 è stata introdotta una nuova malattia: la pre-ipertensione per cui il livello era 120/80. E questa nuova patologia poteva essere curata con gli stessi farmaci dell'altra. L'economia!
Albert Einstein: "Non so con quali armi verrà combattuta la terza guerra mondiale, ma so che la quarta guerra mondiale verrà combattuta con bastoni e pietre". L'umanità oggi è in grado di distruggersi: gli uomini oggi hanno i mezzi per farlo. Ma non è una certezza, è solo una possibilità. Prima che accada, noi possiamo compiere un salto spirituale.
Risurrezione oggi, in questo tempo, è: "Dobbiamo compiere un salto spirituale". Gli apostoli, dodici uomini insignificanti per quel tempo, più Gesù, hanno cambiato la storia.
Questa direzione porterà alla fine. Ma noi possiamo cambiare strada. Due uomini sono sul treno. Il treno ha l'impianto frenante bloccato quindi continuerà a procedere a questa velocità. Fra una decina di chilometri c'è una curva per cui, prendendola a tale velocità, il treno sicuramente deraglierà. Un uomo impreca Dio per ciò che succede, vedendosi la morte arrivare. L'altro decide di saltare giù dal treno.
Il 4 luglio 1744 vi fu un incontro volto a foggiare un'alleanza tra Irochesi e coloni inglesi contro la Francia. Il capo indiano Canassatego parlò ai coloni inglesi. Prese una freccia tra le mani e senza alcun sforzo la spezzò in due. Poi prese insieme dodici frecce, una per ogni colonia rappresentata, e né lui né l'uomo più forte presente riuscì a romperle. Se siamo uniti non ci spezzeranno. Se siamo uniti, vinceremo. Se uniremo le nostre forze avremo una forza enorme, perché la forza dell'insieme è maggiore della somma delle sue singole parti. C'è bisogno di tutti per compiere il Grande Salto.
4. C'è bisogno di nuovi visionari, di nuovi apostoli.
La resurrezione fu un'idea rivoluzionaria, visionaria, incredibile per la maggioranza della gente. Quando San Paolo (At 17,22-34) parlò agli Ateniesi di risurrezione, alcuni lo derisero altri gli dissero: "Su questa cosa, ti sentiremo un'altra volta (At 17,32)". Un modo "delicato" per dirgli: "Ma non dire sciocchezze!".
Gli apostoli erano dei visionari, dei profeti. Dal nostro punto di vista di certo lo erano (e la storia testimonia ciò), ma quelli che li sentivano cosa credete che dicessero: "Sono tutti pazzi; sono fuori di sé (Mc 3,21); sono tutti ubriachi (At 2,13); sono pazzi furiosi".
D'altronde dobbiamo capirli. Gli apostoli dicevano: "Vi ricordate di Gesù, quello che è morto, beh non è morto è vivo, noi lo abbiamo visto e incontrato. Ci abbiamo parlato e perfino mangiato insieme". E' perché non esistevano gli ospedali psichiatrici a quel tempo, ma oggi sarebbero stati certamente tutti internati!
Eppure quegli uomini non erano pazzi ma visionari. Il visionario, il profeta, vede prima quello che altri non vedono, quello che altri neppure immaginano o pensano. Il profeta vede oltre: se tutti vivono nell'anno 2011 lui è come se fosse già nel 6011. Allora lui vede (sa) cose che tutti gli altri non sanno.
Iain Couzin con la sua equipe ha studiato le formiche (e molti altri animali che vivono in società). Ha scoperto che quando il 51% dei membri di un branco guardavano in una certa direzione, l'intero branco procedeva in quella direzione. Ma osservando meglio ha scoperto che dentro ad ogni branco c'erano dei leader, dei creatori di tendenze, degli "esperti" che avevano maggior fiuto rispetto agli altri per trovare cibo o nell'individuare il pericolo. E sia in un piccolo gruppo di 30 formiche che in uno molto più grande di 300, il gruppo era guidato da questi esperti. Gli stessi esperimenti si verificano con gli altri animali.
Abbiamo bisogno di leader positivi, di illuminati, di gente dalla grande spiritualità e dalle grandi visioni, che ci indirizzino nella giusta strada. E abbiamo bisogno di difenderli, di sostenerli, di aiutarli, perché ogni gruppo, senza questi visionari positivi, questi saggi, va velocemente in rovina e muore.
5. Credo perché l'ho incontrato. Non credo: ne sono certo. Io l'ho visto!
Nei vangeli la resurrezione non è mai un discorso ma sempre un incontro tra il Risorto e la persona.
Gli apostoli partirono e andarono in tutto il mondo non su sentito dire o perché qualcuno glielo avesse comandato. Tutti gli apostoli, ma questo vale per tutti quelli che nella storia hanno seguito il Signore, lo hanno fatto perché ad un certo momento lo hanno incontrato. E' stata un'esperienza (nei vangeli è un'apparizione) che ha cambiato la loro vita, l'ha sconvolta e che ha creato la scintilla per seguirlo dovunque la Voce portasse e chiamasse.
Richard Buckminster Fuller a 32 anni, nel 1927, è in bancarotta, la figlia Alexandra gli muore di polmonite, comincia a bere e decide di suicidarsi. Ma all'ultimo momento mentre sta per buttarsi nel lago Michigan un pensiero, un'illuminazione, gli cambia la mente: "Perché non donare la mia vita al mondo? Perché non fare della mia vita un esperimento?". E divenne un famosissimo architetto, inventore e filosofo. Visse con l'idea di fare della propria vita un dono per l'umanità. E' morto nel 1983.
E Norman Cousins? Norman Cousins è colui che ha studiato l'effetto placebo. Prendeva due gruppi di persone. Al primo gruppo diceva: "Questo farmaco è nuovissimo ed efficacissimo; vi darà un sollievo immediato e duraturo". Il 70% dei malati, infatti, migliorò ed ebbe sollievo. Al secondo gruppo diceva: "Questo è un farmaco sperimentale e gli effetti sono ignoti". Il 25% dei malati ebbe comunque notevoli miglioramenti. Il punto è che nessuno dei due farmaci era una medicina e che erano la stessa cosa: una sostanza di acqua e zucchero. E allora? La fede in quello che fai, in quello che dici, in quello che credi, è la tua forza o la tua rovina.
Nel 1964, Norman Cousins si ammala. Diagnosi: forma grave di artrite che colpisce i tessuti connettivi. Possibilità di sopravvivere 1 su 500, subendo in ogni caso devastazione fisica e progressiva immobilizzazione. Tutti i medici: "Non c'è nulla da fare, si prepari al peggio". Ma non era stato proprio lui a studiare l'effetto placebo dei farmaci e il potere dell'autosuggestione? Allora si disse: "Adesso tocca a me. Io voglio aver fede che guarirò". Cambiò radicalmente la sua vita (si disse: "Se vivere così mi paralizza, dovrò fare tutto diversamente!"), iniziò a coltivare emozioni positive (amore, speranza, fiducia in sé, ecc.), la terapia del sorriso (ogni giorno dosi di film che lo facevano ridere) e soprattutto la fede. Otto giorni dopo il suo medico, incredulo, notò miglioramenti e quattro mesi dopo, inspiegabilmente (per chi non ha fede) era tornato a pieno regime di lavoro. E' morto nel 1990!
Virgilio diceva: "Possono perché credono di potere". E' così!
Abbiamo bisogno di apostoli, di testimoni che ci parlino perché sanno, perché hanno sperimentato. Chi ha incontrato il Signore ti trasmette la Vita, chi lo ha studiato ti trasmette idee su di Lui. Dobbiamo trovare il coraggio di conoscerlo di persona, di sperimentarlo, qualsiasi cosa ci costringa ad affrontare, perché allora e solo allora conosceremo chi davvero è Lui. Giobbe 42,5: "Io ti conoscevo per sentito dire, ma ora i miei occhi ti vedono".
Il vangelo di Matteo, il vangelo di quest'anno liturgico, si conclude con l'invito di Gesù agli Undici apostoli: "Andate in tutto il mondo... io sono con voi" (Mt 28,16-20). Resurrezione è vivere in prima persona questo invito. Chi deve andare? Io.
Martin Buber racconta questa storia. "Si diceva che alle porte di una città c'era un mendicante che sapeva chi era il Messia. Così un rabbino, appena sentita la notizia, si mise subito in viaggio, desideroso di sapere chi fosse. Quando arrivò alla città, effettivamente trovò alle porte della città un uomo che mendicava. "Mi hanno detto che tu sai chi è il Messia: è vero?". "Sì, è vero". "Ti prego, allora, dimmelo: chi è il Messia?". "Tu!".
Lui è Risorto e ti sta aspettando all'incrocio di qualche strada: abbi il coraggio di incontrarlo, non te ne pentirai! Lui è la tua forza... perché questo mondo ha bisogno di te.
Pensiero della Settimana
Durante la preghiera mattutina un angelo apparve a cinque rabbini e disse: "Oggi vedrete il Messia!".
Era sera e il sole come una palla di fuoco rosso scendeva nella calda Palestina.
Il primo era un razionale: "E' tutto un inganno,
è tutta una produzione della mente, ci siamo creati tutto noi.
In realtà non c'è niente da vedere".
Il secondo era una iena, pieno di rabbia:
"Quell'angelo maledetto, mi aveva promesso che l'Avrei visto!".
Il terzo era un rassegnato: "Dio non si può vedere.
Dio nessuno lo ha mai visto, perché dovrei vederlo io?".
Il quarto era un ossessivo:
"Sto guardando tutti i volti per vederlo, ma non l'ho ancora visto.
Ma lo troverò, dovessi trovarlo fra cent'anni, lo troverò!".
Il quinto di ritorno dal lavoro, si sedette lungo la strada e guardò con meraviglia e stupore la discesa del sole, l'intensità dei colori;
si lasciò riempire dal silenzio e dai lievi rumori attorno; sentì che quel sole c'era fuori e c'era dentro di lui; si sentì terribilmente felice, immerso nel creato e al centro dell'universo e disse:
"E' vero, oggi ho visto Dio".
Fonte:http://www.qumran2.net

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