S.E.R. CARD. ANGELO SCOLA DOMENICA DI PASQUA NELLA RISURREZIONE DEL SIGNORE
ARCIDIOCESI DI MILANO
DOMENICA DI PASQUA NELLA RISURREZIONE DEL SIGNORE
At 1,1-8a; Sal 117; 1Cor 15,3-10a; Gv 20,11-18
DUOMO DI MILANO, 16 APRILE 2017
OMELIA DI S.E.R. CARD. ANGELO SCOLA, ARCIVESCOVO DI MILANO
1. Si mostrò ad essi vivo
«Egli si mostrò ad essi vivo, dopo la sua passione» (Lettura, At 1,3).
Maria di Magdala «si voltò… e vide Gesù, in piedi» (Vangelo, Gv 20,14). «È risorto il terzo giorno… e apparve a Cefa… ai dodici… a più di cinquecento fratelli… a Giacomo… e anche a me» (Epistola, 1Cor 4-5. 6a.7.8a).
Tutte e tre le Letture sottolineano la realtà della vita nuova di Gesù che i primi discepoli (minuziosamente elencati) hanno potuto sperimentare. Il fatto che il Risorto si sia fatto vedere (questo è il significato proprio del verbo apparire, in questi contesti) è l’esperienza che introdurrà la Chiesa nella novità della Pasqua di Gesù. Noi viviamo della loro testimonianza che, attraverso la catena delle generazioni cristiane («a voi infatti ho trasmesso, anzitutto, quello che anch’io ho ricevuto», 1Cor 15,3), ci fa accedere alla stessa realtà di Gesù vivo oggi, qui ed ora.
2. In forza del loro aver visto Gesù vivo diventano apostoli, cioè mandati ai fratelli
In forza del loro aver visto Gesù vivo – non in forza di altro, né delle loro doti umane, né della loro statura morale – i primi diventano apostoli, cioè mandati ai loro fratelli uomini («Va’ dai miei fratelli e di’ loro», Gv 20,17) a portare la gioia del Vangelo.
Anche per noi oggi è la stessa cosa. In questo ultimo mese più volte siamo stati testimoni della Sua presenza viva in mezzo a noi. Oltre all’indimenticabile esperienza della Visita di Papa Francesco, penso al commovente “spettacolo” delle decine di migliaia di persone delle 7 zone della nostra Diocesi che hanno seguito in preghiera la reliquia del Santo Chiodo o alle tantissime che hanno partecipato o ancora stanno vivendo le tappe della Visita pastorale feriale.
3. Un popolo che guarda al presente con audacia
In tutte queste occasioni Milano si è ritrovata popolo. Credenti e non credenti, fedeli di altre religioni, milanesi di antico lignaggio o di nuova adozione… tutti hanno ritrovato la fierezza di questa appartenenza.
È il ridestarsi della speranza. Secondo la più genuina storia della nostra gente ci siamo riscoperti a «guardare al presente con audacia», per usare parole che ci ha detto il Papa (Omelia della Messa al parco di Monza, 25 marzo 2017). Non corrosi dalla rassegnazione che conduce all’accidia (cfr Papa Francesco ai sacerdoti e ai consacrati), ma desiderosi di costruttività. Questo indomabile sguardo positivo lo impariamo sempre più guardando la città dalle periferie.
4. L’umanità risorge
«L’umanità risorge, nasce la vita eterna, e a noi è dato il principio di una gioia senza fine» (dal Prefazio del Martedì in Albis). In questa preghiera che il nostro antico rito ambrosiano suggerisce per il tempo pasquale è descritto il dono che Gesù risorto porta con sé. In tutte le circostanze, anche le più dure e drammatiche, e in tutti i rapporti, anche i più difficili e ostili, è possibile intravedere la luce della risurrezione che già trasfigura le tenebre opache del male.
Ce lo documentano i nostri fratelli copti che non hanno rinunciato a vivere insieme le celebrazioni della Pasqua, come stiamo facendo noi; altrettanto capita per i nostri fratelli in Congo, dove infuriano gravi tensioni militari con numerose uccisioni – come ci hanno scritto i nostri missionari ambrosiani –; ma ce lo documenta anche l’infaticabile dedizione silenziosa di moltissime persone che si spendono per sostenere, curare, accompagnare la vita più fragile, debole e ferita fino all’ultimo suo palpito negli ospedali, nei centri di accoglienza e nelle scuole, nelle carceri e nelle nostre case…
5. Un nuovo stile di vita civile
La vita eterna generata dallo Spirito del Risorto è il motore dell’impegno del cristiano nel mondo. Da qui infatti scaturisce una cultura della vita, dentro l’apparente trionfo della cultura della morte (terrorismo e guerre, disperazione e non senso, esplosioni folli di violenza…).
Il contributo di noi figli del Risorto nella società plurale sia la testimonianza di una irriducibile tensione alla verità, alla solidarietà, all’eguaglianza e alla giustizia.
Milano, il paese e l’Europa tutta, per svolgere il loro compito nel mondo intero, hanno bisogno di un sistema sociale radicato in un equilibrato ed inscindibile rapporto tra diritti, doveri e leggi. Esso può nascere e crescere solo se ogni cittadino ed ogni corpo sociale vivono l’impegno diretto e deciso a dare contenuto pieno alla propria partecipazione alla vita pubblica. Soprattutto non debbono sottrarsi a questo compito le istituzioni di ogni ordine e grado. Qualunque forma potranno assumere in futuro a causa dei cambiamenti in atto, il loro contributo sarà necessario per un’armoniosa vita civile.
In particolare la politica, che il Beato Paolo VI definiva come espressione alta di carità, dovrà abbandonare formalismi e dialettiche sterili, i troppi ossessivi ricorsi alla tecnocrazia e gli appesantimenti burocratici. È necessario che l’imprescindibile arte di governare la cosa pubblica si ponga sempre più in ascolto del popolo, della opinione pubblica in senso forte. Sono questi i luoghi da cui emergono quei segni dei tempi che permettono di edificare il nuovo stile di vita civile.
6. Postcristianesimo?
La risurrezione di Gesù Cristo è da secoli nelle nostre terre sorgente di speranza affidabile. Non è il passato. Non siamo, come taluni ripetono, in una fase di “postcristianesimo”. Siamo affidati al Signore misericordioso che non cessa di accompagnare tutti e ciascuno verso il pieno riscatto, ma la risurrezione, per manifestare i suoi effetti, chiede il tempo della storia perché domanda la libertà di ciascuno di noi. I suoi frutti sono come le gemme di primavera. Temono solo le improvvise gelate del nostro cuore.
The dull darkness of evil is transfigured by the light of the Risen. Happy Easter!
La luz del Resucitado transfigura las tinieblas opacas del mal. Feliz Pascua de Resurrección!
La lumière du Ressuscité transfigure les ténèbres opaques du mal. Bonne fête de Pâques !
Das Licht des Auferstandenen verklärt die matte Finsternis des Bösen. Gesegnete Ostern!
La luce del Risorto trasfigura le tenebre opache del male. Buona Pasqua! Amen.
DOMENICA DI PASQUA NELLA RISURREZIONE DEL SIGNORE
At 1,1-8a; Sal 117; 1Cor 15,3-10a; Gv 20,11-18
DUOMO DI MILANO, 16 APRILE 2017
OMELIA DI S.E.R. CARD. ANGELO SCOLA, ARCIVESCOVO DI MILANO
1. Si mostrò ad essi vivo
«Egli si mostrò ad essi vivo, dopo la sua passione» (Lettura, At 1,3).
Maria di Magdala «si voltò… e vide Gesù, in piedi» (Vangelo, Gv 20,14). «È risorto il terzo giorno… e apparve a Cefa… ai dodici… a più di cinquecento fratelli… a Giacomo… e anche a me» (Epistola, 1Cor 4-5. 6a.7.8a).
Tutte e tre le Letture sottolineano la realtà della vita nuova di Gesù che i primi discepoli (minuziosamente elencati) hanno potuto sperimentare. Il fatto che il Risorto si sia fatto vedere (questo è il significato proprio del verbo apparire, in questi contesti) è l’esperienza che introdurrà la Chiesa nella novità della Pasqua di Gesù. Noi viviamo della loro testimonianza che, attraverso la catena delle generazioni cristiane («a voi infatti ho trasmesso, anzitutto, quello che anch’io ho ricevuto», 1Cor 15,3), ci fa accedere alla stessa realtà di Gesù vivo oggi, qui ed ora.
2. In forza del loro aver visto Gesù vivo diventano apostoli, cioè mandati ai fratelli
In forza del loro aver visto Gesù vivo – non in forza di altro, né delle loro doti umane, né della loro statura morale – i primi diventano apostoli, cioè mandati ai loro fratelli uomini («Va’ dai miei fratelli e di’ loro», Gv 20,17) a portare la gioia del Vangelo.
Anche per noi oggi è la stessa cosa. In questo ultimo mese più volte siamo stati testimoni della Sua presenza viva in mezzo a noi. Oltre all’indimenticabile esperienza della Visita di Papa Francesco, penso al commovente “spettacolo” delle decine di migliaia di persone delle 7 zone della nostra Diocesi che hanno seguito in preghiera la reliquia del Santo Chiodo o alle tantissime che hanno partecipato o ancora stanno vivendo le tappe della Visita pastorale feriale.
3. Un popolo che guarda al presente con audacia
In tutte queste occasioni Milano si è ritrovata popolo. Credenti e non credenti, fedeli di altre religioni, milanesi di antico lignaggio o di nuova adozione… tutti hanno ritrovato la fierezza di questa appartenenza.
È il ridestarsi della speranza. Secondo la più genuina storia della nostra gente ci siamo riscoperti a «guardare al presente con audacia», per usare parole che ci ha detto il Papa (Omelia della Messa al parco di Monza, 25 marzo 2017). Non corrosi dalla rassegnazione che conduce all’accidia (cfr Papa Francesco ai sacerdoti e ai consacrati), ma desiderosi di costruttività. Questo indomabile sguardo positivo lo impariamo sempre più guardando la città dalle periferie.
4. L’umanità risorge
«L’umanità risorge, nasce la vita eterna, e a noi è dato il principio di una gioia senza fine» (dal Prefazio del Martedì in Albis). In questa preghiera che il nostro antico rito ambrosiano suggerisce per il tempo pasquale è descritto il dono che Gesù risorto porta con sé. In tutte le circostanze, anche le più dure e drammatiche, e in tutti i rapporti, anche i più difficili e ostili, è possibile intravedere la luce della risurrezione che già trasfigura le tenebre opache del male.
Ce lo documentano i nostri fratelli copti che non hanno rinunciato a vivere insieme le celebrazioni della Pasqua, come stiamo facendo noi; altrettanto capita per i nostri fratelli in Congo, dove infuriano gravi tensioni militari con numerose uccisioni – come ci hanno scritto i nostri missionari ambrosiani –; ma ce lo documenta anche l’infaticabile dedizione silenziosa di moltissime persone che si spendono per sostenere, curare, accompagnare la vita più fragile, debole e ferita fino all’ultimo suo palpito negli ospedali, nei centri di accoglienza e nelle scuole, nelle carceri e nelle nostre case…
5. Un nuovo stile di vita civile
La vita eterna generata dallo Spirito del Risorto è il motore dell’impegno del cristiano nel mondo. Da qui infatti scaturisce una cultura della vita, dentro l’apparente trionfo della cultura della morte (terrorismo e guerre, disperazione e non senso, esplosioni folli di violenza…).
Il contributo di noi figli del Risorto nella società plurale sia la testimonianza di una irriducibile tensione alla verità, alla solidarietà, all’eguaglianza e alla giustizia.
Milano, il paese e l’Europa tutta, per svolgere il loro compito nel mondo intero, hanno bisogno di un sistema sociale radicato in un equilibrato ed inscindibile rapporto tra diritti, doveri e leggi. Esso può nascere e crescere solo se ogni cittadino ed ogni corpo sociale vivono l’impegno diretto e deciso a dare contenuto pieno alla propria partecipazione alla vita pubblica. Soprattutto non debbono sottrarsi a questo compito le istituzioni di ogni ordine e grado. Qualunque forma potranno assumere in futuro a causa dei cambiamenti in atto, il loro contributo sarà necessario per un’armoniosa vita civile.
In particolare la politica, che il Beato Paolo VI definiva come espressione alta di carità, dovrà abbandonare formalismi e dialettiche sterili, i troppi ossessivi ricorsi alla tecnocrazia e gli appesantimenti burocratici. È necessario che l’imprescindibile arte di governare la cosa pubblica si ponga sempre più in ascolto del popolo, della opinione pubblica in senso forte. Sono questi i luoghi da cui emergono quei segni dei tempi che permettono di edificare il nuovo stile di vita civile.
6. Postcristianesimo?
La risurrezione di Gesù Cristo è da secoli nelle nostre terre sorgente di speranza affidabile. Non è il passato. Non siamo, come taluni ripetono, in una fase di “postcristianesimo”. Siamo affidati al Signore misericordioso che non cessa di accompagnare tutti e ciascuno verso il pieno riscatto, ma la risurrezione, per manifestare i suoi effetti, chiede il tempo della storia perché domanda la libertà di ciascuno di noi. I suoi frutti sono come le gemme di primavera. Temono solo le improvvise gelate del nostro cuore.
The dull darkness of evil is transfigured by the light of the Risen. Happy Easter!
La luz del Resucitado transfigura las tinieblas opacas del mal. Feliz Pascua de Resurrección!
La lumière du Ressuscité transfigure les ténèbres opaques du mal. Bonne fête de Pâques !
Das Licht des Auferstandenen verklärt die matte Finsternis des Bösen. Gesegnete Ostern!
La luce del Risorto trasfigura le tenebre opache del male. Buona Pasqua! Amen.
Commenti
Posta un commento