#PANEQUOTIDIANO, «Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro»
In quel tempo Gesù disse:
«Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai
dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo.
Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero».
Parola del Signore
«Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro»
P. Antoni POU OSB Monje de Montserrat
(Montserrat, Barcelona, Spagna)
Oggi, Gesù ci mostra due realtà che Lo definiscono: che Lui è chi conosce il Padre con tutta la profondità e che Lui è «mite e umile di cuore» (Mt 11,29). Possiamo scoprire lì pure due atteggiamenti necessari per poter capire e vivere quello che Gesù ci offre: la semplicità e il desiderio di avvicinarci a Lui.
Ai sapienti e a quelli che capiscono frequentemente risulta loro difficile entrare nel mistero del Regno, perché non sono aperti alla novità della rivelazione divina; Dio continua a manifestarsi ma essi credono di saper già tutto e, perciò, Dio non può più essere motivo di sorpresa. I semplici, invece, come i bambini nei loro momenti migliori, sono recettivi, somigliano a una spugna che assorbe l'acqua, hanno capacità di sorpresa e di ammirazione. Ci sono pure eccezioni, e financo, ci sono esperti in scienze umane che possono essere umili verso tutto ciò che riferisce alla conoscenza di Dio.
Nel Padre, Gesù trova il suo riposo, e la sua pace può essere rifugio per tutti quelli che sono stati corrotti dalla vita: «Venite a me, voi tutti, che siete affaticati e oppressi, e io vi ristorerò» (Mt 11,28). Gesù è umile, e l'umiltà è sorella della semplicità. Quando impariamo ad essere felici attraverso la semplicità, allora molte complicazioni svaniscono, spariscono molti bisogni, e finalmente possiamo riposare. Gesù ci invita a seguirLo; non ci inganna: essere con Lui è portare il suo giogo, accettare l'esigenza dell'amore. Non ci verrà risparmiata la sofferenza, ma il suo peso è leggero, perché la nostra sofferenza non ci verrà causata dal nostro egoismo, ma che soffriremo solo quanto sia necessario e basta, per amore e con l'aiuto dello Spirito. Inoltre, non dimentichiamo, «le afflizioni che si soffrono per Dio vengono raddolcite dalla speranza» (Sant’Efrem).
Paolo Curtaz
Gesù stesso resta spiazzato dalla logica del Padre, ed esplode in un canto di gioia: le cose del Regno sono capite dai bastonati della storia, non perché bastonati, ma perché disposti a mettersi in discussione. Il nostro mondo occidentale professa come dogma intoccabile il mito del progresso e del benessere: l'economia ha sostituito la politica e l'etica. Il mondo è dei forti: dei calciatori pagati milioni di Euro, delle veline, degli arroganti. Vince il migliore, sempre, non conta arrivare secondo, il secondo è sconfitto. Vincono i migliori e, se hai grinta, se hai agganci, se hai coraggio, potresti forse, un giorno, chissà, farne parte. Ingannato dalle sue stesse deliranti certezze, l'uomo contemporaneo crede davvero di essere il dominatore dell'universo e subisce questo stile di vita senza neppure interrogarsi sulla validità di tali scelte. Dio - che ci conosce - dice altro, dice l'esatto contrario.
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