Clarisse Sant'Agata, Lectio Trasfigurazione del Signore – A
Trasfigurazione del Signore – A -
Antifona d'Ingresso
Nel segno di una nube luminosa apparve lo Spirito Santo e si udì la voce del Padre: "Questi è il mio
Figlio prediletto, nel quale mi sono compiaciuto: ascoltatelo".
Colletta
O Dio, che nella gloriosa Trasfigurazione del Cristo Signore, hai confermato i misteri della fede con
la testimonianza della legge e dei profeti, e hai mirabilmente preannunziato la nostra definitiva
adozione a tuoi figli, fa' che ascoltiamo la parola del tuo amatissimo Figlio per diventare coeredi della
sua vita immortale. Egli è Dio...
Prima Lettura
Dn 7,9-10.13-14
Dal libro del profeta Daniele
Io continuavo a guardare, quand'ecco furono collocati troni e un vegliardo si assise. La sua veste era candida
come la neve e i capelli del suo capo erano candidi come la lana; il suo trono era come vampe di fuoco con le
ruote come fuoco ardente. Un fiume di fuoco scorreva e usciva dinanzi a lui, mille migliaia lo servivano e
diecimila miriadi lo assistevano. La corte sedette e i libri furono aperti. Guardando ancora nelle visioni notturne,
ecco venire con le nubi del cielo uno simile a un figlio d'uomo; giunse fino al vegliardo e fu presentato a lui. Gli
furono dati potere, gloria e regno; tutti i popoli, nazioni e lingue lo servivano: il suo potere è un potere eterno, che
non finirà mai, e il suo regno non sarà mai distrutto.
Salmo
Salmo 96 (97)
Il Signore regna, il Dio di tutta la terra.
Il Signore regna: esulti la terra,
gioiscano le isole tutte.
Nubi e tenebre lo avvolgono,
giustizia e diritto sostengono il suo trono.
I monti fondono come cera davanti al Signore,
davanti al Signore di tutta la terra.
Annunciano i cieli la sua giustizia,
e tutti i popoli vedono la sua gloria.
Perché tu, Signore,
sei l'Altissimo su tutta la terra,
eccelso su tutti gli dèi.
Seconda Lettura
2 Pt 1,16-19
Dalla seconda lettera di san Pietro apostolo
Carissimi, vi abbiamo fatto conoscere la potenza e la venuta del Signore nostro Gesù Cristo, non perché siamo
andati dietro a favole artificiosamente inventate, ma perché siamo stati testimoni oculari della sua grandezza.
Egli infatti ricevette onore e gloria da Dio Padre, quando giunse a lui questa voce dalla maestosa gloria: "Questi è
il Figlio mio, l'amato, nel quale ho posto il mio compiacimento". Questa voce noi l'abbiamo udita discendere dal
cielo mentre eravamo con lui sul santo monte. E abbiamo anche, solidissima, la parola dei profeti, alla quale fate
bene a volgere l'attenzione come a lampada che brilla in un luogo oscuro, finché non spunti il giorno e non sorga
nei vostri cuori la stella del mattino.
Canto al vangelo
Alleluia, alleluia.
Questi è il Figlio mio, l'amato: in lui ho posto il mio compiacimento. Ascoltatelo.
Alleluia.
Vangelo
Mt 17,1-9
Dal vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni suo fratello e li condusse in disparte, su un alto
monte. E fu trasfigurato davanti a loro: il suo volto brillò come il sole e le sue vesti divennero candide come la
luce. Ed ecco apparvero loro Mosè ed Elia, che conversavano con lui.
Prendendo la parola, Pietro disse a Gesù: «Signore, è bello per noi essere qui! Se vuoi, farò qui tre capanne, una
per te, una per Mosè e una per Elia». Egli stava ancora parlando, quando una nube luminosa li coprì con la sua
ombra. Ed ecco una voce dalla nube che diceva: «Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio
compiacimento. Ascoltatelo».
All’udire ciò, i discepoli caddero con la faccia a terra e furono presi da grande timore. Ma Gesù si avvicinò, li
toccò e disse: «Alzatevi e non temete». Alzando gli occhi non videro nessuno, se non Gesù solo.
Mentre scendevano dal monte, Gesù ordinò loro: «Non parlate a nessuno di questa visione, prima che il Figlio
dell’uomo non sia risorto dai morti».
Sulle Offerte
Santifica queste offerte, o Padre, per il mistero della Trasfigurazione del tuo unico Figlio, e rinnovaci
nello spirito con lo splendore della sua gloria. Per Cristo nostro Signore.
Comunione
Quando il Signore si manifesterà saremo simili a lui, perché lo vedremo così come egli è.
Oppure:
Gesù fu trasfigurato davanti a loro.Ed ecco apparvero Mosè ed Elia che conversavano con lui. (Mt
17,2.3)
Dopo la Comunione
Il pane del cielo che abbiamo ricevuto, o Padre, ci trasformi a immagine del Cristo, che nella
Trasfigurazione rivelò agli uomini il mistero della sua gloria. Egli vive e regna nei secoli dei secoli.
ED ECCO...
Nel cuore di questo tempo estivo, la liturgia interrompe la lettura continua dell’evangelista
Matteo, per condurci su “un alto monte”, luogo dove risplende una luce particolare, quella del
Trasfigurato, il Crocifisso/Risorto. Questa festa “luminosa” è stata collocata fin dal IV secolo nel
cuore dell’estate, nel tempo in cui il sole raggiunge lo zenit, proprio in corrispondenza al vero Sole
che si manifesta sul monte Tabor, “da dentro” il corpo di Gesù e si riverbera sul suo volto e sulle sue
vesti. Il monte è proprio il luogo dal quale questa Luce irradia sull’intera creazione.
Lasciamoci raggiungere da questa Parola/visione, che mi sembra essere in perfetta continuità
con la Parola delle ultime domeniche! Infatti da qualche settimana il Signore Gesù ci sta rivelando il
“mistero del regno” attraverso un lungo discorso in parabole(cfr. Mt 13).
Si tratta di un Regno che si è fatto vicino all’uomo, così come ci aveva annunciato Gesù fin
dall’inizio della sua predicazione (Mt 4,17) e che porta luce là dove l’uomo fa esperienza di grandi
tenebre (cfr. Mt 4,15-16); destinatari di questo Regno sono i “poveri”, gli uomini e le donne delle
beatitudini (cfr. Mt 5,1-12); e le chiavi di questo Regno sono affidate a Pietro (cfr. Mt 16,19) perché
faccia entrare tutti coloro che, come lui, si sono aperti ad esso.
Ma in cosa consiste questo “Regno dei cieli nel quale i giusti risplenderanno come il sole” (cfr. Mt
13,43) ?
Il vangelo di oggi, nel quale è Gesù a risplendere come il sole, sembra rispondere a questo
interrogativo.
Prima di tutto notiamo che l’episodio della trasfigurazione è collocato da tutti gli evangelisti in
un momento culminante della loro narrazione, e da tutti è preceduto dall’annuncio di Gesù che “vi
sono alcuni, qui presenti, i quali non gusteranno la morte, prima di vedere il Figlio dell’uomo venire nel suo
regno” (Mt 16,28). In Marco e Luca addirittura Gesù dice che “vi sono alcuni, qui presenti, che non
moriranno prima di aver visto il regno di Dio” (Lc 9,27 e Mc 9,1). Ciò che qui Gesù annuncia si realizza
nella sua trasfigurazione che si compie “sei giorni dopo”: “sul monte alto”, alcuni testimoni scelti da Lui
pregusteranno la gloria del Figlio dell’uomo, “vedranno venire il Figlio dell’uomo con il suo regno”.
La trasfigurazione di Gesù apre uno squarcio alla “visione” di quel Regno che è Cristo Gesù
stesso. E Lui rivela il Regno quando, consegnandosi obbediente al Padre nella sua passione, mostra
la potenza dell’amore di Dio vittorioso nella morte. La luce sul monte della trasfigurazione illumina
il buio del monte Golgota, facendo intuire l’alba luminosa del mattino di Pasqua.
Dio regna là dove l’amore è pasquale.
Il “regno di Dio” quindi si manifesta prima di tutto in Gesù, ma poi anche in tutti coloro che,
seguendo Lui nel cammino della croce, entrano nella medesima logica dell’amore “fino alla fine” (cfr.
Gv 13,1).
Ci accostiamo ora al vangelo con lo stupore di Pietro, Giacomo e Giovanni, lasciandoci
“sorprendere” dall’incalzare della rivelazione che si sprigiona dalla trasfigurazione di Gesù.
Prima di tutto Gesù sceglie tre dei suoi apostoli come testimoni privilegiati della sua
trasfigurazione. Perché loro e non altri? Si tratta certamente dei discepoli più vicini a Gesù che
avranno un ruolo primario nella chiesa nascente. Tuttavia, mi piace pensare che qui Gesù prenda con
sé proprio loro perché sono quelli che oppongono maggiore resistenza alla logica del Regno; sono
quelli che, come noi, non comprendono che l’Amore “deve” passare per la morte per risplendere in
tutta la sua forza.
Pietro infatti, dopo aver ricevuto “le chiavi del regno”, si era appena opposto all’annuncio della
passione di Gesù (cfr. Mt 16,22-23); Giovanni e Giacomo, figli del tuono, coltivano la pretesa di
“sedere alla destra e alla sinistra di Gesù nel suo regno” (cfr. Mt 20,20-23): tutti e tre dimostrano così di non
comprendere in che cosa consista la Sua regalità.
Quando il nostro cuore è chiuso all’accoglienza di Gesù e delle esigenze del suo Regno (“se uno
vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua…” cfr. Mt 16,24-25), Gesù ci “prende
con sé” in disparte, per riservarci tempo e attenzione speciale e così “trasformare” i nostri occhi, i
nostri orecchi e i nostri piedi a riconoscere, ascoltare e seguire Lui nel suo cammino che passa per la
sofferenza e la morte per giungere alla resurrezione.
Sul “monte alto”, luogo per eccellenza dove Dio si rivela e si apre all’uomo (cfr. Es 24; Es 33-34;
1Re 19…), Gesù “si trasfigurò” davanti ai suoi discepoli: “risplendette il suo volto come il sole e le sue vesti
divennero bianche come la luce”. Si “solleva il velo” e si rivela la luce che rifulge in modo permanente sul
volto di Cristo (cfr.2Cor 4,6). Gesù non cambia forma, come sembra suggerire il verbo greco
(metemorphothe), ma mostra la Sua forma più autentica: quella di un Amore ardente e definitivo,
l’Amore pasquale. Volto solare e vesti luminose che lasciano trasparire quella luce, quell’amore, che
abita dentro di Lui (“Dio è Luce…” cfr. 1Gv 1,5; Gv 1,4-9…). E’ come se il fuoco del roveto di Es 3
(ancora un’immagine luminosa con la quale si rivela Dio!) risplendesse da dentro il corpo di Gesù, il
Figlio nel quale l’Amore del Padre si fa passione d’amore per noi!
Davanti a Gesù trasfigurato avviene per i tre discepoli un’esperienza che offre loro la
possibilità di cambiare, di iniziare a comprendere Gesù e come si realizza il suo regno.
L’evangelista Matteo presenta l’incalzare degli eventi utilizzando tre “ed ecco”. Questa
espressione viene impiegata per indicare un cambiamento di prospettiva: si passa dal punto di vista
del narratore a quello dei protagonisti dell’evento, Pietro, Giacomo e Giovanni che partecipano con
stupore alla “visione”.
“Ed ecco”: appaiono davanti allo sguardo stupito dei tre discepoli “Mosè ed Elia che
conversavano con Lui”. Gesù si intrattiene in un dialogo con Mosé ed Elia, le due figure più
rappresentative della Legge e dei Profeti, cioè con tutta la Scrittura. Pietro Giacomo e Giovanni non
odono che cosa si stanno dicendo Gesù, Mosé ed Elia. Non è tanto importante l’oggetto di questo
dialogo silenzioso (solo l’evangelista Luca dirà che “parlavano del suo esodo che stava per compiersi a
Gerusalemme” Lc 9,31). Ciò che conta è che Gesù sia in dialogo con la Scrittura.
Questo significa per i tre discepoli che potranno comprendere chi è Gesù solo “facendo
conversare” Gesù con la Scrittura. La parola dell’Antico Testamento illumina l’identità di Gesù e ci
parla di Lui. Questa è la prima “trasformazione”/conversione chiesta ai discepoli (e a noi con loro):
riconoscere che tutta la Scrittura parla con Gesù e di Gesù (“bisogna che si compiano tutte le cose scritte su
di me nella legge di Mosè, nei Profeti e nei Salmi” cfr. Lc 24,44).
Pietro, impulsivo come sempre, osa intromettersi nel discorso proponendo di costruire delle
tende per “fermare” la bellezza dell’evento, “ed ecco una nube luminosa li coprì con la sua ombra”. La
nube che nell’esodo guidava il popolo e si fermava riempiendo la tenda del convegno della gloria di
Dio (cfr. Es 40,34.35), ora avvolge la scena e li copre con la sua ombra. Dio si manifesta nell’“ombra”
di una “nube luminosa”.
Questo significa che di Dio possiamo vedere solo l’ombra che lascia la sua presenza luminosa
rivolta verso di noi. Non è una presenza che possiamo afferrare (come ogni ombra!) ma di cui
possiamo godere! Era accaduto a Maria di Nazareth che, coperta con l’ombra dell’Altissimo, aveva
dato alla luce il Figlio di Dio (cfr. Lc 1,35); avverrà a Pietro stesso che sanerà i malati che sono coperti
dalla sua ombra (cfr. At 5,15).
Gesù si può comprendere solo in una esperienza “da dentro” l’ombra della nube luminosa.
Solo partecipando, rimanendo dentro un’esperienza di Lui dove buio e luce convivono. Avviene così
ogni volta in cui ci accostiamo alla parola di Dio. Non è immediatamente evidente la rivelazione del
volto di Gesù. Ma rimanervi, con il sì della nostra fede, come è avvenuto a Maria, permette di
accedere all’incontro con Lui!
“Ed ecco una voce dalla nube che diceva: Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio
compiacimento. Ascoltatelo!”. I discepoli sono raggiunti da una voce che indica in Gesù il Figlio
prediletto, l’Amato sul quale riposa la benevolenza di Dio. Ascoltare Lui è l’unica via per entrare nel
Regno di Dio.
La voce che si ode dalla nube è la voce di Dio che ci parla attraverso le Scritture. Questa voce
unisce il volto del Messia, il Figlio (“Tu sei mio figlio, io oggi ti ho generato” Sal 2,7), con quello di Isacco
(il figlio unico, prediletto: “Prendi tuo figlio, il tuo unigenito che ami, Isacco” Gen 22,2), con quello del
Servo di Dio (il compiacimento del Padre: “Ecco il mio servo che io sostengo, il mio eletto di cui mi
compiaccio”, Is 42,1).
Questa è la voce che ci parla nella Parola e ci rivela Gesù “solo”.
Gesù quindi si può conoscere ascoltando la Scrittura che parla di Lui, nel dialogo fra la Legge
(Mosé), i profeti (Elia), i salmi.
Allora, trasformati da questo incontro, i tre discepoli potranno scendere dal “monte alto” della
trasfigurazione e affrontare il cammino verso l’altro monte (quello del Golgota) fino al “monte che
Gesù aveva loro indicato” dove Gesù li invierà ai fratelli, testimoni di Lui (Mt 28,16-20).
Di “monte” in “monte” viviamo l’esperienza di Gesù, fino ad entrare definitivamente nella
logica del suo regno, del suo amore che è destinato a tutti.
Preghiamo
«O Dio, che chiamasti alla fede i nostri padri e hai dato a noi la grazia di camminare alla luce del
Vangelo, aprici all’ascolto del tuo Figlio, perché accettando nella nostra vita il mistero della croce, possiamo
entrare nella gloria del tuo regno».
Fonte:http://www.clarissesantagata.it/
Antifona d'Ingresso
Nel segno di una nube luminosa apparve lo Spirito Santo e si udì la voce del Padre: "Questi è il mio
Figlio prediletto, nel quale mi sono compiaciuto: ascoltatelo".
Colletta
O Dio, che nella gloriosa Trasfigurazione del Cristo Signore, hai confermato i misteri della fede con
la testimonianza della legge e dei profeti, e hai mirabilmente preannunziato la nostra definitiva
adozione a tuoi figli, fa' che ascoltiamo la parola del tuo amatissimo Figlio per diventare coeredi della
sua vita immortale. Egli è Dio...
Prima Lettura
Dn 7,9-10.13-14
Dal libro del profeta Daniele
Io continuavo a guardare, quand'ecco furono collocati troni e un vegliardo si assise. La sua veste era candida
come la neve e i capelli del suo capo erano candidi come la lana; il suo trono era come vampe di fuoco con le
ruote come fuoco ardente. Un fiume di fuoco scorreva e usciva dinanzi a lui, mille migliaia lo servivano e
diecimila miriadi lo assistevano. La corte sedette e i libri furono aperti. Guardando ancora nelle visioni notturne,
ecco venire con le nubi del cielo uno simile a un figlio d'uomo; giunse fino al vegliardo e fu presentato a lui. Gli
furono dati potere, gloria e regno; tutti i popoli, nazioni e lingue lo servivano: il suo potere è un potere eterno, che
non finirà mai, e il suo regno non sarà mai distrutto.
Salmo
Salmo 96 (97)
Il Signore regna, il Dio di tutta la terra.
Il Signore regna: esulti la terra,
gioiscano le isole tutte.
Nubi e tenebre lo avvolgono,
giustizia e diritto sostengono il suo trono.
I monti fondono come cera davanti al Signore,
davanti al Signore di tutta la terra.
Annunciano i cieli la sua giustizia,
e tutti i popoli vedono la sua gloria.
Perché tu, Signore,
sei l'Altissimo su tutta la terra,
eccelso su tutti gli dèi.
Seconda Lettura
2 Pt 1,16-19
Dalla seconda lettera di san Pietro apostolo
Carissimi, vi abbiamo fatto conoscere la potenza e la venuta del Signore nostro Gesù Cristo, non perché siamo
andati dietro a favole artificiosamente inventate, ma perché siamo stati testimoni oculari della sua grandezza.
Egli infatti ricevette onore e gloria da Dio Padre, quando giunse a lui questa voce dalla maestosa gloria: "Questi è
il Figlio mio, l'amato, nel quale ho posto il mio compiacimento". Questa voce noi l'abbiamo udita discendere dal
cielo mentre eravamo con lui sul santo monte. E abbiamo anche, solidissima, la parola dei profeti, alla quale fate
bene a volgere l'attenzione come a lampada che brilla in un luogo oscuro, finché non spunti il giorno e non sorga
nei vostri cuori la stella del mattino.
Canto al vangelo
Alleluia, alleluia.
Questi è il Figlio mio, l'amato: in lui ho posto il mio compiacimento. Ascoltatelo.
Alleluia.
Vangelo
Mt 17,1-9
Dal vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni suo fratello e li condusse in disparte, su un alto
monte. E fu trasfigurato davanti a loro: il suo volto brillò come il sole e le sue vesti divennero candide come la
luce. Ed ecco apparvero loro Mosè ed Elia, che conversavano con lui.
Prendendo la parola, Pietro disse a Gesù: «Signore, è bello per noi essere qui! Se vuoi, farò qui tre capanne, una
per te, una per Mosè e una per Elia». Egli stava ancora parlando, quando una nube luminosa li coprì con la sua
ombra. Ed ecco una voce dalla nube che diceva: «Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio
compiacimento. Ascoltatelo».
All’udire ciò, i discepoli caddero con la faccia a terra e furono presi da grande timore. Ma Gesù si avvicinò, li
toccò e disse: «Alzatevi e non temete». Alzando gli occhi non videro nessuno, se non Gesù solo.
Mentre scendevano dal monte, Gesù ordinò loro: «Non parlate a nessuno di questa visione, prima che il Figlio
dell’uomo non sia risorto dai morti».
Sulle Offerte
Santifica queste offerte, o Padre, per il mistero della Trasfigurazione del tuo unico Figlio, e rinnovaci
nello spirito con lo splendore della sua gloria. Per Cristo nostro Signore.
Comunione
Quando il Signore si manifesterà saremo simili a lui, perché lo vedremo così come egli è.
Oppure:
Gesù fu trasfigurato davanti a loro.Ed ecco apparvero Mosè ed Elia che conversavano con lui. (Mt
17,2.3)
Dopo la Comunione
Il pane del cielo che abbiamo ricevuto, o Padre, ci trasformi a immagine del Cristo, che nella
Trasfigurazione rivelò agli uomini il mistero della sua gloria. Egli vive e regna nei secoli dei secoli.
ED ECCO...
Nel cuore di questo tempo estivo, la liturgia interrompe la lettura continua dell’evangelista
Matteo, per condurci su “un alto monte”, luogo dove risplende una luce particolare, quella del
Trasfigurato, il Crocifisso/Risorto. Questa festa “luminosa” è stata collocata fin dal IV secolo nel
cuore dell’estate, nel tempo in cui il sole raggiunge lo zenit, proprio in corrispondenza al vero Sole
che si manifesta sul monte Tabor, “da dentro” il corpo di Gesù e si riverbera sul suo volto e sulle sue
vesti. Il monte è proprio il luogo dal quale questa Luce irradia sull’intera creazione.
Lasciamoci raggiungere da questa Parola/visione, che mi sembra essere in perfetta continuità
con la Parola delle ultime domeniche! Infatti da qualche settimana il Signore Gesù ci sta rivelando il
“mistero del regno” attraverso un lungo discorso in parabole(cfr. Mt 13).
Si tratta di un Regno che si è fatto vicino all’uomo, così come ci aveva annunciato Gesù fin
dall’inizio della sua predicazione (Mt 4,17) e che porta luce là dove l’uomo fa esperienza di grandi
tenebre (cfr. Mt 4,15-16); destinatari di questo Regno sono i “poveri”, gli uomini e le donne delle
beatitudini (cfr. Mt 5,1-12); e le chiavi di questo Regno sono affidate a Pietro (cfr. Mt 16,19) perché
faccia entrare tutti coloro che, come lui, si sono aperti ad esso.
Ma in cosa consiste questo “Regno dei cieli nel quale i giusti risplenderanno come il sole” (cfr. Mt
13,43) ?
Il vangelo di oggi, nel quale è Gesù a risplendere come il sole, sembra rispondere a questo
interrogativo.
Prima di tutto notiamo che l’episodio della trasfigurazione è collocato da tutti gli evangelisti in
un momento culminante della loro narrazione, e da tutti è preceduto dall’annuncio di Gesù che “vi
sono alcuni, qui presenti, i quali non gusteranno la morte, prima di vedere il Figlio dell’uomo venire nel suo
regno” (Mt 16,28). In Marco e Luca addirittura Gesù dice che “vi sono alcuni, qui presenti, che non
moriranno prima di aver visto il regno di Dio” (Lc 9,27 e Mc 9,1). Ciò che qui Gesù annuncia si realizza
nella sua trasfigurazione che si compie “sei giorni dopo”: “sul monte alto”, alcuni testimoni scelti da Lui
pregusteranno la gloria del Figlio dell’uomo, “vedranno venire il Figlio dell’uomo con il suo regno”.
La trasfigurazione di Gesù apre uno squarcio alla “visione” di quel Regno che è Cristo Gesù
stesso. E Lui rivela il Regno quando, consegnandosi obbediente al Padre nella sua passione, mostra
la potenza dell’amore di Dio vittorioso nella morte. La luce sul monte della trasfigurazione illumina
il buio del monte Golgota, facendo intuire l’alba luminosa del mattino di Pasqua.
Dio regna là dove l’amore è pasquale.
Il “regno di Dio” quindi si manifesta prima di tutto in Gesù, ma poi anche in tutti coloro che,
seguendo Lui nel cammino della croce, entrano nella medesima logica dell’amore “fino alla fine” (cfr.
Gv 13,1).
Ci accostiamo ora al vangelo con lo stupore di Pietro, Giacomo e Giovanni, lasciandoci
“sorprendere” dall’incalzare della rivelazione che si sprigiona dalla trasfigurazione di Gesù.
Prima di tutto Gesù sceglie tre dei suoi apostoli come testimoni privilegiati della sua
trasfigurazione. Perché loro e non altri? Si tratta certamente dei discepoli più vicini a Gesù che
avranno un ruolo primario nella chiesa nascente. Tuttavia, mi piace pensare che qui Gesù prenda con
sé proprio loro perché sono quelli che oppongono maggiore resistenza alla logica del Regno; sono
quelli che, come noi, non comprendono che l’Amore “deve” passare per la morte per risplendere in
tutta la sua forza.
Pietro infatti, dopo aver ricevuto “le chiavi del regno”, si era appena opposto all’annuncio della
passione di Gesù (cfr. Mt 16,22-23); Giovanni e Giacomo, figli del tuono, coltivano la pretesa di
“sedere alla destra e alla sinistra di Gesù nel suo regno” (cfr. Mt 20,20-23): tutti e tre dimostrano così di non
comprendere in che cosa consista la Sua regalità.
Quando il nostro cuore è chiuso all’accoglienza di Gesù e delle esigenze del suo Regno (“se uno
vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua…” cfr. Mt 16,24-25), Gesù ci “prende
con sé” in disparte, per riservarci tempo e attenzione speciale e così “trasformare” i nostri occhi, i
nostri orecchi e i nostri piedi a riconoscere, ascoltare e seguire Lui nel suo cammino che passa per la
sofferenza e la morte per giungere alla resurrezione.
Sul “monte alto”, luogo per eccellenza dove Dio si rivela e si apre all’uomo (cfr. Es 24; Es 33-34;
1Re 19…), Gesù “si trasfigurò” davanti ai suoi discepoli: “risplendette il suo volto come il sole e le sue vesti
divennero bianche come la luce”. Si “solleva il velo” e si rivela la luce che rifulge in modo permanente sul
volto di Cristo (cfr.2Cor 4,6). Gesù non cambia forma, come sembra suggerire il verbo greco
(metemorphothe), ma mostra la Sua forma più autentica: quella di un Amore ardente e definitivo,
l’Amore pasquale. Volto solare e vesti luminose che lasciano trasparire quella luce, quell’amore, che
abita dentro di Lui (“Dio è Luce…” cfr. 1Gv 1,5; Gv 1,4-9…). E’ come se il fuoco del roveto di Es 3
(ancora un’immagine luminosa con la quale si rivela Dio!) risplendesse da dentro il corpo di Gesù, il
Figlio nel quale l’Amore del Padre si fa passione d’amore per noi!
Davanti a Gesù trasfigurato avviene per i tre discepoli un’esperienza che offre loro la
possibilità di cambiare, di iniziare a comprendere Gesù e come si realizza il suo regno.
L’evangelista Matteo presenta l’incalzare degli eventi utilizzando tre “ed ecco”. Questa
espressione viene impiegata per indicare un cambiamento di prospettiva: si passa dal punto di vista
del narratore a quello dei protagonisti dell’evento, Pietro, Giacomo e Giovanni che partecipano con
stupore alla “visione”.
“Ed ecco”: appaiono davanti allo sguardo stupito dei tre discepoli “Mosè ed Elia che
conversavano con Lui”. Gesù si intrattiene in un dialogo con Mosé ed Elia, le due figure più
rappresentative della Legge e dei Profeti, cioè con tutta la Scrittura. Pietro Giacomo e Giovanni non
odono che cosa si stanno dicendo Gesù, Mosé ed Elia. Non è tanto importante l’oggetto di questo
dialogo silenzioso (solo l’evangelista Luca dirà che “parlavano del suo esodo che stava per compiersi a
Gerusalemme” Lc 9,31). Ciò che conta è che Gesù sia in dialogo con la Scrittura.
Questo significa per i tre discepoli che potranno comprendere chi è Gesù solo “facendo
conversare” Gesù con la Scrittura. La parola dell’Antico Testamento illumina l’identità di Gesù e ci
parla di Lui. Questa è la prima “trasformazione”/conversione chiesta ai discepoli (e a noi con loro):
riconoscere che tutta la Scrittura parla con Gesù e di Gesù (“bisogna che si compiano tutte le cose scritte su
di me nella legge di Mosè, nei Profeti e nei Salmi” cfr. Lc 24,44).
Pietro, impulsivo come sempre, osa intromettersi nel discorso proponendo di costruire delle
tende per “fermare” la bellezza dell’evento, “ed ecco una nube luminosa li coprì con la sua ombra”. La
nube che nell’esodo guidava il popolo e si fermava riempiendo la tenda del convegno della gloria di
Dio (cfr. Es 40,34.35), ora avvolge la scena e li copre con la sua ombra. Dio si manifesta nell’“ombra”
di una “nube luminosa”.
Questo significa che di Dio possiamo vedere solo l’ombra che lascia la sua presenza luminosa
rivolta verso di noi. Non è una presenza che possiamo afferrare (come ogni ombra!) ma di cui
possiamo godere! Era accaduto a Maria di Nazareth che, coperta con l’ombra dell’Altissimo, aveva
dato alla luce il Figlio di Dio (cfr. Lc 1,35); avverrà a Pietro stesso che sanerà i malati che sono coperti
dalla sua ombra (cfr. At 5,15).
Gesù si può comprendere solo in una esperienza “da dentro” l’ombra della nube luminosa.
Solo partecipando, rimanendo dentro un’esperienza di Lui dove buio e luce convivono. Avviene così
ogni volta in cui ci accostiamo alla parola di Dio. Non è immediatamente evidente la rivelazione del
volto di Gesù. Ma rimanervi, con il sì della nostra fede, come è avvenuto a Maria, permette di
accedere all’incontro con Lui!
“Ed ecco una voce dalla nube che diceva: Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio
compiacimento. Ascoltatelo!”. I discepoli sono raggiunti da una voce che indica in Gesù il Figlio
prediletto, l’Amato sul quale riposa la benevolenza di Dio. Ascoltare Lui è l’unica via per entrare nel
Regno di Dio.
La voce che si ode dalla nube è la voce di Dio che ci parla attraverso le Scritture. Questa voce
unisce il volto del Messia, il Figlio (“Tu sei mio figlio, io oggi ti ho generato” Sal 2,7), con quello di Isacco
(il figlio unico, prediletto: “Prendi tuo figlio, il tuo unigenito che ami, Isacco” Gen 22,2), con quello del
Servo di Dio (il compiacimento del Padre: “Ecco il mio servo che io sostengo, il mio eletto di cui mi
compiaccio”, Is 42,1).
Questa è la voce che ci parla nella Parola e ci rivela Gesù “solo”.
Gesù quindi si può conoscere ascoltando la Scrittura che parla di Lui, nel dialogo fra la Legge
(Mosé), i profeti (Elia), i salmi.
Allora, trasformati da questo incontro, i tre discepoli potranno scendere dal “monte alto” della
trasfigurazione e affrontare il cammino verso l’altro monte (quello del Golgota) fino al “monte che
Gesù aveva loro indicato” dove Gesù li invierà ai fratelli, testimoni di Lui (Mt 28,16-20).
Di “monte” in “monte” viviamo l’esperienza di Gesù, fino ad entrare definitivamente nella
logica del suo regno, del suo amore che è destinato a tutti.
Preghiamo
«O Dio, che chiamasti alla fede i nostri padri e hai dato a noi la grazia di camminare alla luce del
Vangelo, aprici all’ascolto del tuo Figlio, perché accettando nella nostra vita il mistero della croce, possiamo
entrare nella gloria del tuo regno».
Fonte:http://www.clarissesantagata.it/
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