don Mauro Pozzi"Salvami"
Il Maestro è con noi nelle fatiche della vita, questo non le elimina, ma la Sua presenza fa sì che non ci Inghiottano come un mare in tempesta.
L’incontro del profeta Elia con il Signore avviene sul monte,
lontano da rumori e distrazioni, infatti la voce di Dio è il
sussurro di una brezza leggera. Ecco perché Gesù predilige il
silenzio della notte e dei luoghi isolati: ci insegna che la
preghiera è silenzio e ascolto. È esausto e vuole restare solo.
Molto interessante è il suo modo di riposare: la preghiera. Il
sonno mette a posto il corpo, ma spesso la vera stanchezza è
mentale e viene dai pensieri, dalle preoccupazioni. Affidarsi al
Signore, mettere tutto nelle sue mani con fiducia è un grande
riposo. Venite a me voi tutti che siete affaticati e oppressi e io vi
ristorerò. Gesù ci insegna con l’esempio che cosa vuol dire. Nel
bisogno di riposo mostra la sua umanità, ma camminando sul
mare, la divinità. Nell’antico testamento in diverse occasioni
Dio è descritto come colui che aleggia sull’acqua, che percorre
inaccessibili passaggi dove le sue orme rimangono invisibili: sul
mare passava la sua via, i suoi sentieri sulle grandi acque (Sal
77,20). I discepoli che combattono la forza del vento lo vedono
arrivare sui flutti e comprensibilmente muoiono di paura.
Questa lotta contro le onde rappresenta la difficoltà della vita,
dove a volte procedere è molto difficile, ma Gesù cammina
accanto a noi. Pietro, che tra i dodici è il più impulsivo, sempre
pronto a seguire il suo Maestro, gli chiede di raggiungerlo
sull’acqua. È però sopraffatto dalla paura e affonda, la sua
umanità lo trattiene. Come spesso accade però, sa dire la
parola giusta e grida: Signore, salvami! Quando la fatica di
vivere sembra insopportabile il modo per non soccombere è
chiedere il suo aiuto. Gesù rimprovera la sua poca fede e lo
sostiene. Il vento e il mare non si placano ancora, ma Pietro è
salvo. Questo vuol dire che la presenza del Signore accanto a
noi non elimina le difficoltà, ma la sua mano impedisce che
queste ci inghiottano. Avere fede non vuol dire essere preservati
dalla fatica e dal dolore, ma poter contare sulla mano tesa di
Gesù. Appena salgono sulla barca il mare si placa, la presenza
del Maestro cambia il modo di vedere i problemi, ciò che
sembrava insormontabile appare sotto una luce diversa e
rassicurante. I discepoli riconoscono definitivamente che Gesù
è il figlio di Dio. In quel momento egli è all’apice della fama e
del consenso popolare, ma quel periodo sta per finire e
cominceranno presto le malevole attenzioni dei farisei che lo
condurranno alla croce. Il Signore vuole che i suoi discepoli, e
dunque anche noi, sappiano riconoscere la sua divinità, senza
illudersi che il mare e il vento siano sempre favorevoli.
Fonte:http://www.noidisantamonica.it/
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