Don Marco Ceccarelli, " La via del Signore."
II Domenica di Avvento, anno “B” – 10 Dicembre 2017
I Lettura: Is 40,1-5.9-11
II Lettura: 2Pt 3,8-14
Vangelo: Mc 1,1-8
- Testi di riferimento: Gen 18,19; Es 23,20-22; Lv 26,40-42; 2Re 1,8; Sal 18,21-22; 32,5; Pr 10,29;
28,13; Is 35,8; 49,10-11; Ger 5,4-5; Ez 18,25-27; 36,25-26; Gl 3,1; Mal 3,1.21-22; Mt 11,10; Mc
3,20-27; 9,13; Lc 1,76; 7,27-28; Gv 3,28; At 1,5.22; 2,38; 10,37; 11,16; 13,25; 19,3-4.18; 26,20;
1Cor 12,13; Tt 3,5-6; 1Gv 1,9
1. Giovanni il Battista. La seconda domenica di Avvento ha come tematica centrale la predicazione
di Giovanni Battista, che nel Vangelo di Mc funge da brano di apertura. È curioso notare come il
Nuovo Testamento ricominci da dove era terminato l’Antico. Infatti, al tempo di Gesù la Scrittura
canonica terminava con il profeta Malachia, il quale a sua volta terminava con l’annuncio di un
messaggero (3,1) che avrebbe assunto le caratteristiche profetiche di Elia (3,23-24). Il brano odierno
di Vangelo cita appunto Mal 3,1, per poi presentare Giovanni come colui che adempie questa profezia
e colui che riveste il ruolo di Elia (Mc 1,6). Sappiamo inoltre che Gesù stesso ha riconosciuto in
Giovanni colui che ha svolto la funzione di Elia (Mc 9,13). Giovanni ha il compito di precedere il
Messia per annunciarne l’arrivo imminente; e a motivo di questo arrivo imminente non è più possibile
ritardare il “raddrizzamento” della via del Signore.
2. La via del Signore.
- Giovanni viene identificato con il testo di Is 40,3 (che ascoltiamo nella prima lettura). Il contenuto
del suo annuncio è espresso con «Preparate la via del Signore, fate diritti i suoi sentieri» (v. 3).
Spesso questo comando viene inteso nel senso di facilitare la venuta di Dio rendendogli agevole il
percorso. Tuttavia il testo non dice “preparate la via al Signore”, ma “la via del Signore”.
L’espressione odos kyriou è tipica per indicare quell’insieme di norme, precetti, leggi, che costituiscono
ciò che in senso largo viene chiamato Torah, e che ci fa conoscere la volontà di Dio (vedi testi
di riferimento). Camminare nella via del Signore significa agire in conformità alla sua legge, significa
quindi fare la Sua volontà. Anche l’espressione “rendere diritti” fa riferimento a questo. Nei
libri sapienziali si dice spesso che i malvagi camminano per sentieri “contorti” (Pr 2,15; 21,8), mentre
è il giusto che cammina nella via “diritta” (Sal 5,9; Pr 3,6; 11,5), perché la via diritta è quella del
Signore (Os 14,10). Giovanni dunque non sta indicando qualcosa in funzione del Signore (cioè preparargli
la strada), ma in funzione dei suoi ascoltatori. Essi devono conoscere, capire, rendere diritta
la via del Signore, in funzione di loro stessi, perché ovviamente la via del Signore in se stessa è già
diritta (Sal 19,9). Si tratta quindi di conoscere la volontà di Dio attraverso lo studio della torah.
- “Preparate la via del Signore” significa dunque mettersi in un sincero atteggiamento di ricerca della
volontà di Dio, senza distorcere le sue leggi; si tratta della sincera ricerca della verità. Il verbo
“raddrizzare” fa riferimento a questo. Spesso i profeti avevano accusato coloro che avevano il compito
di far conoscere la volontà di Dio di distorcere il senso della legge, di renderla più accomodante
per il popolo o per se stessi (Ger 8,8; Mal 2,7-9). Si rimproveravano i sacerdoti, ai quali spettava
l’interpretazione della torah per far conoscere al popolo la volontà di Dio, di allontanarlo invece da
essa. È interessante notare che Gesù dirà esattamente la stessa cosa ai farisei e agli scribi (Mc 7,6-
8.13). Distorcere la via del Signore significa dunque scambiare la verità con la menzogna. In At
13,8-12 si racconta che Paolo, rimproverando il mago Elymas che cercava di allontanare la gente
dalla fede in Cristo, lo apostrofa dicendo: «Tu figlio del diavolo … non la finirai di distorcere le vie
diritte del Signore?». Chi distorce la verità è “figlio del diavolo” perché questa è la tipica opera del
demonio (Gv 8,43-45). Per poter accogliere Cristo e credere in lui occorre dunque essere disposti ad
accettare la verità, qualsiasi essa sia. La “via del Signore” in ultima analisi è Cristo stesso.
3. La potenza dello Spirito Santo. In Gesù Dio viene in mezzo agli uomini “con potenza”, così come
si dice nella prima lettura (Is 40,10). Colui che viene dopo Giovanni è più forte di lui perché possiede
lo Spirito Santo. Gesù può battezzare in Spirito Santo perché lui lo possiede. Nel titolo (v. 1)
l’evangelista ha presentato Gesù come Messia e come figlio di Dio. In quanto figlio di Dio Gesù è
colui che può dare lo Spirito perché gli appartiene. Con la potenza dello Spirito Santo Gesù scaccerà
gli spiriti impuri. Questo sarà proprio il primo miracolo raccontato in Mc (1,23-27). Con la forza
del suo insegnamento e dello Spirito Gesù libera gli uomini dal potere di satana. Gesù è colui che
può legare l’uomo forte e depredare la sua casa (Mc 3,27) per la potenza dello Spirito che è in lui.
Questa è la salvezza che porta il Messia, il Figlio di Dio.
4. La conversione.
- L’Avvento è il tempo in cui si attende la salvezza. Per poter accogliere la salvezza occorre innanzitutto
aver capito di averne bisogno, e in secondo luogo che tale salvezza non ce la diamo da soli.
Per capire – cosa assolutamente non scontata – che abbiamo bisogno di salvezza occorre raddrizzare
le vie del Signore. Spesso la volontà di Dio viene piegata alla nostra volontà, viene confusa con i
nostri desideri, viene contorta, adattata ai nostri comodi. Si distorce la via di Dio quando si pretende
di far passare per volontà di Dio i nostri peccati. Questo, oltre a stravolgere la verità delle cose, impedisce
totalmente la conversione. La conversione è possibile soltanto a partire dal riconoscimento
del peccato; solo così si può accogliere il perdono dei peccati. Per questo “chi nasconde le proprie
colpe non prospererà, ma chi le confessa e abbandona otterrà misericordia” (Pr 28,13). Quando ci si
è abituati da tanto tempo a chiamare bene il male, si finisce per non distinguere più dove sta la verità.
Perché se il nostro occhio è malvagio tutto il corpo è nella tenebra (Mt 6,23); e se quello che crediamo
sia luce è invece tenebra allora siamo destinati a sfracellarci. Per questo occorre mettersi seriamente
davanti a Dio, alla sua parola, e cercare sinceramente le sue vie. Non ci può essere conversione
senza una vera ricerca della volontà di Dio.
- Raddrizzare le vie di Dio significa dunque riconoscere la verità oggettiva delle cose come Dio ce
l’ha rivelata; riconoscere il bene e le nostre trasgressioni al bene. Riconoscere quindi fondamentalmente
che Dio è un altro e non io; e non posso ergermi a stabilire cosa è bene e cosa è male. Il primo
frutto di conversione è porsi sinceramente alla ricerca della verità, “con tutto il cuore” (Ger
29,13). In questo consiste l’inizio della conversione. In questo modo gli uomini di Qumran avevano
inteso Is 40,3: «Saranno separati di mezzo al soggiorno degli uomini dell’ingiustizia per andare nel
deserto a preparare la via di Lui, come sta scritto […] Questa via è appunto lo studio della Torah
che Egli ha promulgato per mezzo di Mosè» (Regola della Comunità, VIII, 13-15). Essi nel deserto
copiavano le Scritture, le studiavano, cercavano di conoscere in esse la volontà di Dio. Una volta
conosciuta la volontà di Dio non significa che già siamo in grado di compierla. Però in tale conoscenza
si scoprirà che le Sue vie sono quelle giuste e non le nostre (cfr. Ez 18,25.29) e, avendo preso
coscienza della perversione delle nostre vie, ci si potrà mettere nell’atteggiamento di accoglienza
di quella salvezza che Dio stesso ha provveduto attraverso il suo Messia.
- «Il contenuto fondamentale dell’Antico Testamento è riassunto nel messaggio di Giovanni Battista:
Metanoeite - Convertitevi! Non c’è accesso a Gesù senza il Battista; non c’è possibilità di arrivare
a Gesù senza risposta all’appello del precursore»: CARDINAL JOSEPH RATZINGER, Giubileo dei
catechisti, 10 Ottobre 2000.
Fonte:http://www.donmarcoceccarelli.it
I Lettura: Is 40,1-5.9-11
II Lettura: 2Pt 3,8-14
Vangelo: Mc 1,1-8
- Testi di riferimento: Gen 18,19; Es 23,20-22; Lv 26,40-42; 2Re 1,8; Sal 18,21-22; 32,5; Pr 10,29;
28,13; Is 35,8; 49,10-11; Ger 5,4-5; Ez 18,25-27; 36,25-26; Gl 3,1; Mal 3,1.21-22; Mt 11,10; Mc
3,20-27; 9,13; Lc 1,76; 7,27-28; Gv 3,28; At 1,5.22; 2,38; 10,37; 11,16; 13,25; 19,3-4.18; 26,20;
1Cor 12,13; Tt 3,5-6; 1Gv 1,9
1. Giovanni il Battista. La seconda domenica di Avvento ha come tematica centrale la predicazione
di Giovanni Battista, che nel Vangelo di Mc funge da brano di apertura. È curioso notare come il
Nuovo Testamento ricominci da dove era terminato l’Antico. Infatti, al tempo di Gesù la Scrittura
canonica terminava con il profeta Malachia, il quale a sua volta terminava con l’annuncio di un
messaggero (3,1) che avrebbe assunto le caratteristiche profetiche di Elia (3,23-24). Il brano odierno
di Vangelo cita appunto Mal 3,1, per poi presentare Giovanni come colui che adempie questa profezia
e colui che riveste il ruolo di Elia (Mc 1,6). Sappiamo inoltre che Gesù stesso ha riconosciuto in
Giovanni colui che ha svolto la funzione di Elia (Mc 9,13). Giovanni ha il compito di precedere il
Messia per annunciarne l’arrivo imminente; e a motivo di questo arrivo imminente non è più possibile
ritardare il “raddrizzamento” della via del Signore.
2. La via del Signore.
- Giovanni viene identificato con il testo di Is 40,3 (che ascoltiamo nella prima lettura). Il contenuto
del suo annuncio è espresso con «Preparate la via del Signore, fate diritti i suoi sentieri» (v. 3).
Spesso questo comando viene inteso nel senso di facilitare la venuta di Dio rendendogli agevole il
percorso. Tuttavia il testo non dice “preparate la via al Signore”, ma “la via del Signore”.
L’espressione odos kyriou è tipica per indicare quell’insieme di norme, precetti, leggi, che costituiscono
ciò che in senso largo viene chiamato Torah, e che ci fa conoscere la volontà di Dio (vedi testi
di riferimento). Camminare nella via del Signore significa agire in conformità alla sua legge, significa
quindi fare la Sua volontà. Anche l’espressione “rendere diritti” fa riferimento a questo. Nei
libri sapienziali si dice spesso che i malvagi camminano per sentieri “contorti” (Pr 2,15; 21,8), mentre
è il giusto che cammina nella via “diritta” (Sal 5,9; Pr 3,6; 11,5), perché la via diritta è quella del
Signore (Os 14,10). Giovanni dunque non sta indicando qualcosa in funzione del Signore (cioè preparargli
la strada), ma in funzione dei suoi ascoltatori. Essi devono conoscere, capire, rendere diritta
la via del Signore, in funzione di loro stessi, perché ovviamente la via del Signore in se stessa è già
diritta (Sal 19,9). Si tratta quindi di conoscere la volontà di Dio attraverso lo studio della torah.
- “Preparate la via del Signore” significa dunque mettersi in un sincero atteggiamento di ricerca della
volontà di Dio, senza distorcere le sue leggi; si tratta della sincera ricerca della verità. Il verbo
“raddrizzare” fa riferimento a questo. Spesso i profeti avevano accusato coloro che avevano il compito
di far conoscere la volontà di Dio di distorcere il senso della legge, di renderla più accomodante
per il popolo o per se stessi (Ger 8,8; Mal 2,7-9). Si rimproveravano i sacerdoti, ai quali spettava
l’interpretazione della torah per far conoscere al popolo la volontà di Dio, di allontanarlo invece da
essa. È interessante notare che Gesù dirà esattamente la stessa cosa ai farisei e agli scribi (Mc 7,6-
8.13). Distorcere la via del Signore significa dunque scambiare la verità con la menzogna. In At
13,8-12 si racconta che Paolo, rimproverando il mago Elymas che cercava di allontanare la gente
dalla fede in Cristo, lo apostrofa dicendo: «Tu figlio del diavolo … non la finirai di distorcere le vie
diritte del Signore?». Chi distorce la verità è “figlio del diavolo” perché questa è la tipica opera del
demonio (Gv 8,43-45). Per poter accogliere Cristo e credere in lui occorre dunque essere disposti ad
accettare la verità, qualsiasi essa sia. La “via del Signore” in ultima analisi è Cristo stesso.
3. La potenza dello Spirito Santo. In Gesù Dio viene in mezzo agli uomini “con potenza”, così come
si dice nella prima lettura (Is 40,10). Colui che viene dopo Giovanni è più forte di lui perché possiede
lo Spirito Santo. Gesù può battezzare in Spirito Santo perché lui lo possiede. Nel titolo (v. 1)
l’evangelista ha presentato Gesù come Messia e come figlio di Dio. In quanto figlio di Dio Gesù è
colui che può dare lo Spirito perché gli appartiene. Con la potenza dello Spirito Santo Gesù scaccerà
gli spiriti impuri. Questo sarà proprio il primo miracolo raccontato in Mc (1,23-27). Con la forza
del suo insegnamento e dello Spirito Gesù libera gli uomini dal potere di satana. Gesù è colui che
può legare l’uomo forte e depredare la sua casa (Mc 3,27) per la potenza dello Spirito che è in lui.
Questa è la salvezza che porta il Messia, il Figlio di Dio.
4. La conversione.
- L’Avvento è il tempo in cui si attende la salvezza. Per poter accogliere la salvezza occorre innanzitutto
aver capito di averne bisogno, e in secondo luogo che tale salvezza non ce la diamo da soli.
Per capire – cosa assolutamente non scontata – che abbiamo bisogno di salvezza occorre raddrizzare
le vie del Signore. Spesso la volontà di Dio viene piegata alla nostra volontà, viene confusa con i
nostri desideri, viene contorta, adattata ai nostri comodi. Si distorce la via di Dio quando si pretende
di far passare per volontà di Dio i nostri peccati. Questo, oltre a stravolgere la verità delle cose, impedisce
totalmente la conversione. La conversione è possibile soltanto a partire dal riconoscimento
del peccato; solo così si può accogliere il perdono dei peccati. Per questo “chi nasconde le proprie
colpe non prospererà, ma chi le confessa e abbandona otterrà misericordia” (Pr 28,13). Quando ci si
è abituati da tanto tempo a chiamare bene il male, si finisce per non distinguere più dove sta la verità.
Perché se il nostro occhio è malvagio tutto il corpo è nella tenebra (Mt 6,23); e se quello che crediamo
sia luce è invece tenebra allora siamo destinati a sfracellarci. Per questo occorre mettersi seriamente
davanti a Dio, alla sua parola, e cercare sinceramente le sue vie. Non ci può essere conversione
senza una vera ricerca della volontà di Dio.
- Raddrizzare le vie di Dio significa dunque riconoscere la verità oggettiva delle cose come Dio ce
l’ha rivelata; riconoscere il bene e le nostre trasgressioni al bene. Riconoscere quindi fondamentalmente
che Dio è un altro e non io; e non posso ergermi a stabilire cosa è bene e cosa è male. Il primo
frutto di conversione è porsi sinceramente alla ricerca della verità, “con tutto il cuore” (Ger
29,13). In questo consiste l’inizio della conversione. In questo modo gli uomini di Qumran avevano
inteso Is 40,3: «Saranno separati di mezzo al soggiorno degli uomini dell’ingiustizia per andare nel
deserto a preparare la via di Lui, come sta scritto […] Questa via è appunto lo studio della Torah
che Egli ha promulgato per mezzo di Mosè» (Regola della Comunità, VIII, 13-15). Essi nel deserto
copiavano le Scritture, le studiavano, cercavano di conoscere in esse la volontà di Dio. Una volta
conosciuta la volontà di Dio non significa che già siamo in grado di compierla. Però in tale conoscenza
si scoprirà che le Sue vie sono quelle giuste e non le nostre (cfr. Ez 18,25.29) e, avendo preso
coscienza della perversione delle nostre vie, ci si potrà mettere nell’atteggiamento di accoglienza
di quella salvezza che Dio stesso ha provveduto attraverso il suo Messia.
- «Il contenuto fondamentale dell’Antico Testamento è riassunto nel messaggio di Giovanni Battista:
Metanoeite - Convertitevi! Non c’è accesso a Gesù senza il Battista; non c’è possibilità di arrivare
a Gesù senza risposta all’appello del precursore»: CARDINAL JOSEPH RATZINGER, Giubileo dei
catechisti, 10 Ottobre 2000.
Fonte:http://www.donmarcoceccarelli.it
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