ROBERTO BRUNELLI, "Nessuna costrizione ma un caldo invito "

Nessuna costrizione ma un caldo invito
mons. Roberto Brunelli
IV Domenica di Avvento (Anno B) (24/12/2017)
  Visualizza Lc 1,26-38
Oggi, con la quarta domenica, si conclude il tempo di Avvento, con l'occhio già puntato alla festa di
domani, cui tutto l'Avvento era orientato. In questo tempo la liturgia ha richiamato l'attenzione dei fedeli soprattutto su due figure: Giovanni Battista, protagonista dei vangeli delle due precedenti domeniche, e Maria, celebrata l'8 dicembre e riproposta oggi, attraverso il racconto dell'annunciazione (Luca 1,26-38).

E' questa una delle pagine più dense dei vangeli, oggetto di ponderosi studi e commenti, ispiratrice di innumerevoli opere d'arte e spunto iniziale della preghiera più ricorrente, l'“Ave Maria”. Scrive l'evangelista Luca: “In quel tempo, l'angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea chiamata Nazaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: Rallegrati, piena di grazia, il Signore è con te. Non temere, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Lo Spirito Santo scenderà su di te... Nulla è impossibile a Dio”.

Questa tra virgolette è una sintesi dell'episodio chiamato appunto “Annunciazione”, che si legge oggi, vigilia di Natale, perché riferisce l'antefatto più diretto della nascita di Gesù: il suo concepimento, nel grembo di una vergine che tale continua a restare, perché quello che avviene in lei non è opera d'uomo.

Da secoli e secoli Dio aveva manifestato la sua intenzione di intervenire beneficamente nella storia degli uomini, per redimerli dalla misera condizione di peccatori; ma nessuno avrebbe neppure lontanamente immaginato che l'avrebbe fatto addirittura diventando uno di noi. Consideriamo: questo solo fatto costituisce qualcosa di impensabile: il Creatore, l'Etermo, l'Onnipotente, si abbassa sino a diventare una misera creatura umana! Se poi si pensa che questo prevedeva già la croce, cioè il totale dono di sé da parte del Figlio di Dio fattosi uomo, si rimane senza parole di fronte a tanta degnazione; quasi si tocca con mano la misura infinita dell'amore divino di cui gli uomini sono oggetto.

In questo quadro sublime si colloca in posizione preminente la figura di Maria. Il vangelo la chiama “piena di grazia”: degli innumerevoli personaggi della Bibbia, per nessun altro si usa questa espressione, che manifesta un amore di predilezione senza pari e un progetto che la coinvolge, assegnandole un ruolo unico e predisponendola a svolgerlo (appunto a questo scopo è stata resa “piena di grazia”). Eppure, quel progetto Dio non lo realizza senza la sua collaborazione: se Maria è obiettivamente importante perché da lei il Figlio di Dio ha preso la natura umana, è ancor più importante perché Dio l'ha fatto non obbligandola; come si dice nell'episodio di cui sopra, per incarnarsi in lei ha chiesto il suo assenso, ed ella l'ha liberamente dato (“Sono la serva del Signore, avvenga quello che egli vuole”).

Non è un caso: è l'abituale modo di procedere di Dio nel salvare gli uomini. Egli non costringe mai nessuno ad accogliere il suo dono; propone, invita, ma rispetta sempre la loro libertà, anche quella di rifiutarlo. Sta qui la drammatica grandezza dell'uomo: tanto caro a Dio, da indurlo a scendere al suo livello e donare la vita per lui, eppure libero di rifiutarla. Torna alla mente la parabola del figlio prodigo, con quel padre, figura di Dio, che pur con dolore rispetta la volontà del figlio minore di andarsene lontano da lui, né costringe il maggiore a restare; e con infinita pazienza e speranza tiene sempre aperta la casa per riaccogliere chi non ha apprezzato il suo amore. Celebrare il Natale significa riflettere sulla nostra libertà e sull'uso che ne abbiamo fatto; significa comprendere quanto Dio ci ami, e quanto sia appagante vivere con lui.
Buon Natale a tutti i lettori.

Fonte:www.qumran2.net

Commenti

Post più popolari