D. Gianni Mazzali SDB, LA VIA DI DIO

7 gennaio 2018   - Battesimo di Gesù  |  Letture - Omelie
LA VIA DI DIO
L'atteggiamento di Dio, così come tra l'altro è descritto dal secondo autore del Libro di Isaia, ci
sorprende e ci sconcerta, oltre a darci l'impressione che Dio quasi ci voglia lanciare una sfida: "Perché i miei pensieri non sono i vostri pensieri, le vostre vie non sono le mie vie. Oracolo del Signore. Quanto il cielo sovrasta la terra, tanto le mie vie sovrastano le vostre vie, i miei pensieri sovrastano i vostri pensieri". E' un Dio vicino oppure insensibile alla nostra vicenda terrena quello che si esprime sottolineando l'alterità della sue vie, dei suoi pensieri? Il profeta sembra voler accostare percezioni e sensazioni opposte. E' rocciosa l'affermazione della trascendenza di Dio da parte del profeta: i nostri piccoli pensieri, le nostre elucubrazioni, i nostri frequenti vaneggiamenti non possono raggiungere e possedere Dio. Egli è Altro, è Infinito fuori del nostro tempo e del nostro spazio. Eppure non è assente, avulso dalla fatica del nostro esistere. Ci incalza, ci chiama, vuole che lo sentiamo vicino, soprattutto che ci incamminiamo sulla sua via, che ci impegniamo a sondare i suoi pensieri.

I PENSIERI DI DIO

Quali sono i pensieri di Dio? Per molti oggi, forse la maggioranza, questa domanda è superflua, inutile. Non si parla più di alienazione come un tempo nel marxismo, oggi si ritine per lo più che la barca dell'umanità abbia finalmente fatto il giro della boa e il nuovo orizzonte non contenga più tracce che inducano l'uomo ad intrattenersi con Dio, a ritenere Dio un interlocutore indispensabile nel solcare il mare della vita.
Il Dio che il profeta contempla nella pagina ispirata di oggi, tende comunque la mano all'uomo. Non si ritrae sdegnosamente, abbandonando l'uomo a sé stesso nel suo convinto proposito di emancipazione da Dio e da ogni forma di rapporto con lui. Oggi gli scrittori si sbizzarriscono sull'uomo, sulle sue pulsioni, sulle sue frustrazioni. In fondo ne risulta un uomo solo che crede di potersi concedere tutto, che si apre ad ogni esperienza, ma che rischia di dialogare solo con sé stesso e quindi di soffocare, di avvitarsi su sé stesso.
"Cercate il Signore, mentre si fa trovare, invocatelo, mentre è vicino. L'empio abbandoni la sua via e l'uomo iniquo i suoi pensieri; ritorni al Signore che avrà misericordia di lui e al nostro Dio che largamente perdona".
I pensieri di Dio ci riguardano direttamente e quanto è salutare per noi che il pensiero sublime di Dio sovrasti le nostre pretese, l'orgoglio che ci ammalia e forse ci acceca. Egli vuole, ci scongiura, che noi lo cerchiamo, perché è lui che vuole essere trovato, invocato, interpellato. Il Dio del profeta è un Dio vicino, perché ci sovrasta sì, ma ci ama e non vuole che siamo ciecamente vittime del male, dell'iniquità. L'ostacolo per molti uomini e donne oggi sta proprio nell'ammettere che aver bisogno di Dio, della sua misericordia, del suo perdono. Ma Dio ci prende anche quando lo affrontiamo stoltamente con un atteggiamento di sufficienza, di stizza. Abbiamo bisogno di sfiorare i pensieri di Dio, di percepire l'abbrezza di camminare sulla via che egli ha tracciata per noi perchè "così sarà della mia parola uscita dalla mia bocca: non ritornerà a me senza effetto, senza aver operato ciò che desidero e senza aver compiuto ciò per cui l'ho mandata".

VINCERE IL MONDO CON LA FEDE

Questi stessi pensieri Giovanni li esprime con una figura caratteristica del suo linguaggio e della sua riflessione. Egli pensa al "mondo", come ad una realtà che si contrappone a Dio, che lo rifiuta, che non vuole consentirgli spazio alcuno. Ed è indispensabile che si realizzi un innesto nella vita di Dio per poter vincere una realtà così negativa che allontana l'uomo anche da sé stesso e Giovanni lo dice con chiarezza: "Chiunque è stato generato da Dio vince il mondo; e questa è la vittoria che ha vinto il mondo: la nostra fede".
Gesù è il fulcro di questa vita divina, di questa scintilla che si esprime nella fede dell'uomo, che lo motiva nell'accettare Dio, nel dialogare con lui, nel seguire la via dei suoi comandamenti: "E chi è che vince il mondo se non chi crede che Gesù è il Figlio di Dio?".

UN'ESPERIENZA TRINITARIA

La concisa pagina di Marco (dal quale nulla sappiamo della nascita del Signore) descrive l'esperienza del Battesimo di Gesù come l'inaugurazione della sua missione ed è chiarissima l'impostazione trinitaria del brano. Il Padre inaugura la missione del Figlio, il cielo si apre, si spalanca e lo Spirito Santo scende su Gesù. Per Marco questo è il Natale del Signore: uomo tra gli uomini, si inginocchia davanti a Giovanni il Battezzatore e riceve da suo Padre la missione di salvare gli uomini, sconfiggendo il male: "Tu sei il mio Figlio, l'amato: in te ho posto il mio compiacimento".
Nel Battesimo con Gesù siamo figli prediletti, vinciamo le forze oscure del male e costituiamo il nuovo popolo dei salvati: "Io stabilirò per voi un'alleanza eterna".

"Il Battesimo è il ponte che Gesù
ha costruito tra sé e noi,
la strada per la quale
si rende a noi accessibile;
è l'arcobaleno divino sulla nostra vita"

(Benedetto XVI)


Don Gianni MAZZALI SDB
Fonte:http://www.donbosco-torino.it

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