Padre Paolo Berti, Disse loro : “Venite e vedrete”

II Domenica del T. O.       
Gv.1,35-42
Disse loro : “Venite e vedrete”
Omelia 

E' punto comune alle tre letture che per incontrare il Signore bisogna già essere incamminati verso di
lui. L'incontro è preceduto da tutta una serie di inviti segreti, silenziosi rivolti all'anima. L'uomo è invitato a rientrare in se stesso, a fare silenzio. Samuele stava nel tempio fino ad addormentarsi. Silenzio, raccoglimento, sono le condizioni per ascoltare la voce di Dio che parla all'anima. Certo, l'esperienza di Samuele è all'origine di una missione profetica in Israele, ma resta per tutti il silenzio della notte, il raccoglimento dell'anima, la sorpresa di udire qualcosa che non procede da sé; che sveglia. Dio prima invita al silenzio, al raccoglimento, al deserto; poi parla all'anima. Così, infatti, è scritto nel libro del profeta Osea (2,16): “Ecco, io la sedurrò, la condurrò nel deserto e parlerò al suo cuore”. Quanti sono gli inviti impercettibili che l'anima avverte, e le fanno ricordare quando era limpida, serena, viva nei sentimenti. Quanti nel silenzio di una stanzetta, resi fermi da una malattia, hanno sentito, senza che i sensi sentissero, gli inviti del Signore. Quanti in una notte silenziosa, insonne, tormentata, hanno trovato finalmente un po' di pace ricordando Dio, e hanno deciso di migliorare. Quanti disgustati dall'animalità, hanno sentito sotto le volte di una chiesa un segreto invito alla purezza, alla libertà dalla carne. Quanti nella tristezza, nel pianto, hanno avvertito una pace improvvisa, ricca di promesse, che procedeva dal loro interno, ma non da loro.
C'è sempre l'azione dello Spirito Santo che sospinge verso l’incontro con il Signore. Giovanni e Andrea erano stati disposti all'incontro con Gesù da Giovanni il Battista. Erano pronti a seguirlo e lo fecero in quel giorno, alle quattro del pomeriggio. Lo seguirono senza avere il coraggio di dire qualcosa. Seguivano l'Agnello di Dio. Lui prese l'iniziativa; sempre, fratelli e sorelle, l'iniziativa è di Gesù. Anche Giovanni il Battista si mosse per iniziativa di Gesù, come ben sappiamo dall'episodio dell'incontro di Maria con Elisabetta, e dall'episodio del Battesimo nel Giordano. Nessuno potrà togliere a Gesù l'iniziativa, per il semplice fatto che Dio ci ama sempre per primo e che perciò l'iniziativa è sempre la sua. “Che cosa cercate?”, disse ai due Gesù. “Che cercate seguendomi?”; “Perché lo fate?”.
“Quale il motivo?”. Gesù li fa riflettere; vuole che prendano coscienza del perché profondo che li conduce a seguirlo. “Rabbì, dove dimori?”. Dunque, cercano di conoscerlo, vogliono intrattenersi con lui, ma non come degli sfaccendati, come dei curiosi, come dei parassiti della pace altrui, ma come persone che vogliono stabilire un incontro profondo; vogliono sapere dove abita per stabilire con lui un incontro perenne. Gesù non dà l'indirizzo di casa; non dà un appuntamento in via tal dei tali; l'appuntamento era quello; quello delle quattro del pomeriggio. “Venite e vedrete”. Nessuno pensi che Gesù avesse un'abitazione. Dopo la casa di Narareth, Gesù non ebbe più un'abitazione propria, ma solo asilo qua e là. Così, i due non giunsero a vedere dove Gesù dimorava, ma seguendo Gesù e vedendo incontrarono la loro dimora, cioè il cuore di Cristo (1Gv 2,6; 4,15), e vi dimorarono. Non dobbiamo vedere subito un incontro vocazionale specifico in quelle ore quattro del pomeriggio. E' l'incontro con l'Agnello di Dio che toglie i peccati del mondo. Non Giovanni toglieva i peccati con il suo Battesimo, ma predisponeva a penitenza, a correttezza davanti alla legge, per giungere a colui che toglie i peccati del mondo. Il cammino dei discepoli di Giovanni Battista era lineare, bellissimo; più tormentato quello dei pagani che giungevano alla fede. Il Battesimo li rigenerava, ma restava una lotta forte, dura, contro la carne avvezza ai vizi del paganesimo. Paolo insiste, e anche noi dobbiamo insistere oggi: “Il corpo non è per l'impurità, ma per il Signore, e il Signore è per il corpo”. Gesù vuole stabilire con noi un'intima unione nello Spirito Santo che, per il Battesimo e l'arricchimento della Cresima, dimora nel nostro cuore. Se il corpo viene profanato dal peccato, il cuore non è più dimora di Dio, ma diventa nido del male. Noi che facciamo parte della Chiesa, Corpo mistico di Cristo, sappiamo che siamo membra di Cristo, e se siamo uniti a lui nell'obbedienza alla sua Parola noi formiamo nello Spirito Santo “un solo spirito” con lui.
Giovanni, fratelli e sorelle, era il discepolo puro, vergine. Leggete il quarto Vangelo, vi troverete lunghi discorsi di Gesù; i più lunghi dei quattro Vangeli. Giovanni li accoglieva limpidamente nel suo cuore, e lo Spirito Santo non ebbe difficoltà a ricordarglieli e poi con la sua luce fissarli su carta. Non si dica, per favore, che i discorsi di Giovanni sono la riflessione della comunità su Cristo, perché quella comunità sarebbe prodigiosa e noi al confronto saremmo solo degli zoppicanti che con fatica hanno un primo - non dico profondo - accesso al quarto Vangelo. Quei discorsi Giovanni li ha registrati nel suo cuore perché era un cuore vergine, puro e vergine. Ho detto puro e vergine, perché molti sono vergini, ma poi non hanno il cuore puro, cioè l'hanno pieno di pensieri impuri.
Abbiamo bisogno di silenzio fratelli e sorelle. Nel silenzio Dio ci parla; Dio ci fa sentire la sua presenza di gioia e di pace. E' dall'incontro con Dio che scaturisce la gioia di diffonderne la conoscenza. Giovanni e Andrea non poterono tacere quanto avevano nel cuore e l'andarono a riferire a Pietro. Chi ha nel cuore il Signore, non lo può tacere. La solitudine non è conosciuta dal discepolo del Signore; neppure se abitasse nelle lande di un deserto. Anche là sarebbe in comunione con tutti. Sarebbe un deserto apostolico, perché la sua preghiera si innalzerebbe per tutti gli uomini. Del resto chi ha la fede in Cristo non è mai solo, facendo parte della Chiesa. E la Chiesa è sempre presente, con uno o con un altro o con più o con tanti, sempre certamente tutta nella realtà della comunione dei santi.
Giovanni e Andrea andarono a raccontare quell’incontro a Simone. La forza della Chiesa sta in un inarrestabile passaparola. E il passaparola non è fatto solo di parole, ma di buon esempio, di sollecitudine. Cristo viene annunciato non solo col labbro, ma anche con i gesti, le premure, le attenzioni.
Non abbiamo noi cristiani grandi mezzi tecnologici. Le grandi reti televisive non sono nostre. I quotidiani non sono nostri. La grande editoria non è nostra. Ma nostro è il passaparola; un inarrestabile passaparola.
Voglio dire, questo sito come avanza? Attraverso il passaparola.
Nessuno di noi può sperare in altro che nel passaparola, che ha come origine l'Amore e che ha come scopo la diffusione dell'Amore nella gioia della comunione. Ave Maria. Vieni, Signore Gesù.

Fonte:http://www.perfettaletizia.it

Commenti

Post più popolari