FRA.Andrea Vaona, "Da viandanti a Pellegrino"


Solennità della Domenica di Pasqua di Resurrezione del Signore

La liturgia serale del giorno di Pasqua propone, come è noto, il Vangelo dei discepoli di Emmaus. Nella ricchezza sovrabbondante ed estasiata di testi scritturistici che caratterizza la liturgia pasquale, a partire dalla veglia del sabato notte, ecco la pagina che si accorda anche nel momento serale della giornata festiva con l’apparizione del Risorto ai discepoli sfiduciati e rassegnati, tanto da farli diventare missionari!

Riflette sant’Agostino: «Accogli l’ospite, se vuoi conoscere il Salvatore. Ciò che aveva portato via l’infedeltà, lo restituì l’ospitalità. Il Signore, dunque, si fece conoscere nella frazione del pane. Imparate dove cercare il Signore, imparate dove possedere, dove conoscere, quando mangiate. I fedeli infatti hanno conosciuto in questa lezione qualcosa che meglio comprendiamo e che quei tali non conobbero. “Cristo si è assentato con il corpo perché si edificasse la fede”. Il Signore è stato conosciuto; e dopo essere stato conosciuto, mai più ricomparve. Si separò da loro con il corpo, colui che era trattenuto dalla fede. Per questo infatti il Signore si assentò con il corpo da tutta la Chiesa, e ascese al cielo, perché si edificasse la fede».

Colui che «fu visto da Simone» è il medesimo che anche noi «riconosciamo».

Il Vivente ci è venuto incontro mentre scendevamo da Gerusalemme (cf. parabola del buon samaritano, sempre di Luca). Ci ha visto: ci si è fatto vicino, ci ha medicato con il suo olio e il suo vino. Il nostro cuore ha ricominciato ad ardere, intuendo nella sua parola la verità nostra e di Dio; i nostri occhi si sono spalancati, riconoscendolo nel pane. Ormai lui è in noi e noi in lui. Il nostro cammino diventa il suo.

L’eucaristia si fa missione: diventiamo suoi testimoni, iniziando da Gerusalemme fino agli estremi confini della terra. La nostra vita è la sua stessa: quella del Figlio che va verso i fratelli. Avendo sperimentato la cura del Samaritano per noi, possiamo obbedire al suo comando che ci dà la vita eterna; «Va’, e anche tu fa’ lo stesso» (10,37). L’incontro con lui attraverso la Parola e il pane continuamente ci guarisce: i nostri piedi si volgono dalla fuga al suo stesso cammino; il nostro volto passa dall’oscurità della tristezza alla luce della gioia; la nostra testa, confusa dal dolore per l’Assente, si dischiude alla comprensione; il nostro cuore, raggelato e lento, comincia a pulsare e ardere; i nostri occhi, appannati dalla paura, si aprono a contemplare lui; e la nostra bocca, indurita nel litigio col fratello, canta lo stesso alleluia di tutti i salvati della storia.

Siamo nati, e continuamente nasciamo, come uomini nuovi.

Bibbia Francescana ci sorprende ancora una volta. Davanti la meravigliosa pagina dei discepoli di Emmaus ci sentiamo di solito chiamati a identificarci nei discepoli con la lor fatica di credere… Solo un santo come Francesco – invece – pensa di mettersi dalla parte di Cristo!

«Una volta, nel giorno santo di Pasqua, siccome si trovava in un romitorio molto lontano dall’abitato e non c’era possibilità di andare a mendicare, memore di Colui che in quello stesso giorno apparve ai discepoli in cammino verso Emmaus, in figura di pellegrino, chiese l’elemosina, come pellegrino e povero, ai suoi stessi frati. Come l’ebbe ricevuta, li ammaestrò con santi discorsi a celebrare continuamente la Pasqua del Signore, cioè il passaggio da questo mondo al Padre, passando per il deserto del mondo in povertà di spirito, come pellegrini e forestieri e come veri ebrei. Poiché nel chiedere le elemosine egli non era spinto dalla brama del guadagno, ma dalla libertà dello Spirito, Dio, padre dei poveri, mostrava per lui una speciale sollecitudine» (San Bonaventura, Leggenda Maggiore, VII : FF 1129).

«Ecco, ogni giorno Cristo si umilia, come quando dalla sede regale discese nel grembo della Vergine; ogni giorno viene a noi in apparenza umile; ogni giorno discende dal seno del Padre sopra l’altare nelle mani del sacerdote. E come ai santi apostoli apparve in vera carne, così ora si mostra a noi nel pane consacrato; e come essi con lo sguardo fisico vedevano solo la sua carne ma, contemplandolo con gli occhi della fede, credevano che egli era Dio, così anche noi, vedendo pane e vino con gli occhi del corpo, vediamo e fermamente crediamo che il suo santissimo corpo e sangue sono vivi e veri. E in tale maniera il Signore è sempre presente con i suoi fedeli così come egli dice: Ecco, io sono con voi sino alla fine del mondo» (san Francesco, Ammonizioni, I : FF 144).


Fonte:http://bibbiafrancescana.org

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