P. ALBERTO MAGGI OSM"OGNI UOMO VEDRÀ LA SALVEZZA DI DIO!"
OGNI UOMO VEDRÀ LA SALVEZZA DI DIO!
DI P. ALBERTO MAGGI OSM
Nell’anno quindicesimo dell’impero di Tiberio Cesare, mentre Ponzio Pilato era governatore della Giudea, Erode tetràrca della Galilea, e Filippo, suo fratello, tetràrca dell’Iturèa e della Traconìtide, e Lisània tetràrca dell’Abilène, sotto i sommi sacerdoti Anna e Càifa, la parola di Dio venne su Giovanni, figlio di Zaccarìa, nel deserto.
Egli percorse tutta la regione del Giordano, predicando un battesimo di conversione per il perdono dei peccati, com’è scritto nel libro degli oracoli del profeta Isaìa:
«Voce di uno che grida nel deserto:
Preparate la via del Signore,
raddrizzate i suoi sentieri!
Ogni burrone sarà riempito,
ogni monte e ogni colle sarà abbassato;
le vie tortuose diverranno diritte
e quelle impervie, spianate.
Il capitolo 3 del vangelo di Luca si apre in una maniera volutamente pomposa, ridondante perché l’evangelista vuole attrarre l’attenzione del lettore e prepararlo alla sorpresa che ora vedremo. Scrive l’evangelista Nell’anno quindicesimo dell’impero di Tiberio Cesare, Tiberio Cesare era il secondo imperatore, era succeduto ad Augusto. L’evangelista ci presenta una società piramidale, ponendo quelli che sono ai vertici e secondo la cultura dell’epoca quelli più vicini a Dio o addirittura creduti degli dei come era l’imperatore romano. Poi scende giù, mentre Ponzio Pilato era governatore della Giudea, Erode tetràrca della Galilea, quindi scende sempre giù da questa piramide, e Filippo suo fratello, tetràrca dell’Iturèa e della Traconìtide, e l’evangelista si inserisce anche un personaggio semi sconosciuto, un certo Lisània, tetràrca dell’Abilène, dell’Antilibano, sotto il sommo sacerdote, è al singolare l’espressione dell’evangelista, Anna e Caifa. Anna era il suocero di Caifa. L’evangelista, attraverso questo artifizio, ha voluto raggiungere il numero 7 che indica la totalità, ecco la totalità del potere.
Ed ecco qual è la sorpresa, la parola di Dio venne su, a quali di questi si dirigerà Dio? Perché abbiamo visto le persone più in alto, le più vicine a lui, addirittura quelli che si credevano di condizione divina, c’è il sommo sacerdote, anzi due sommi sacerdoti rappresentanti di Dio, a quali di questi Dio rivolgerà la sua parola? Ecco la sorpresa, venne su Giovanni, un certo Giovanni, figlio di Zaccarìa nel deserto. Quando Dio deve intervenire nella storia evita accuratamente luoghi e persone sacre e religiose perché sa che sono sempre refrattari, addirittura ostili ad ogni cambiamento. La sua parola si rivolge a questo Giovanni, figlio di Zaccaria, ah, essendo figlio il maschio primogenito di Zaccaria avrebbe dovuto come il padre essere sacerdote, presentarsi al compimento dei 18 anni al tempio per vedere se non ci aveva difetti che impedivano di continuare il sacerdozio del padre. Invece lista nel deserto, ha rotto con questa società. È lontano da Gerusalemme, è lontano dal tempio, egli percorse tutta la regione del Giordano predicando un battesimo, il termine battesimo non ha il significato liturgico che poi gli verrà dato. Il battesimo è un’immersione, era un rito conosciuto che significava morire a una condizione precedente per iniziarne una nuova. Per esempio a uno schiavo veniva concessa la libertà si battezzava, cioè si immergeva completamente in un corso d’acqua, moriva lo schiavo e quello che emergeva era una persona libera. Quindi è un segno di cambiamento, di morte a quello che si è stato.
Questo battesimo era per un segno di conversione, l’evangelista sceglie il termine conversione, evita quello che indica la conversione religiosa, il ritorno a Dio e usa quello che indica un cambio di mentalità che poi influisce nel comportamento. Di un battesimo di conversione per il perdono dei peccati, è grande la provocazione di Giovanni Battista perché il perdono dei peccati avviene al tempio di Gerusalemme portando delle offerte al Signore. Ebbene Giovanni non è d’accordo, lui è l’uomo dello Spirito, non come il padre l’uomo del rito, e proclama questo segno di cambiamento di vita, la conversione significa non vivere più per te, ma vivi per gli altri, e questo ottiene la cancellazione dei peccati, quindi non più a Gerusalemme.
Come è scritto nel libro degli oracoli del profeta Isaìa, e qui si tratta di quello che ha chiamato il libro della consolazione, è la seconda parte del profeta Isaia, di un profeta anonimo alla fine dell’esilio che è un invito all’esodo, alla liberazione dalla schiavitù. L’evangelista intende segnalare quella che poi sarà l’attività di Gesù, una liberazione non più da una terra, ma da un’istituzione religiosa che aveva ridotto il popolo in schiavitù.
Ebbene c’è questa citazione del profeta Isaia che termina con questa espressione e ogni uomo, quindi non è riservato a un popolo, ma a tutta l’umanità, vedrà, il testo di Isaia parlava di gloria di Dio, del Signore, qui l’evangelista invece sostituisce il termine gloria con salvezza. La gloria di Dio si esprime nella salvezza per ogni uomo, non c’è nessuna persona al mondo che possa sentirsi esclusa dall’amore di questo Signore.
Fonte:www.ildialogo.org/
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