FIGLIE DELLA CHIESA, LECTIO "Epifania del Signore"
Epifania del Signore
Lun, 31 Dic 18 Lectio Divina - Anno C
Il testo che la liturgia di oggi ci propone, dal Vangelo di Matteo, è un vero racconto di viaggio: protagonisti i personaggi del presepio.
Esistere è un viaggio. Noi abbiamo la sensazione che la nostra vita sia ferma; in realtà siamo tutti in attesa che accada una cosa che non arriva mai; vediamo solo il fotogramma del momento, che ci sembra lungo e pesante.
La vita è un viaggio! Anche per Gesù è stato così. Dall’Incarnazione (Dio che scende per farsi uomo), alla vita pubblica (il vangelo di Luca ci presenta tutta la vita pubblica di Gesù come la sua salita a Gerusalemme, il suo cammino verso Gerusalemme) al suo salire il Calvario e l’Ascensione al cielo. Non siamo noi che abbiamo un desiderio di viaggio, non è una scelta ma siamo noi in viaggio: siamo in pellegrinaggio verso la nostra patria che è altrove.
Questo testo ci propone inoltre la grande gioia dei Magi per aver trovato quello che cercavano. La grande gioia della vita è trovare quello che cerchiamo! Sappiamo quello che cerchiamo?
Con l’occhio e il cuore di pellegrini accostiamoci alla Parola per trovare la grande gioia.
v.1 Nella città di Davide, Betlemme, Gesù è già nato ed Erode è il re, ormai alla fine dei suoi giorni. I Magi, maghi, stranieri sapienti, sono l’immagine dei lontani che giungono alla fede. Sono la sapienza che viene da altrove, i gentili, non appartenenti alla stessa religione. Sia nell’AT che nel NT sono visti in maniera negativa, solo in questo brano sono visti in maniera positiva. Sono persone che hanno fatto un cammino, un lungo cammino: sono sapienti che non solo hanno visto la stella ma si sono lasciati interpellare dal suo apparire e si sono lasciati condurre dalla sua luce.
v.2 I Magi sono persone che, con gli occhi aperti, scrutano i cieli, cercano segni, hanno desideri e hanno visto sorgere la stella. Vedere quello che accade, guardare la storia, vedere il tempo, le situazioni, gli altri, quali stelle sorgono ... Non solo hanno visto sorgere la stella, cioè hanno riconosciuto nella loro storia un segnale, ma si sono messi in viaggio, con tutta la fatica che questo comporta, e sono anche venuti con la buona intenzione per adorare il re dei Giudei.
Il risultato di una vita che vede le stelle e si muove per viaggiare e con retta intenzione, è una domanda: “Dov’è il re dei Giudei?” non una risposta! I Magi non cercano il re della Giudea ma il re dei Giudei. Il re è il modello di uomo, l’immagine di Dio. Quale modello, quale immagine cerchiamo noi? La stella, la luce è la ragione umana che sempre indaga e ricerca per condurre l’uomo alla Verità. I Magi non solo vedono ma si muovono, lasciano le proprie certezze per cercare la Verità.
Il loro desiderio di adorare (portare alla bocca – baciare) è un desiderio di comunione, è avere lo stesso respiro, è amare. Questo gesto, desiderio dei Magi all’inizio del Vangelo di Matteo, lo ritroveremo anche alla fine (28,17), da parte degli apostoli, dopo la risurrezione di Gesù al momento della sua ascensione al cielo.
vv.3 – 6 L’assemblea rappresentativa del giudaismo, esperti della legge cui spetta interpretare le Scritture e quindi le profezie riguardanti il Messia, ascolta la domanda dei Magi. Vengono turbati dai segni da cui vengono raggiunti perché richiedono di “uscire” dal luogo in cui sono. Il turbamento è perché occorre ora scegliere e decidere quale re si vuole.
La Scrittura dà la risposta puntuale (Mi 5,1). Gli occhi vedono ciò che è scritto ma il cuore e i piedi non si muovono. Conoscere le Scritture, conoscere dove abita la verità non è sufficiente per andare incontro al Signore. Il Signore si fa trovare nelle cose piccole e minime: se anche noi non scegliamo questo cammino … sarà difficile trovarlo.
v.7 – 8 La segretezza è il contrario del viaggio perché solo chi ha un luogo stabile, dei posti dove nascondersi può essere segreto; chi è in viaggio ha bisogno di tutti, è visibile, non può essere segreto. Un viaggio non è fatto per la segretezza: tutti i viaggi danno vita a racconti non segreti. La stabilità, il difendersi genera la segretezza, è la paura di perdere. Erode temeva i rivali e fa dei Magi i suoi delegati, li rende complici delle sue trame. Si serve delle Scritture e dei Magi non per operare il bene ma per compiere il male. Il suo è un sapere che non ama, un sapere che è al servizio solo di ciò che a lui interessa: il potere.
v.9 La stella che da lontano li ha condotti fino a Gerusalemme riappare. Ciò che con la ragione si poteva conoscere, i Magi lo hanno potuto conoscere. Orientati dalle Scritture i Magi ora sono guidati perché la Rivelazione sa “dove” trovare il Bambino, il Re dei Giudei.
v.10 Non proveranno gioia al vedere il Bambino ma provano gioia al vedere la stella perché indica la presenza del Salvatore. La gioia è segno della presenza di Dio. Dove c’è Dio c’è amore, gioia, pace.
v.11 I Magi lo adorano e scoprono in Gesù colui che avevano lungamente cercato. I grandi viaggiatori sono lì, fermi, paralizzati davanti alla capanna. Di loro si ricorda solo questo viaggio; non sappiamo null’altro di loro se non il loro gesto del rendere adorazione a questo bambino.
E davanti al Bambino aprono il loro cuore, il loro tesoro. L’oro, rappresenta ciò che uno possiede, ed è segno della regalità; l’incenso, invisibile, segno di ciò che si desidera, la divinità; la mirra che cura e guarisce e indica l’umanità, quello che l’uomo è, la sua mortalità. Davanti al Dio Bambino i Magi mettono tutto se stessi e ricevono da lui Colui che è.
v.12 Un sogno li avvisa di non fidarsi di Erode. I Magi sbucano dal nulla e finiscono nel nulla. E’ un viaggio strano quello dei Magi che parte non sappiamo da dove e ritorna non sappiamo dove. Un viaggio che ha come unico nome e unica gioia quella di una stella che li guida.
Il cammino dei Magi: un cammino di fede
Si può pensare che quello dei Magi sia stato un vero cammino di fede, anzi è l’itinerario di coloro che, pur non appartenendo al popolo eletto, hanno trovato Cristo. All’inizio di un cammino c’è la necessità di un segno che chiede di essere visto lì dove ogni uomo vive e s’impegna. I Magi hanno scrutato il cielo, per la Bibbia sede della divinità, e da lì hanno avuto un segno: una stella. Ma per iniziare un cammino di fede non basta osservare i segni della presenza del divino: occorre il desiderio, un cammino di ricerca, un’attesa. Un vero desiderio provoca domande. I Magi trovano Gesù perché hanno nel cuore degli interrogativi forti.
La risposta, come ci insegna l’esperienza dei Magi, va trovata nella Scrittura: è necessario accostarsi a essa guidati dal desiderio, dalla domanda. Per i Magi quell’indicazione attinta alle Scritture fu illuminante per compiere l’ultima tappa del loro cammino: Betlemme. Inoltre la Parola di Dio permise loro di vedere nei segni umili di una casa, del bambino con Maria, sua madre, il Re dei Giudei, l’atteso d’Israele, il Figlio di Dio, l’atteso Salvatore del mondo. Chi cerca, anche se è lontano da Dio, può trovarlo.
Fonte:www.figliedellachiesa.org
Lun, 31 Dic 18 Lectio Divina - Anno C
Il testo che la liturgia di oggi ci propone, dal Vangelo di Matteo, è un vero racconto di viaggio: protagonisti i personaggi del presepio.
Esistere è un viaggio. Noi abbiamo la sensazione che la nostra vita sia ferma; in realtà siamo tutti in attesa che accada una cosa che non arriva mai; vediamo solo il fotogramma del momento, che ci sembra lungo e pesante.
La vita è un viaggio! Anche per Gesù è stato così. Dall’Incarnazione (Dio che scende per farsi uomo), alla vita pubblica (il vangelo di Luca ci presenta tutta la vita pubblica di Gesù come la sua salita a Gerusalemme, il suo cammino verso Gerusalemme) al suo salire il Calvario e l’Ascensione al cielo. Non siamo noi che abbiamo un desiderio di viaggio, non è una scelta ma siamo noi in viaggio: siamo in pellegrinaggio verso la nostra patria che è altrove.
Questo testo ci propone inoltre la grande gioia dei Magi per aver trovato quello che cercavano. La grande gioia della vita è trovare quello che cerchiamo! Sappiamo quello che cerchiamo?
Con l’occhio e il cuore di pellegrini accostiamoci alla Parola per trovare la grande gioia.
v.1 Nella città di Davide, Betlemme, Gesù è già nato ed Erode è il re, ormai alla fine dei suoi giorni. I Magi, maghi, stranieri sapienti, sono l’immagine dei lontani che giungono alla fede. Sono la sapienza che viene da altrove, i gentili, non appartenenti alla stessa religione. Sia nell’AT che nel NT sono visti in maniera negativa, solo in questo brano sono visti in maniera positiva. Sono persone che hanno fatto un cammino, un lungo cammino: sono sapienti che non solo hanno visto la stella ma si sono lasciati interpellare dal suo apparire e si sono lasciati condurre dalla sua luce.
v.2 I Magi sono persone che, con gli occhi aperti, scrutano i cieli, cercano segni, hanno desideri e hanno visto sorgere la stella. Vedere quello che accade, guardare la storia, vedere il tempo, le situazioni, gli altri, quali stelle sorgono ... Non solo hanno visto sorgere la stella, cioè hanno riconosciuto nella loro storia un segnale, ma si sono messi in viaggio, con tutta la fatica che questo comporta, e sono anche venuti con la buona intenzione per adorare il re dei Giudei.
Il risultato di una vita che vede le stelle e si muove per viaggiare e con retta intenzione, è una domanda: “Dov’è il re dei Giudei?” non una risposta! I Magi non cercano il re della Giudea ma il re dei Giudei. Il re è il modello di uomo, l’immagine di Dio. Quale modello, quale immagine cerchiamo noi? La stella, la luce è la ragione umana che sempre indaga e ricerca per condurre l’uomo alla Verità. I Magi non solo vedono ma si muovono, lasciano le proprie certezze per cercare la Verità.
Il loro desiderio di adorare (portare alla bocca – baciare) è un desiderio di comunione, è avere lo stesso respiro, è amare. Questo gesto, desiderio dei Magi all’inizio del Vangelo di Matteo, lo ritroveremo anche alla fine (28,17), da parte degli apostoli, dopo la risurrezione di Gesù al momento della sua ascensione al cielo.
vv.3 – 6 L’assemblea rappresentativa del giudaismo, esperti della legge cui spetta interpretare le Scritture e quindi le profezie riguardanti il Messia, ascolta la domanda dei Magi. Vengono turbati dai segni da cui vengono raggiunti perché richiedono di “uscire” dal luogo in cui sono. Il turbamento è perché occorre ora scegliere e decidere quale re si vuole.
La Scrittura dà la risposta puntuale (Mi 5,1). Gli occhi vedono ciò che è scritto ma il cuore e i piedi non si muovono. Conoscere le Scritture, conoscere dove abita la verità non è sufficiente per andare incontro al Signore. Il Signore si fa trovare nelle cose piccole e minime: se anche noi non scegliamo questo cammino … sarà difficile trovarlo.
v.7 – 8 La segretezza è il contrario del viaggio perché solo chi ha un luogo stabile, dei posti dove nascondersi può essere segreto; chi è in viaggio ha bisogno di tutti, è visibile, non può essere segreto. Un viaggio non è fatto per la segretezza: tutti i viaggi danno vita a racconti non segreti. La stabilità, il difendersi genera la segretezza, è la paura di perdere. Erode temeva i rivali e fa dei Magi i suoi delegati, li rende complici delle sue trame. Si serve delle Scritture e dei Magi non per operare il bene ma per compiere il male. Il suo è un sapere che non ama, un sapere che è al servizio solo di ciò che a lui interessa: il potere.
v.9 La stella che da lontano li ha condotti fino a Gerusalemme riappare. Ciò che con la ragione si poteva conoscere, i Magi lo hanno potuto conoscere. Orientati dalle Scritture i Magi ora sono guidati perché la Rivelazione sa “dove” trovare il Bambino, il Re dei Giudei.
v.10 Non proveranno gioia al vedere il Bambino ma provano gioia al vedere la stella perché indica la presenza del Salvatore. La gioia è segno della presenza di Dio. Dove c’è Dio c’è amore, gioia, pace.
v.11 I Magi lo adorano e scoprono in Gesù colui che avevano lungamente cercato. I grandi viaggiatori sono lì, fermi, paralizzati davanti alla capanna. Di loro si ricorda solo questo viaggio; non sappiamo null’altro di loro se non il loro gesto del rendere adorazione a questo bambino.
E davanti al Bambino aprono il loro cuore, il loro tesoro. L’oro, rappresenta ciò che uno possiede, ed è segno della regalità; l’incenso, invisibile, segno di ciò che si desidera, la divinità; la mirra che cura e guarisce e indica l’umanità, quello che l’uomo è, la sua mortalità. Davanti al Dio Bambino i Magi mettono tutto se stessi e ricevono da lui Colui che è.
v.12 Un sogno li avvisa di non fidarsi di Erode. I Magi sbucano dal nulla e finiscono nel nulla. E’ un viaggio strano quello dei Magi che parte non sappiamo da dove e ritorna non sappiamo dove. Un viaggio che ha come unico nome e unica gioia quella di una stella che li guida.
Il cammino dei Magi: un cammino di fede
Si può pensare che quello dei Magi sia stato un vero cammino di fede, anzi è l’itinerario di coloro che, pur non appartenendo al popolo eletto, hanno trovato Cristo. All’inizio di un cammino c’è la necessità di un segno che chiede di essere visto lì dove ogni uomo vive e s’impegna. I Magi hanno scrutato il cielo, per la Bibbia sede della divinità, e da lì hanno avuto un segno: una stella. Ma per iniziare un cammino di fede non basta osservare i segni della presenza del divino: occorre il desiderio, un cammino di ricerca, un’attesa. Un vero desiderio provoca domande. I Magi trovano Gesù perché hanno nel cuore degli interrogativi forti.
La risposta, come ci insegna l’esperienza dei Magi, va trovata nella Scrittura: è necessario accostarsi a essa guidati dal desiderio, dalla domanda. Per i Magi quell’indicazione attinta alle Scritture fu illuminante per compiere l’ultima tappa del loro cammino: Betlemme. Inoltre la Parola di Dio permise loro di vedere nei segni umili di una casa, del bambino con Maria, sua madre, il Re dei Giudei, l’atteso d’Israele, il Figlio di Dio, l’atteso Salvatore del mondo. Chi cerca, anche se è lontano da Dio, può trovarlo.
Fonte:www.figliedellachiesa.org
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