Padre Paolo Berti, “...in te ho posto il mio compiacimento”

Battesimo del Signore          
Lc.3,15-16.21-22 
“...in te ho posto il mio compiacimento”

Omelia

Giovanni attirava tanto che "tutti" giunsero a domandarsi "se non fosse lui il Cristo", ancora in incognito, ma pronto ad organizzare, prima o poi, un movimento di conquista per stabilire il regno di Dio, così come lo pensavano loro, a Gerusalemme spodestando Erode e Roma. La risposta di Giovanni a questo interrogativo fu chiara: "Io vi battezzo con acqua; ma viene colui che è più forte di me, a cui non sono degno di slegare i lacci dei sandali. Egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco".
Ecco, dunque, scendere nelle acque del Giordano, il Salvatore, il Liberatore. "Ecco - parafrasando il brano del profeta Isaia che abbiamo letto - il nostro Dio. Ecco, il Signore Dio che è venuto, forte della potenza dell'amore e non delle armi. Eccolo il re atteso, il cui potere verrà esercitato nella misericordia. Egli ha con sé il premio, cioè la lode del Padre. La sua ricompensa presso il Padre, cioè i redenti, accolti quali figli adottivi dal Padre, lo precede annunciante la sua morte e risurrezione. E' il buon pastore che è venuto per portare a pascoli di salvezza il suo gregge, con fermezza di re, ma anche con premura di pastore verso quelle più deboli e pronto a dare la sua vita affinché i lupi non le sbranino".
Fin dall'inizio Gesù era il Cristo, così infatti l'avevano annunciato gli angeli ai pastori (Lc 2,11), e già fin dall'inizio era la vittima designata per la salvezza del genere umano (Cf. Eb 10,5), la sua vittoria di re sarebbe avvenuta non con le armi, ma con l'amore fino a dare la vita per amore. Il re atteso era presente, e doveva essere proclamato pubblicamente in un rito di consacrazione regale. Così sulla sponda del Giordano, mentre era in preghiera, ricevette la consacrazione in Spirito Santo (At 10,38) a re, dal Padre, che con voce dal cielo manifestò la sua relazione con il Figlio: "Tu sei il Figlio mio, l'amato: in te ho posto il mio compiacimento". "Compiacimento" perché Gesù scendendo nel Giordano all'inizio della vita pubblica diceva ancora il suo sì obbediente alla volontà del Padre, che lo volle Agnello espiatore per la vita del mondo.
Il Messia avrebbe battezzato in Spirito Santo e fuoco, e lo Spirito Santo discese su di lui perché egli ne diventasse la fonte attraverso l'obbedienza alla volontà del Padre. Lo Spirito Santo scese su di lui in apparenza corporea, come colomba fatta di fuoco bianco. Colomba, come segno di pace: Cristo è consacrato re di pace. Fuoco bianco, luminosissimo, perché egli sarà sostenuto da un amore immisurabile e senza confini nella sua opera di liberazione degli uomini dal peccato.
Ma vediamo cosa significhi etimologicamente la parola battesimo. Essa deriva dal greco baptizw, frequentativo di baptw: immergo. Quindi letteralmente significa abluzione, immersione. La parola, già usata per le abluzioni purificatrici dei farisei (Mc 7,4), nel Vangelo è carica del significato datole dalle finalità del rito, da qui l'espressione di "lavacro di rigenerazione" (Tt 3,5). La parola battezzare è usata negli Atti (1,5) per l'effusione dello Spirito Santo sugli apostoli a Pentecoste nel significato di rigenerazione, rinnovamento.
Gesù "battezzerà in Spirito Santo e fuoco", ci dice il Vangelo. I discepoli, già battezzati nell'acqua da Giovanni, nella fede in Gesù erano assistiti dallo Spirito Santo, che era presso di loro (Gv 14,17). Il Battesimo che ricevettero a Pentecoste fece sì che lo Spirito Santo fu in loro (Gv 14,17), cioè con piena intimità di presenza, e quindi di rigenerazione in Cristo.
Ci possiamo domandare: i discepoli furono liberati dalla colpa originale, a Pentecoste oppure prima? Io credo prima della Pentecoste, prima dell'effusione dello Spirito Santo nel Cenacolo da parte del Risorto (Gv 21,22), prima dell'Istituzione dell'Eucarestia della quale i discepoli divennero ministri ("Fate questo in memoria di me"). Ecco, io credo che ricevettero la liberazione dalla colpa originale al momento della lavanda dei piedi. Credo che tale gesto non fu soltanto un esempio di immisurabile umiltà e un'esortazione allo spirito di servizio, ma anche un evento sacramentale datore di vita, fu il battesimo degli apostoli in acqua e Spirito.
Quanto a noi, il Battesimo che abbiamo ricevuto è quello istituito da Gesù al momento dell'invio degli apostoli in tutto il mondo (Mt 28,19): "Andate e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo". Questo Battesimo ha come segno sacramentale l'acqua (Cf. At 9,36-38; 10,47), a significazione della liberazione dalla colpa originale, e quindi l'elargizione dello Spirito. Il Battesimo innesta nell'uomo la Grazia. Ma l'innesto deve essere mantenuto saldo, non è una realtà che non debba essere custodita e fatta fruttificare; solo così si hanno frutti di pace, di bontà, di purezza, di fortezza e di ogni virtù.
Il Battesimo ci pone al seguito di Cristo, che richiede non solo di rinnegare l'empietà del mondo, ma anche i desideri di sensualità e di mondanità che provengono dalla nostra umanità ferita dalla colpa originale. Il Battesimo, infatti, ci toglie la colpa originale, ma non il fomite della concupiscenza, contro il quale dobbiamo sempre lottare.
San Paolo, nella lettera ai Romani (7,15s), esamina se stesso, e coglie "nella sua carne" le conseguenze del peccato originale. Egli voleva essere come un serafino, non voleva sentire nessun moto di ripiegamento su se stesso, nessuna insidia dalla carne, ma ecco che avvertiva questo e doveva continuamente debellare i moti della "carne", rinnegando se stesso. Ognuno di noi deve lottare contro la pesantezza della carne, ma questa lotta gli dà di tessere, giorno dopo giorno, la sua veste di gloria nel cielo.
Una domanda viene fatta di frequente: Ma se il Limbo non esiste perché battezzare i bambini? E qui bisogna dire che lo Spirito Santo non resta inerte nel cuore di un pargolo, ma agisce adattandosi alla mente del piccolo. Lo Spirito Santo agisce nel cuore dei pueri, che dunque non vanno privati del dono del Battesimo. Ma il peccato originale esiste nel bambino; e allora, chi glielo toglie se muore senza il Battesimo? Gesù non ha bisogno del segno dell'acqua: battezza in Spirito Santo. Il Sommo ed Eterno Sacerdote battezzerà, lui stesso, il bambino in Spirito Santo, applicando su di lui la redenzione; l'anima innocente del bambino non porrà nessun ostacolo a questo immisurabile dono, anzi giubilerà.
I Martiri innocenti uccisi da Erode, sono salvi non per il sangue versato, ma per il Battesimo in Spirito Santo dato loro da Cristo. Essi sono "martiri" perché sono morti a causa di Cristo; senza saperlo, hanno testimoniato a Betlemme che Cristo era presente, poiché non sarebbero stati uccisi per altra ragione. Amen. Ave Maria. Vieni, Signore Gesù.

Fonte:http://www.perfettaletizia.it


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