don Fabio Rosini, "LO STILE DELLA MISSIONE CRISTIANA È L’AMORE"
XIV Domenica Del Tempo Ordinario (Anno C) - 7 Luglio 2019
LO STILE DELLA MISSIONE CRISTIANA È L’AMORE
Il Signore designò altri settantadue e li inviò a due a due davanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi. Diceva loro: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe!».
Luca 10,1-12.17-20
Il brano del Vangelo di domenica racconta l’invio dei discepoli da parte di Gesù. La missione è intrinseca nella vita di ogni battezzato e questo testo in realtà è per tutti i cristiani.
È Gesù che designa i discepoli e poi li invia. La missione ha la sua fonte in Cristo, non in noi. Molto di quel che facciamo ha origine nei nostri progetti o nei nostri istinti. Ma solo ciò che deriva dalla relazione con Cristo ha un impatto che sa di eterno. Dovremmo aver paura di fare cose che non hanno origine certa nella relazione con Cristo. Farsi anche semplicemente la domanda: «Ma quel che faccio è di Dio o è roba mia?». Anche il solo dubbio innesca una crescita e piano piano si inizia a distinguere, in un processo adulto di consapevolezza.
Gesù manda i discepoli a due a due. La vita cristiana non ammette l’individualismo. Si va almeno in coppia e la ragione principale è la comunione. Lavorare almeno in due significa evitare l’autoinganno dell’autonomia e implica lavorare incoraggiati, aiutati, limitati e ridimensionati da qualcun altro. Ci sono vari liberi battitori nella Chiesa che parlano tanto di amore, ma non si può condividere niente con loro, analfabeti della relazione come sono.
Questo muoversi nella comunione conferisce potere ai discepoli sugli spiriti immondi. Infatti lo Spirito Santo crea la comunione mentre il diavolo (dia-ballo in greco vuol dire “contrapporre”) è colui che la distrugge. Chi è in comunione ha potere su ciò che cerca di distruggere la relazione con Dio e con il prossimo.
La missione della Chiesa, quindi, è un attacco frontale contro l’origine del male stesso, che è la separazione da Dio da cui consegue la separazione dai fratelli e Gesù consegna alcune importanti indicazioni ulteriori.
ISTRUZIONI SORPRENDENTI. Se la missione cristiana implica una autentica radice in Cristo, le risorse materiali, tecniche e mondane sono secondarie.
Non c’è bisogno di borsa, bisaccia o sandali. Questa istruzione è sorprendente! Spesso nei progetti pastorali e nelle pianificazioni di ogni genere la prima cosa a cui si pensa sono le risorse. Questa è una mentalità mondana. Per essere un buon padre o una buona madre, l’essenziale è… essere un buon padre o una buona madre, il denaro non è il dato essenziale. I soldi si usano e si procurano secondo amore, mentre tanti genitori sono cascati nell’inganno che una volta fornito denaro, pane e buon vestito, il resto contasse poco. Allo stesso modo per esercitare bene il ministero sacerdotale si deve essere un buon sacerdote. Le strutture e le tecniche che completano la buona genitorialità o il buon ministero sacerdotale sono conseguenze, non premesse.
Gesù dice ancora ai suoi di rimanere nella casa che li accoglierà senza andar in cerca di altro; questo vuol dire evitare relazioni transitorie o fugaci. A volte saltiamo da una relazione all’altra senza mai entrare davvero in comunicazione autentica con le persone.
In una parola: lo stile della missione cristiana è semplicemente l’amore, che nasce da Dio e vive di comunione.
Fonte:http://www.famigliacristiana.it/
LO STILE DELLA MISSIONE CRISTIANA È L’AMORE
Il Signore designò altri settantadue e li inviò a due a due davanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi. Diceva loro: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe!».
Luca 10,1-12.17-20
Il brano del Vangelo di domenica racconta l’invio dei discepoli da parte di Gesù. La missione è intrinseca nella vita di ogni battezzato e questo testo in realtà è per tutti i cristiani.
È Gesù che designa i discepoli e poi li invia. La missione ha la sua fonte in Cristo, non in noi. Molto di quel che facciamo ha origine nei nostri progetti o nei nostri istinti. Ma solo ciò che deriva dalla relazione con Cristo ha un impatto che sa di eterno. Dovremmo aver paura di fare cose che non hanno origine certa nella relazione con Cristo. Farsi anche semplicemente la domanda: «Ma quel che faccio è di Dio o è roba mia?». Anche il solo dubbio innesca una crescita e piano piano si inizia a distinguere, in un processo adulto di consapevolezza.
Gesù manda i discepoli a due a due. La vita cristiana non ammette l’individualismo. Si va almeno in coppia e la ragione principale è la comunione. Lavorare almeno in due significa evitare l’autoinganno dell’autonomia e implica lavorare incoraggiati, aiutati, limitati e ridimensionati da qualcun altro. Ci sono vari liberi battitori nella Chiesa che parlano tanto di amore, ma non si può condividere niente con loro, analfabeti della relazione come sono.
Questo muoversi nella comunione conferisce potere ai discepoli sugli spiriti immondi. Infatti lo Spirito Santo crea la comunione mentre il diavolo (dia-ballo in greco vuol dire “contrapporre”) è colui che la distrugge. Chi è in comunione ha potere su ciò che cerca di distruggere la relazione con Dio e con il prossimo.
La missione della Chiesa, quindi, è un attacco frontale contro l’origine del male stesso, che è la separazione da Dio da cui consegue la separazione dai fratelli e Gesù consegna alcune importanti indicazioni ulteriori.
ISTRUZIONI SORPRENDENTI. Se la missione cristiana implica una autentica radice in Cristo, le risorse materiali, tecniche e mondane sono secondarie.
Non c’è bisogno di borsa, bisaccia o sandali. Questa istruzione è sorprendente! Spesso nei progetti pastorali e nelle pianificazioni di ogni genere la prima cosa a cui si pensa sono le risorse. Questa è una mentalità mondana. Per essere un buon padre o una buona madre, l’essenziale è… essere un buon padre o una buona madre, il denaro non è il dato essenziale. I soldi si usano e si procurano secondo amore, mentre tanti genitori sono cascati nell’inganno che una volta fornito denaro, pane e buon vestito, il resto contasse poco. Allo stesso modo per esercitare bene il ministero sacerdotale si deve essere un buon sacerdote. Le strutture e le tecniche che completano la buona genitorialità o il buon ministero sacerdotale sono conseguenze, non premesse.
Gesù dice ancora ai suoi di rimanere nella casa che li accoglierà senza andar in cerca di altro; questo vuol dire evitare relazioni transitorie o fugaci. A volte saltiamo da una relazione all’altra senza mai entrare davvero in comunicazione autentica con le persone.
In una parola: lo stile della missione cristiana è semplicemente l’amore, che nasce da Dio e vive di comunione.
Fonte:http://www.famigliacristiana.it/
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