Alessandro Cortesi op, 'Non temere piccolo gregge, perché al Padre è piaciuto di darvi il suo regno'

XIX domenica tempo ordinario – anno C – 2019
Sap 18,3.6-9; Ebr 11,1-2.8-19; Lc 12,32-48


'Non temere piccolo gregge, perché al Padre è piaciuto di darvi il suo regno'. In poche parole Luca descrive la comunità raccolta da Gesù: è una comunità piccola, invitata ad essere consapevole che la sua unica ricchezza è essere orientata al regno. Non deve ricercare una grandezza sua propria, e neppure la sua preoccupazione deve stare nel suo ingrandimento. E’ chiamata a stare nel rapporto col Padre e a non temere. La sua finalità sta nel testimoniare che il regno, un nuovo genere di rapporti in cui si scopre che Dio è vicino ed attuare uno stile di fraternità e condivisione, in cui i poveri e i piccoli sono al centro. Al cuore della vita sta un dono, il regno di Dio, che proviene dal Padre: la sua vicinanza agli ultimi che offe liberazione e salvezza. La cura e la bontà del Signore sono senza misura e ciò è sufficiente a nutrire la speranza e ad indicare il cammino della comunità. Non c'è bisogno di altre sicurezze terrene. La vita della comunità si situa in un orizzonte di gratitudine e di speranza: è dono da custodire nell'impegno.

Lo stile di vita della comunità trae da qui la sua motivazione e il suo orientamento. Non vivere nell'egoismo, ma nella condivisione, non nella ricerca di vantaggi, ma nel rendere grazie e nell'affidamento al Padre, non nella paura o nella lamentela ma nella gratitudine e nella libertà di essere testimoni. Dio non guarda alle cose grandi ma a quelle piccole.

'fatevi borse che non invecchiano, un tesoro inesauribile nei cieli, dove i ladri non arrivano e la tignola non consuma. Perché là dove è il vostro tesoro, là sarà anche il vostro cuore'. Aver scoperto il dono del regno comporta nel tempo un uso diverso dei beni, un rapporto nuovo con le cose, certamente lo scrollarsi di dosso l'ansia di un potere che deriva dal possesso e dall'avere.

Luca sottolinea poi come usare i beni. 'State pronti' è l’invito centrale. Perché essere pronti? Perché il 'figlio dell'uomo' - il Signore risorto indicato con questo titolo che invitava a pensare alla fine dei tempi - verrà. La vita dei credenti è segnata da una assenza ma è anche segnata da una attesa di incontrarlo. Gesù non è più presente come prima, ma tornerà. L'invocazione che risuonava nelle prime liturgie cristiane e continua ad essere ripetuta è: 'Vieni Signore Gesù'.

Luca presenta a questo punto una breve parabola sul ritorno del padrone che torna dalle nozze. I servi sono chiamati ad attuare vigilanza. La vita cristiana richiede un atteggiamento di servizio, non di dominio, di attesa, con uno sguardo rivolto al di là dell'immediato.

Viene così delineata una tensione tra il presente e il futuro. Nell’attesa di un venire del Signore, è importante una azione nel presente per preparare e vivere sin d’ora l’impegno che a Lui fa riferimento. L’invito è a non esaurire le energie nella ricerca di cose che appesantiscono e distraggono dal senso profondo della vita. E viene qui posta la beatitudine per coloro che vigilano: 'se giungendo nel mezzo della notte o prima dell'alba, li troverà così, beati loro'. Il Signore verrà, ma in modo che non corrisponde a calcoli umani.

Luca descrive il profilo di coloro che seguono Cristo come amministratori: non sono né possessori né padroni, ma persone con un dono e un compito affidato. Persone chiamate ad una responsabilità libera: chiamati ad un servizio, nelle situazioni concrete, nel rispondere e farsi carico. Sta qui la tensione tra l'impegno nel presente e il futuro atteso – in contrasto ad ogni visione che divide città terrestre e città celeste. La fedeltà all’ultimo si attua e si svolge nel penultimo della vita e della storia.

'State pronti' ha allora per Luca una forte valenza di attenzione al tempo che ci è dato, alle occasioni, per non lasciarsi distogliere nella ricerca di ricchezze che rivelano la loro vacuità. Sembra anche suggerire che già in questo oggi, nel servizio, si incontra Cristo che ci viene incontro e che verrà. Egli 'viene a noi incontro in ogni uomo e in ogni tempo'.

Alessandro Cortesi op

Fonte:https://alessandrocortesi2012.wordpress.com


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