Papa Francesco "Prendere sul serio Gesù"

Prendere sul serio Gesù Cristo. No ai "cristiani all'acqua di rosa"
A Santa Marta, il Papa ammonisce dall'atteggiamento del "mi dico cristiano, ma vivo da pagano" ed esorta a portare avanti la santificazione operata da Cristo in noi con opere di giustizia
Di Salvatore Cernuzio
CITTA' DEL VATICANO, 24 Ottobre 2013 (Zenit.org) - I cristiani ideologi, i cristiani da salotto, i cristiani giustizieri, trionfalisti e chiacchieroni. Ma anche i cristiani senza Cristo e quelli dalla “sindrome di Giona”. E per finire, i cristiani “all’acqua di rose”.  Al di là della Chiesa e della Curia, se c’è una 'riforma' che Papa Francesco sta attuando è quella della coscienza del popolo di Dio, denunciando, con le quotidiane omelie a Santa Marta, le tentazioni e i cliché con cui il cristiano rischia di allontanarsi da Cristo.
Anche oggi, nella Messa nella Domus vaticana, il Santo Padre è stato perentorio: “Non si può essere cristiani a metà cammino” ha detto. C’è un prima e un dopo Gesù, ovvero un momento iniziale, sporcato dal peccato e dall’ingiustizia; e poi la “ri-creazione” operata da Gesù. E noi, in quanto battezzati, dobbiamo “prendere sul serio” questa strada tracciata da Cristo con le gocce del suo sangue, e portarla avanti con opere santità.
Già San Paolo, nella Lettera ai Romani, usa questa logica del “prima e dopo” Gesù, per spiegare il mistero della nostra redenzione. Secondo l’Apostolo, ha affermato il Papa, il “prima” è “spazzatura”, mentre il dopo è come una “seconda creazione”. “Siamo stati ri-fatti in Cristo!” ha sottolineato Francesco, “quello che ha fatto Cristo in noi è una ri-creazione: il sangue di Cristo ci ha ri-creato”. Se prima – ha aggiunto – “tutta la nostra vita, il nostro corpo, la nostra anima, le nostre abitudini erano sulla strada del peccato, dell’iniquità, dopo questa ri-creazione dobbiamo fare lo sforzo di camminare sulla strada della giustizia, della santificazione”.
Nel momento in cui abbiamo ricevuto il Battesimo - ha ricordato il Pontefice – “i nostri genitori a nome nostro, hanno fatto l’Atto di fede: ‘Credo in Gesù Cristo’, che ci ha perdonato i peccati!”. Questa fede, quindi, dobbiamo “portarla avanti col nostro modo di vivere”, compiendo “opere per la santificazione” che rinnovano “la prima santificazione che tutti noi abbiamo ricevuto nel Battesimo”.
“Davvero noi siamo deboli e tante volte, tante volte, facciamo peccati, imperfezioni” ha osservato il Santo Padre, “questo è sulla strada della santificazione?”. Dipende. “Se tu ti abitui: ‘Ho una vita un po’ così, ma io credo in Gesù Cristo, ma vivo come voglio’, quello non ti santifica; quello non va! È un controsenso!” ha ammonito il Papa. Al contrario, “se tu dici: ‘Io, sì, sono peccatore; io sono debole’ e vai sempre dal Signore e gli dici: ‘Ma, Signore, tu hai la forza, dammi la fede! Tu puoi guarirmi!’. E nel Sacramento della riconciliazione ti fai guarire, sì anche le nostre imperfezioni servono a questa strada di santificazione”.
Il vero problema - ha rimarcato Bergoglio – è che bisogna “prendere sul serio” questa strada verso la santità indicataci da Cristo. Il primo modo è compiere opere di giustizia: né miracoli o gesti eroici, ma “opere semplici” come “adorare Dio” e “aiutare gli altri”. Le opere, cioè, “che Gesù ha fatto nella sua vita: opere di giustizia, opere di ri-creazione”. “Quando noi diamo da mangiare a un affamato”, ha soggiunto il Papa, “ri-creiamo in lui la speranza”; se invece “accettiamo la fede e poi non la viviamo siamo cristiani soltanto a memoria”.
“Senza questa coscienza del prima e del dopo della quale ci parla Paolo, il nostro cristianesimo non serve a nessuno!” ha affermato il Santo Padre. Il rischio è di deviare dalla strada della santità verso la scorciatoia dell’ipocrisia, del “mi dico cristiano, ma vivo come pagano”. In tal modo, si diventa “cristiani a metà cammino”, cristiani “tiepidi” che non prendono sul serio il fatto che “siamo santi, giustificati, santificati per il sangue di Cristo”.
“Un po’ come dicevano le nostre mamme” ha detto Bergoglio: “Un cristiano all’acqua di rosa, un po’ così… un po’ di vernice di cristiano, un po’ di vernice di catechesi… ma dentro non c’è una vera conversione, non c’è questa convinzione di Paolo: Tutto ho lasciato perdere e considero spazzatura, per guadagnare Cristo e essere trovato in Lui”.
Un bel campanello d’allarme le parole di oggi del Pontefice, che risvegliano chi si è un po' troppo adagiato sulla fede. Dopo la ‘ramanzina’, il Papa ha insistito: “Bisogna lasciare perdere tutto quello che ci allontana da Gesù Cristo e fare tutto nuovo: tutto è novità in Cristo!”. Non è impossibile - è il suo incoraggiamento - “si può fare”: lo hanno fatto San Paolo e tanti altri santi, “non solo quelli che conosciamo”, ma “anche i santi anonimi, quelli che vivono il cristianesimo sul serio”.
Francesco ha quindi concluso la sua omelia con un interrogativo: “Vogliamo vivere il cristianesimo sul serio? Vogliamo portare avanti questa ri-creazione?”. Se si, ha esortato, “chiediamo a San Paolo che ci dia la grazia di vivere come cristiani sul serio, di credere davvero che siamo stati santificati per il sangue di Gesù Cristo”.

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