CARLO MARIA MARTINI TI PARLA A CUORE APERTO:

CARLO MARIA MARTINI TI PARLA A CUORE APERTO:

Mio Signore e mio Dio! Quale stupore mi prende di fronte a quanto hai operato in questa mia Chiesa negli anni in cui ho potuto contemplarne da vicino il volto! Tu conosci le paure e le ansie che avevo in cuore quando in obbedienza accettai di esserne il Pastore. Tu sai quanta preghiera mi è stata necessaria per portare avanti ogni giorno il servizio che mi avevi affidato. E ora che lo sguardo si posa sulla benevolenza che mi ha circondato, sulla fedeltà, discrezione e spirito di sacrificio dei miei più stretti collaboratori e di tutti i presbiteri, sull’accoglienza della gente, sulla pazienza che tutti hanno avuto verso di me,
come potrei non stupirmi, come potrei non fare la mia “confessione di lode” a te, che in ogni evento sei stato per me e per la mia Chiesa il Dio fedele? Come potrei non riconoscere, nell’insistenza con la quale “a tempo e fuori tempo” (cfr. 2 Tim 4,2) ho annunciato la tua Parola, un puro dono della tua grazia, che al di là di ogni merito e di ogni previsione umana ha suscitato in tanti cuori cammini di vera santità e di operosa carità? Per questo ti lodo: non per i risultati umanamente percepibili, riscontrabili col metro delle indagini o dei calcoli statistici, bensì per quei frutti della grazia e quella crescita del seme buono (cfr. Lc 8,11; Mc 4,28) che solo l’occhio della fede discerne e che si rivela nel pudore e nella discrezione. Ti benedico anzitutto per i credenti, antichi e nuovi, che hanno ascoltato la tua Parola insieme con me e attraverso il mio umile ministero. Ti lodo per la terra buona dove è caduto il seme del Vangelo producendo il trenta, il sessanta e anche il cento per uno (cfr. Mc 4,20). Sento di poter dire, con quanti hanno creduto, che la tua Parola veramente illumina e riscalda, ci parla e mi parla nell’oggi della vita, mi spinge e ci spinge sui sentieri del tuo Regno. Per il miracolo della tua Parola, inesauribile nutrimento di fede, lascia che ti ringrazi, Signore! Per il fuoco che essa ha fatto ardere nel mio petto e nel petto di tanti (cfr. Lc 24,32), ti benedico, mio Dio! Perché è stata per me e per tanti Parola di vita eterna, che ha alimentato la fede, ha tenuto accesa la speranza, ha nutrito la carità anche in ore difficili, ti rendo grazie, Signore! Lampada ai miei passi è stata la tua Parola (cfr. Sal 118,105), lampada ai passi del mio popolo che insieme a me ha camminato nella notte del tempo. Ti rendo grazie per quel tanto di luce, che di volta in volta hai voluto concederci perché procedessimo nell’umiltà e nella verità, nella consolazione spirituale e nella speranza. Soprattutto, mio Dio, ti ringrazio per la fede in cui hai custodito e fatto crescere me e il mio popolo: la confessione della mia lode non basterà a dirti la profondità della gratitudine per questo dono, l’unico necessario, l’unico veramente prezioso, rispetto al quale ti è lode il silenzio e l’offerta segreta del cuore.  Ho sentito la profonda verità di ciò che è scritto: “Non ho gioia più grande di questa, sapere che i miei figli camminano nella verità” (3 Gv 4). Abbiamo infatti tutti bisogno di crescere nello spirito eucaristico, cioè nell’attitudine di sapere, prima di ogni altra cosa, ringraziare e lodare per i doni ricevuti. “E’ veramente cosa buona e giusta renderti grazie qui e in ogni luogo”, cantiamo nel prefazio di ogni Eucaristia, ma troppo spesso è solo una parte su dieci del nostro cuore che ringrazia davvero, mentre prevale in noi il gusto della lamentazione su quello della riconoscenza. 

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