Commento Domenica 17 /11/2013 Wilma Chasseur"

Quando Adamo perse l'innocenza?

Di che rimanere tramortiti! Dal "giorno rovente come un forno" della prima lettura ai "giorni in cui non rimarrà pietra su pietra" del Vangelo, passando per sollevazioni, rivoluzioni, persecuzioni e tradimenti! Nella prima lettura il combustibile che alimenterà il fuoco nel forno saranno "i superbi e tutti coloro che commettono ingiustizie"che si trasformeranno in paglia che arderà in quel fuoco. Finalmente un po' di giustizia anche per coloro che avranno vissuto nel timore del Signore "quel giorno sorgerà con raggi benefici, come sole di giustizia".
  • Sempre sul chi va là...
Quanto al Vangelo, ci fa stare sul chi va là, dall'inizio fino alla fine. Almeno ci dicesse che viene veramente la fine del mondo, si comincerebbe a tirare un sospiro di sollievo, macché "non vi terrorizzate perché non sarà ancora la fine". Ci sarebbe veramente di che terrorizzarsi se il Signore stesso sente il bisogno d'invitarci a non farlo. Da farci drizzare i capelli in testa, se non fosse per quell' assicurazione finale che
"nemmeno un capello del vostro capo perirà". Cosa ci vuol dire il Signore con tutto questo? Che la fine verrà e che dobbiamo essere sempre sul chi va là per non essere colti impreparati. Stiamo finendo l'anno liturgico e arriva puntuale la riflessione sulle realtà ultime della storia, la fine dei tempi, ma anche la fine e soprattutto il fine della nostra vita.
Tutto passa, tutto può crollare da un momento all'altro e non rimanere pietra su pietra come accadde al tempio di Gerusalemme, ma noi vivremo in eterno.
  • Quando si spegnerà il Sole...
Sappiamo che quaggiù siamo di passaggio, non solo noi, ma l'intero universo. Le stelle che sembrano così grandiose, quasi immortali, nascono e muoiono anche loro. Il Sole stesso e già "nel mezzo del cammin di sua vita" ed anche se non può ancora dire di "ritrovarsi per una selva oscura" lo sarà tra cinque miliardi di anni (quindi possiamo stare più che tranquilli! ci fosse solo quella minaccia sulla Terra...). Allora infatti, avrà esaurito le sue riserve di idrogeno che trasforma in elio dandoci luce e calore, collasserà su se stesso e si perderà nella notte buia degli sterminati spazi interstellari. Il sistema solare allora, sarà solo più un pallido ricordo! Le altre galassie non lo scorgeranno più... E questa descrizione -in termini diversi, ma neanche troppo- ce l'abbiamo addirittura nel Vangelo: "il Sole si oscurerà, la luna non darà più la sua luce, le stelle cadranno dal cielo e le potenze dei cieli saranno sconvolte. Allora il Figlio dell'uomo verrà con grande potenza e maestà" (Mt 24).
  • Lo stupore eterno di chi non capisce!
Dobbiamo affrettarci a ritrovare la somiglianza divina, prima di quel giorno! Com'è Dio? E' totale ignoranza del male, non lo comprende. Lo vede certo, "ma con lo stupore eterno e disarmato di chi non capisce" (Padre Molinié). Intendiamoci: non sa cosa sia a livello di esperienza, ma non di conoscenza. Conoscere lo conosce certamente, ma allo stesso modo in cui io posso conoscere la tabellina di Pitagora: la conosco ma non saprò mai che "gusto" ha; non ne farò mai l'esperienza. Il peccato invece ci fa acquistare il sapore del male e ci toglie l'innocenza. Quand'è che Adamo ha perso l'innocenza? Quando ha dubitato dell'innocenza di Dio. Affrettiamoci a fare dietrofront se siamo su quella strada, perché andando avanti ci sarà un punto di non ritorno definitivo. Perché la Chiesa ha condannato la tesi di Origene sulla salvezza finale dei dannati (Concilio di Costantinopoli del 553) e afferma invece che non possono più pentirsi? Ma per il semplice motivo che non hanno più tempo, cioè sono fuori del tempo, sono nell'eternità che è un istante. L'eternità è la totalità del tempo posseduta nell'istante, come diceva Boezio. Noi invece siamo esseri che facciamo un atto dopo l'altro, sviluppiamo nel tempo le nostre facoltà e i nostri meriti (o demeriti). Finito il tempo non potremo più meritare, né aumentare la grazia, né pentirci, né tornare indietro. I giochi saranno fatti definitivamente. Vigiliamo dunque e chiediamo il dono della sapienza per non arrivare a quel punto di non ritorno definitivo.

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