L’unione di amore tra l’uomo e Dio mediante la preghiera

Posted: 13 Nov 2013 03:50 PM PST
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Innanzitutto bisogna capire che è dovere di tutti i cristiani – in particolar modo di quelli la cui vocazione è di consacrarsi alla vita spirituale – di sforzarsi, sempre, e in ogni modo, di essere uniti a Dio, il loro creatore, amante, benefattore e supremo bene dal quale e per il quale sono stati creati. Questo deriva dal fatto che il centro e il fine ultimo dello spirito, creato da Dio, deve essere Dio stesso, lui solo e nient’altro: Dio dal quale l’anima ha ricevuto la vita e la natura e per il quale deve vivere eternamente.
Infatti tutte le cose visibili sulla terra, quelle amabili e desiderabili – richezze, gloria, moglie, figli
[l'autore si rivolge a dei monaci], in una parola tutto ciò che in questo mondo è bello, dolce ed attraente – non appartengono allo spirito ma solo al corpo ed, essendo provvisorie, passano veloci come un’ombra. Lo spirito, invece, essendo eterno per natura, può raggiungere il riposo eterno solo nel Dio Eterno: Egli è il sommo bene per lui, più perfetto di ogni bellezza, dolcdezza e amabilità; è la sua dimora naturale, da dove esso proviene e dove deve ritornare. Poiché come la carne che proviene dalla terra ritorna alla terra, così lo spirito che viene da Dio ritorna a Dio e dimora con Lui. Lo spirito, infatti, fu creato da Dio per dimorare con Lui per sempre, perciò in questa vita passeggera dobbiamo cercare assiduamente l’unione con Dio, per poter essere considerati degni di stare con Lui e in Lui per l’eternità nella vita futura.
Nessuna unità con Dio è possibile se non attraverso un amore trabocchevole. È quell che possiamo vedere nella storia della donna peccatrice nel Vangelo: Dio nella sua grande misericordia le ha concesso il perdono dei suoi peccati e una profonda unione con lui «perché ha molto amato» (Lc 7,47). Egli ama coloro che lo amano, si lega a coloro che si aggrappano a Lui, dà se stesso a quanti lo cercano e concede generosamente la pienezza della gioia a quanti desiderano rallegrarsi nel suo amore.
Per accendere nel cuore un simile amore divino, per unirsi a Dio in un’inseparabile unione d’amore, è necessario che l’uomo preghi spesso, innalzando la mente verso Dio. Come infatti una fiamma cresce quand’è costantemente alimentata, così la preghiera, fatta di frequente, con la mente radicata sempre più profondamente in Dio, stimola l’amore divino nel cuore. Il cuore infiammato a sua volta riscalda tutto l’uomo interiore, lo illumina e lo istruisce, rivelandogli tutta la saggezza sconosciuta e nascosta; lo rende come un serafino fiammeggiante, sempre alla presenza di Dio nell’intimo del suo spirito con la mente sempre rivolta verso di Lui e pronto a ricevere da questa visione la dolcezza di una gioia spirituale.
Dimitri di Rostov
tratto da L’arte della preghiera, Gribaudi, pp. 48-49

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