Arcidiocesi di Milano
MESSA
nella notte del Natale del Signore
Is 2,1-5; Salmo 2; Gal 4,4-6; Gv 1,9-14
Duomo di Milano, 24 dicembre 2013
Omelia di S.E.R. Card. Angelo Scola ,
Arcivescovo di Milano
1. Si fece carne
ed abita tra noi: l’impossibile diventa possibile
«Veniva nel
mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo. … Venne fra i suoi… E il
Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi» (Vangelo, Gv 1,9.11.14a).
È la sconvolgente e permanente novità del
cristianesimo: Dio viene da noi, in mezzo a noi, come uno di noi.
È questo che muove i semplici (pastori), come i dotti
(magi) e continua a muovere, dopo duemila anni, uomini e donne. Ha mosso anche
noi che, qui in Duomo o da casa, prendiamo parte alla preziosa azione
eucaristica in questa notte santa.
«I pastori
andarono senza indugio a vederlo soltanto quando fu annunciata la sua
incarnazione. […] Prima, finché il Verbo era soltanto presso Dio, non si
muovevano: quando
invece il Verbo, che era eternamente, fu fatto nel tempo,
quando Dio lo fece rendendolo visibile, allora accorsero» (Bernardo di
Chiaravalle, Sermoni sul Cantico dei
Cantici, 22,5). Con l’incarnazione del Figlio di Dio l’impossibile diventa
possibile.
2. «Nato da donna»
Sant’Ambrogio nel suo Inno
natalizio afferma: «Non da concorso
d’uomo/ ma dall’azione arcana dello Spirito/ il Verbo di Dio si è fatto carne:
così è germinato questo fiore». Alla nascita di questo fiore collabora Maria, la donna. Con questa affermazione asciutta e nuda
Paolo esalta ogni donna. Non teme di abbassare Maria non facendone
espressamente il nome, perché Dio venendo nella carne si riveste di umiltà e
per la sua umiltà Maria fu eletta ad essere la Vergine-Madre. Noi
tutti siamo pertanto invitati ad assimilare la grande lezione del Natale:
l’umiltà. San Carlo, nostro grande co-patrono, ha esaltato nella sua santità l’humilitas, che significa lo stare ben
aderenti alla terra (humus). Così si fa
spazio a tutti, si lascia essere l’altro come altro, amando, nel giusto
distacco, il suo volto diverso dal nostro.
Guardando all’umiltà della
Vergine santissima le donne possono trovare la strada per superare, in forma
adeguata ai nostri tempi, ogni discriminazione per attuare la giusta
uguaglianza, rispettosa dell’insuperabile differenza sessuale.
3. La figliolanza divina, il nuovo nome della pace
Il Vangelo di questa notte
santa descrive la nascita di Gesù, frutto che continua a generare frutti, come
dono di «grazia e di verità» (Gv 1,14). Dio lo ha fatto all’uomo in
vista dell’unità tra tutti i popoli, preannunziata da Isaia: «Ad esso [il tempio del Signore] affluiranno tutte le genti» (Lettura, Is 2,2b). Da dove nasce questa
unità di cui tanto sentiamo il bisogno? Dalla pace. «Spezzeranno le loro spade e ne faranno vomeri, delle loro lance faranno
falci» (Lettura, Is 2,4b). Il Vangelo e l’Epistola
indicano e specificano che il nuovo nome della pace annunciata da Isaia è
l’essere e vivere come figli di Dio, capaci di condividere ogni sofferenza ed
ogni pena. Tra tutte le gravi prove cui troppi oggi sono sottoposti non
possiamo tacere, in questa notte di tenerezza, i molti cristiani perseguitati
in tanti paesi.
Papa Francesco ci insegna che
«in Cristo l’altro è accolto e amato come
figlio o figlia di Dio, come fratello o sorella, non come estraneo, tantomeno
come un antagonista o un nemico» (Francesco, Messaggio per la Giornata della pace 2014).
Il Dio bambino è la luce delle
genti perché illumina il cammino di ciascuno di noi, quello personale e quello
comunitario, in tutti gli ambiti dell’umana esistenza: in famiglia, nel
quartiere, nella nostra città e regione, in tutto il Paese e nel mondo intero.
Coming among us, Jesus teaches us “to live
temperately, justly, and devoutly in this age”. Merry Christmas!
Indem Jesus unter uns kommt, erzieht er uns dazu,
„besonnen, gerecht und fromm in dieser Welt zu leben“. Frohes
Weihnachtsfest!
En venant parmi nous, Jésus nous enseigne «à
vivre dans le siècle présent selon la sagesse, la justice et la piété».
Joyeux Noël!
Jesús viniendo entre nosotros nos enseña a «llevar en este mundo una vida sobria,
honrada y religiosa». Feliz Navidad
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