Comunità Marango

Un sogno d'amore
 
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Il sì di Dio all'uomo, che costituisce il mistero del Natale, comporta il sì dell'uomo a Dio: quello di Maria, e quello di Giuseppe, che ascoltiamo in questa domenica che precede la festa di Natale.
Di fronte al fatto della maternità di Maria, Giuseppe non ha dubbi su di lei, quanto su se stesso. Non sa più che ruolo debba svolgere lui, visto che in Maria viene a compiersi un grande mistero ad opera dello Spirito Santo. Perciò Giuseppe pensa di ritirarsi, rinunciando a diventare suo marito, e lasciando così tutto lo spazio a Dio.
«Mentre però stava considerando queste cose, ecco, gli apparve in sogno un angelo del Signore». Il sogno non è la dimensione dell'inconscio, come ha insegnato Freud. Nella Bibbia è la condizione umana nella quale non prevale la semplice razionalità, ma si dà spazio e credito a una dimensione diversa, dove Dio può mostrare altro da quello che l'uomo normalmente concepisce e sperimenta. Nel sogno l'uomo scopre che un luogo della terra arido desertico è, invece, una scala aperta verso il cielo (il sogno di Giacobbe in Gen 28, 10-17); in sogno Giuseppe scopre che l'opera di Dio in Maria non lo vede estraneo, ma impegnato ad accogliere il bambino come suo figlio per inserirlo nella discendenza di Davide, perché sia il Messia atteso dal popolo.
 
«Non temere...». Quando Dio interviene nella vita di un uomo, comunica sempre pace, e chiede un'umiltà e disponibilità. Perché non chiede altro che essere se stessi.
Nel testo c'è una forte insistenza: per quattro volte Giuseppe e Maria sono nominati in rapporto al loro legame, «Giuseppe suo sposo... Maria sua sposa...». Prendere Maria con sé e accogliere socialmente il bambino come se fosse suo figlio, non comporta per Giuseppe il rinunciare al suo progetto d'amore con Maria. Si deve permettere, invece, che in questo progetto si inserisca tutta la fecondità dell'atto creativo di Dio, con l'intervento dello Spirito Santo.
Dunque il rispetto che Giuseppe deve portare a Maria, quel rispetto che all'inizio lo spingeva a ritirarsi, non deve impedirgli non solo di prendere Maria, ma anche di amare la «sua sposa».
Anzi: il bambino potrà diventare quello che è, solo se maturerà come uomo dentro il tessuto d'amore dei suoi genitori terreni, i quali, unici, potranno farlo sentire come Figlio di Dio, perché «Dio è amore».
Così quel sogno conferma e allarga il sogno d'amore di Giuseppe e di Maria.
 
La verginità di Maria è quella condizione di impossibilità umana che fa splendere tutta la potenza della gratuità dell'azione divina. E’ compimento delle Scritture, che dalla prima pagina ci narrano di come Dio faccia fiorire la vita dentro le condizioni più impossibili e opposte alla vita stessa. Così la verginità non è tanto la condizione di chi non cede alle passioni umane, quanto di chi crede alla passione divina per la vita.
Perciò il bambino che nascerà avrà il nome di «Emanuele, che significa Dio con noi». Non è una semplice presenza insieme. Nell'Antico Testamento, Dio garantisce la sua compagnia solo a persone che Lui sceglie, alle quali affida una missione in ordine al suo piano di salvezza, che esse accettano. Dunque la nascita di quell'uomo che sarà «Dio con noi» abilita ogni credente alla chiamata particolare alla missione. La sua missione è di fare di ciascuno di noi uomini un missionario della salvezza divina.
In effetti la venuta del Cristo, del Figlio di Dio, nell'umanità di Gesù non crea un protagonismo esclusivista da parte del Signore. È senz'altro Lui che opera e realizza la salvezza degli uomini. Ma la sua presenza responsabilizza ciascuno a lasciarsi muovere da questa salvezza, e muovere verso gli altri, prima che verso Dio stesso.
Al principio dell'Incarnazione c'è il medesimo atto. Dio non toglie spazio a Giuseppe, nel suo operare in Maria. Al contrario, gli chiede di allargare la sua vita nella fede, di amare Maria e di amare quello che Dio viene a compiere in lei.
Perché Dio sia protagonista dentro la storia degli uomini con la sua salvezza è necessario che gli uomini siano protagonisti dentro la propria storia, facendola diventare opera di Dio nell'andare incontro e nell'accogliere i fratelli nell’amore.
 
Alberto Vianello

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