Comunità Marango"Immacolata: totalmente disponibile alla Parola"

Immacolata: totalmente disponibile alla Parola
 
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La liturgia di questa domenica mette insieme la seconda domenica di Avvento (seconda Lettura) e la festa dell’Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria (prima e terza Lettura): il popolo in attesa del Signore, trova in Maria, riempita della grazia divina e dell'opera anticipata della sua redenzione, colei che "affretta" la sua venuta.
Si può applicare in pieno a Maria ciò che Paolo raccomanda ai cristiani di Roma nella seconda Lettura: «In virtù della perseveranza e della consolazione che provengono dalle Scritture, teniamo viva la speranza». Con la Parola di Dio contenuta nelle Scritture, Maria si è "armata" di perseveranza e consolazione per poter vivere la speranza che Colui che lei ha fatto diventare uomo, manifesti quel Regno che è venuto a portare, e che lei, per prima, attende: vedi il Magnificat.
 
La considerazione dell'Immacolata Concezione di Maria non ci deve far pensare che il Signore abbia tenuto Maria sotto una campana di vetro, perché fosse incontaminata, in vista del concepimento del Figlio di Dio nel suo grembo. Maria è stata riempita e trasformata dal favore e dalla benevolenza di Dio, come le annuncia l'angelo Gabriele, perché il disegno divino nei confronti dell'uomo è sempre tutto amore gratuito, e lo è in modo particolare per la relazione e da visita straordinarie che il Signore viene a compiere in Maria.
Alla vergine di Nazaret non resta altro che riconoscere, accogliere, desiderare che la parola a lei annunciata diventi pienamente e realmente quello che è: parola d'amore, per lei e sul mondo; «Avvenga per me secondo la tua parola».
Così Maria non è stata semplicemente liberata dai rischi dell'umano (il peccato), ma è stata resa capace di ciò che c'è di più bello nell'umano: saper accogliere tutto il disegno di Dio. Un vaso fragile, ma riempito della grazia. E lei è stata così disponibile verso il Signore e libera da se stessa, da accogliere l'azione dello Spirito Santo nella sua carne e da essere resa capace, quindi, di dare la vita umana al Figlio di Dio.
Maria non si considera perfetta per via della sua Immacolata Concezione. Anzi, rimane ben cosciente dei suoi limiti. Così, di fronte alle grandi parole dell'annuncio angelico, misura la sua impotenza («Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?»), per finire col diventare luogo umanissimo di azione di ben altra perfezione: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell'Altissimo ti coprirà con la sua ombra».
Perciò Maria non è un modello di perfezione irraggiungibile per noi. È, invece, uno splendido esempio di una donna, di una persona come le altre, a cui Dio ha parlato in modo speciale, fino a dire in lei il suo stesso Verbo della vita.
 
Maria è stata Madre di Dio non solo per nove mesi o per il tempo necessario che serve a un bambino per diventare indipendente dalla madre. Perché Gesù, anche da adulto, guardando sua Madre, deve aver preso sempre più coscienza del suo essere Figlio di Dio. Sì, proprio riconoscendo la sua origine umana, egli poteva accogliere in essa la sua origine divina. Il Cristo nasceva da una disponibilità umana alla Parola divina, quella di Maria. Ed Egli stesso diventava mano a mano disponibilità divina alla parola umana: «Vieni, Signore!».
È la Parola di Dio ascoltata e attesa da Maria che l’ha resa disponibile ad essere totale disponibilità alla presenza di Dio in lei.
 
Maria genera una nuova generazione: quella in totale inimicizia con il serpente (prima Lettura). Questa nuova generazione è l'uomo Gesù Cristo, che rifiuterà di fuggire Dio e di nascondersi da Lui, come ha fatto Adamo il quale non accettava più il suo limite umano: «Ho udito la tua voce nel giardino: ho avuto paura, perché sono nudo, e mi sono nascosto».
Gesù, invece, ha accolto senza riserve e in totale disponibilità il suo limite umano: vedi l'episodio delle tentazioni. Lo ha vissuto non come scusa per servirsi di Dio o per sentirsi sua vittima nell'abbandono. Già nel grembo di sua Madre, Gesù ha vissuto come una persona umana sa rispettare la sua povertà umana e sa, contemporaneamente, aprirsi al dono gratuito di Dio.
Il Signore vede come siamo piccoli; proprio per questo vuole toccarci con la sua grazia: per fare in noi cose grandi, inimmaginabili alla nostra piccolezza.
Così Maria Immacolata non è modello di grandezza, ma di piccolezza accolta e vissuta, per essere disponibilità allo Spirito che viene a dare vita, nella piccolezza umana, alla vita stessa di Dio.
 
Alberto Vianello

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