La preghiera ascetica-I parte


La preghiera ascetica-I parte


  Orazione vocale
    L’orazione vocale è la preghiera che viene espressa nel linguaggio vocale, con le parole. La  preghiera liturgica appartiene a questo tipo. Coinvolge l’uomo anche nella sua fisicità, viene espressa con le labbra ma è necessario, affinché sia fruttuosa, che non sia solo esteriore ma che sia accompagnata dall’attenzione mentale, non solo alle parole pronunciate ma soprattutto a Chi sono rivolte, e dall’affetto del cuore , che mancando la renderebbe un vuoto esercizio fisico, una sterile abitudine. Se non c’è un attenzione attuale, perché a volte , nonostante gli sforzi, ci si distrae comunque, ci deve essere almeno quella virtuale, cioè la volontà precedente di voler pregare con fervore e diligenza. Lo scopo principale dell’orazione è di farci crescere nella conoscenza e nell’amore di Dio, dunque la durata deve essere valutata in funzione di questo, deve durare tutto il tempo che serve ad eccitare la devozione e il fervore verso il Signore e cessare quando ci rendiamo conto che essa diventa pesante e automatica e non ci da gran gusto. Teniamo presente però che la preghiera non sempre da gioia e pace ma anche sentimenti di altro genere, meno piacevoli, ma comunque se il cuore è mosso dalla grazia tutti lasciano nella finale serenità,

desiderio di fare la volontà di Dio, umiltà e volontà di bene. Inoltre quando pregare è un esercizio arido e penoso, come capita nei periodi di prova e desolazione, continuare a pregare pur senza sentire niente di piacevole, è graditissimo al Signore e rafforza lo spirito nella sua fede e perseveranza. Non conviene moltiplicare le parole, ma è meglio concentrarsi sull’affetto del cuore. Poche parole ma con amore, sono come saette che colpiscono il cuore di Dio. Come insegnano tutti i maestri di spirito, a partire dai Padri del deserto, concentrare l’attenzione su una breve preghiera ( ad esempio: Gesù Figlio di Dio abbi pietà di me peccatore!...Mio Dio e mio tutto!), aiuta a raccogliersi,rilassarsi, e curare gradualmente il problema delle distrazioni volontarie. La ripetizione invece, a modo di giaculatorie, aiuta ad interiorizzare la preghiera e dargli una profondità maggiore, facendoci prendere coscienza di ciò che quelle parole significano. Una volta che il cuore trabocca di affetti, bisogna assecondarli, sarebbe un errore voler continuare la preghiera vocale che avevamo iniziato, perché abbiamo già raggiunto il fine che volevamo : l’amore.


    
   Orazione mentale ( meditazione)

    Tutti i santi e gli uomini spirituali sono d’accordo sul fatto che non si arriva alla santità senza molta preghiera e meditazione. Qualcuno come S. Alfonso de Liguori arriva a dire che “chi prega si salva e chi non prega si danna”. A parte questo però, è sicuro che senza la preghiera non si cresce nella vita spirituale, perché viene a mancare l’ossigeno e il nutrimento della grazia di Dio ed anche la ricezione dei sacramenti diventa meno fruttuosa per il fatto che l’anima non pregando, non è disposta opportunamente a riceverli. Ma l'orazione mentale, che cosa è? Diciamo che è il tipo di preghiera che utilizza le facoltà interiori, soprattutto intellettuali per esprimere il suo rapporto con Dio. Si chiama anche meditazione, ma non deve essere confusa con il solo riflettere su Dio o su una qualche verità di fede, questo tutt’ al più si può definire studio o discorso della ragione, ed è la fase introduttiva della meditazione, per esempio il considerare sotto vari aspetti un episodio della vita di Gesù, ma non ci si deve fermare a questo. Il ragionare, deve servire per stimolare non solo la conoscenza intellettuale ma il rapporto diretto, il dialogo con il Signore e questo deve giungere a far nascere affetti e sentimenti nei suoi confronti, che facciano crescere in noi il fervore dell’amore. Importante è dunque imparare a non fermarsi troppo sul testo letto o sulle considerazioni intellettuali ma saper transitare, appena se ne sente l’ispirazione, nel prorompere dei sentimenti e degli affetti interiori. Altrimenti forse si diventerà molto istruiti su tanti argomenti di fede, ma certo non si faranno progressi nel cammino spirituale e non si diventerà uomini di preghiera. Molte persone sbagliano proprio perché restano schiave della loro mente, dell’intelletto e anziché parlare con Dio, parlano con se stesse e restano fredde. Ripeto, questo è un passaggio fondamentale senza cui non si va avanti. Sono tantissimi i cristiani che celebrano Messa anche tutti i giorni eppure hanno una vita spirituale mediocre. Il motivo principale, salvo restando la differenza dei casi, è proprio la carenza di orazione mentale, fatta poco, male o completamente assente. All’inizio si possono anche seguire dei metodi precisi e collaudati di meditazione, tanti santi e mistici hanno insegnato vie utili a questo scopo, ad esempio S. Ignazio di Loyola nei suoi Esercizi spirituali, oppure Guigo il certosino con la Lectio Divina, sono tutti validi, ma è necessario che una volta iniziato a sperimentare varie forme, si giunga a crearsi un metodo personale da seguire fedelmente, essendo ogni uomo diverso e avendo temperamenti e bisogni svariati. Lo Spirito Santo guida e ispira la meditazione, che con l’esercizio diventa connaturale e spontanea all’orante, tanto che dopo un poco non necessita di alcun metodo preciso, il suo pensiero e i suoi desideri vengono diretti dallo Spirito stesso che lo conduce passo passo, lo illumina e lo eleva. Sicuramente è fondamentale quando si comincia a meditare, che prendiamo coscienza della presenza divina e che a Lui rivolgiamo l’attenzione; dopo si può leggere un brano di Vangelo, o ricordarsi d’un evento biblico, del proprio peccato, dei benefici che il Signore ci ha concessi, di qualche verità di fede ecc. Riveste particolare importanza l’incarnazione e passione di Gesù, oltre al resto della sua vita terrena, e il mistero della SS. Trinità. Non a tutti e non in tutti i tempi convengono gli stessi argomenti, ma in questo lo Spirito Santo è maestro, perché suggerisce le cose giuste al momento giusto. Ordinariamente conviene considerare brevi letture e pochi pensieri, altrimenti si trasforma l’orazione in lettura spirituale, molto importante anch’essa ma per altri aspetti. E’ buona regola abituarsi fin da subito a terminare la meditazione con un colloquio col Signore, con la Santa Vergine o con i protagonisti della meditazione, anche quando la meditazione non ha prodotto effetti sensibili e ci ha lasciati aridi, abituandosi ad esso infatti diviene più facile e spontaneo passare dalla riflessione al dialogo con Dio.

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