Pane Quotidiano"Ci visiterà un sole che sorge dall’alto"

VANGELO (Lc 1,67-79)
Ci visiterà un sole che sorge dall’alto.
Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, Zaccarìa, padre di Giovanni, fu colmato di Spirito Santo e profetò dicendo:
«Benedetto il Signore, Dio d’Israele,
perché ha visitato e redento il suo popolo,
e ha suscitato per noi un Salvatore potente
nella casa di Davide, suo servo,
come aveva detto
per bocca dei suoi santi profeti d’un tempo:
salvezza dai nostri nemici,
e dalle mani di quanti ci odiano.
Così egli ha concesso misericordia ai nostri padri
e si è ricordato della sua santa alleanza,
del giuramento fatto ad Abramo, nostro padre,
di concederci, liberati dalle mani dei nemici,
di servirlo senza timore, in santità e giustizia
al suo cospetto, per tutti i nostri giorni.
E tu, bambino, sarai chiamato profeta dell’Altissimo
perché andrai innanzi al Signore a preparargli le strade,
per dare al suo popolo la conoscenza della salvezza
nella remissione dei suoi peccati.
Grazie alla tenerezza e misericordia del nostro Dio,
ci visiterà un sole che sorge dall’alto,
per risplendere su quelli che stanno nelle tenebre
e nell’ombra di morte,
e dirigere i nostri passi
sulla via della pace».
Parola del Signore
Pensiero:San Rafael Arnaiz Baron (1911-1938), monaco trappista spagnolo 
Scritti spirituali, 27/12/1936
“Vi annunzio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo”

    E’ molto freddo sulla terra. I cieli sono pieni di stelle che s’indovinano solo sul fondo blu scuro della volta
celeste ricolma di tenebre. Sulla terra, una delle più piccole stelle dell’immenso sistema planetario, stanno accadendo stanotte prodigi che stupiscono gli angeli…: un Dio che, per amore dell’uomo, scende umile nella carne mortale e nasce da una donna in una delle stelle più piccole, più fredde, sulla terra…

    Anche gli uomini hanno ghiaccio nel cuore. Nessuno accorre ad assistere al miracolo della nascita di Dio. L’intero mondo si riduce a una sola donna chiamata Maria, a un uomo dagli occhi azzurri, che si chiama Giuseppe, e ad un bambino appena nato che, avvolto in poveri panni, apre gli occhi per la prima volta all’alito caldo di un bue e di un asino, e giace su un pugno di paglia che la povertà di Giuseppe, la sollecitudine e l’amore di Maria gli hanno procurato. Il mondo intero dorme, ignaro, nel sonno pesante della carne. E’ molto freddo quella notte nella terra di Giuda. Le stelle che occhieggiano in cielo sono gli occhi degli angeli che cantano « Gloria a Dio nell’alto dei cieli !», canto intonato per Dio e inteso da alcuni pastori che sorvegliano i loro greggi e accorrono ad adorare, con anima di bambini, Gesù appena nato. E’ la prima lezione dell’amore di Dio…

    Anche se la mia anima non ha la castità di Giuseppe, né l’amore di Maria, ho offerto al Signore la mia assoluta povertà, la mia anima vuota. Se non gli ho intonato inni come gli angeli, ho provato a cantargli qualche ritornello dei pastori, la canzone del povero, di chi non ha niente; la canzone di chi può offrire a Dio solo miserie e debolezze. Ma che importa, se miserie e debolezze offerte a Gesù con cuore veramente innamorato sono accolte da lui come fossero virtù. Grande, immensa è la misericordia di Dio! La mia carne mortale non sente le lodi del cielo, ma la mia anima indovina che, anche oggi come allora, gli angeli guardano stupiti la terra e intonano “Gloria a Dio nel più alto dei cieli e pace sulla terra agli uomini di buona volontà!”      Equipe Evangelizo


E' Natale ogni volta che sorridi a un fratello e gli tendi la mano. E' Natale ogni volta che riconosci con umiltà i tuoi limiti e la tua debolezza. E' Natale ogni volta che permetti al Signore di rinascere per donarlo agli altri.
Madre Teresa di Calcutta



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