TE DEUM LAUDAMUS Dall’Omelia di S.S. Benedetto XVI

TE DEUM LAUDAMUS
Dall’Omelia di S.S. Benedetto XVI

Basilica Vaticana,
   
Cari fratelli e sorelle!

L’anno che si chiude e quello che si annuncia all’orizzonte sono posti entrambi sotto lo sguardo benedicente della Santissima Madre di Dio. [...]
Tutto dunque, questa sera, ci invita a volgere lo sguardo verso Colei che « accolse nel cuore e nel corpo il Verbo di Dio e portò al mondo la vita" e proprio per questo - ricorda il Concilio Vaticano II - « viene riconosciuta e onorata come vera Madre di Dio » (Cost. Lumen gentium, 53). Il Natale di Cristo, che in questi giorni commemoriamo, è interamente soffuso della luce di Maria e, mentre nel presepe ci soffermiamo a contemplare il Bambino, lo sguardo non può non volgersi riconoscente anche verso la Madre, che con il suo "sì" ha reso possibile il dono della Redenzione.
Ecco perché il tempo natalizio porta con sé una profonda connotazione mariana; la nascita di Gesù, uomo-Dio e la maternità divina di Maria sono realtà tra loro inscindibili; il mistero di Maria ed il mistero dell’unigenito Figlio di Dio che si fa uomo, formano un unico mistero, dove l’uno aiuta a meglio comprendere l’altro. [...]

Questa sera vogliamo porre nelle mani della celeste Madre di Dio il nostro corale inno di ringraziamento al Signore per i benefici che lungo i passati dodici mesi ci ha ampiamente concessi. Il primo sentimento, che nasce spontaneo nel cuore questa sera, è proprio di lode e di azione di grazie a Colui che ci fa dono del tempo, preziosa opportunità per compiere il bene; uniamo la richiesta di perdono per non averlo forse sempre utilmente impiegato. [...] Venendo nel mondo, il Verbo eterno del Padre ci ha rivelato la vicinanza di Dio e la verità ultima sull’uomo e sul suo destino eterno; è venuto a restare con noi per essere il nostro insostituibile sostegno, specialmente nelle inevitabili difficoltà di ogni giorno. E questa sera la Vergine stessa ci ricorda quale grande dono Gesù ci ha fatto con la sua nascita, quale prezioso "tesoro" costituisce per noi la sua Incarnazione. Nel suo Natale Gesù viene ad offrire la sua Parola come lampada che guida i nostri passi; viene ad offrire se stesso e di Lui, nostra certa speranza, dobbiamo saper rendere ragione nella nostra esistenza quotidiana, consapevoli che « solamente nel mistero del Verbo incarnato trova vera luce il mistero dell’uomo » (Gaudium et spes, 22). [...]
Cari fratelli e sorelle, [...]. Anche se all’orizzonte vanno disegnandosi non poche ombre sul nostro futuro, non dobbiamo avere paura. La nostra grande speranza di credenti è la vita eterna nella comunione di Cristo e di tutta la famiglia di Dio. Questa grande speranza ci dà la forza di affrontare e di superare le difficoltà della vita in questo mondo. La materna presenza di Maria ci assicura questa sera che Dio non ci abbandona mai, se noi ci affidiamo a Lui e seguiamo i suoi insegnamenti. A Maria, dunque, con filiale affetto e fiducia, presentiamo le attese e le speranze, come pure i timori e le difficoltà che ci abitano nel cuore...
Lei, la Vergine Madre, ci offre il Bambino che giace nella mangiatoia come nostra sicura speranza.
Pieni di fiducia, potremo allora cantare (in latino con traduzione italiana affiancata >>> Te Deum) a conclusione del TE DEUM : « In te, Domine, speravi: non confundar in aeternum - Tu, Signore, sei la nostra speranza, non saremo confusi in eterno! ». Sì, Signore, in Te speriamo, oggi e sempre; Tu sei la nostra speranza. Amen!

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