Enzo Bianchi"III domenica del Tempo Ordinario

Gesù aveva detto a Giovanni il Battista, che non voleva battezzarlo sentendosi indegno (cf. Mt 3,14) di fronte al “più forte di lui” (cf. Mt 3,11): “Occorre che adempiamo ogni giustizia” (Mt 3,15), cioè “occorre che tu e io compiamo tutta la volontà di Dio”. E la volontà di Dio è stata compiuta da Giovanni fino all’estremo, fino a dare la testimonianza che lo ha portato in carcere per ordine del re Erode. Giovanni è
dunque in prigione per volontà degli uomini malvagi, ma è anche “consegnato da Dio” (paredóthe): anche nella passione il Battista è precursore di Gesù (cf. Mt 17,22; 20,18: stesso verbo greco).

Secondo il vangelo di Matteo, quando Gesù viene a sapere questa notizia riguardo a colui che è stato il suo rabbi, allora si ritira in Galilea, lasciando il deserto dove era stato tentato (cf. Mt 4,1-11) e la regione presso il Giordano in cui era stato battezzato (cf. Mt 3,13-17). Va in Galilea, regione settentrionale della terra di Israele, a Nazaret, città in cui era stato allevato da Maria e Giuseppe, e va ad abitare a Cafarnao, sulla riva del lago.

Questo territorio era considerato con sospetto dai giudei, perché terra in cui si erano infiltrati i gojim, i pagani, fin dall’VIII secolo a.C., quando le tribù di Zabulon e di Neftali erano cadute in mano agli assiri ed erano state deportate. Terre che avevano dunque conosciuto la prima shoah (catastrofe), terre in cui regnavano tenebra, dolore e morte della fede. Eppure Isaia, nel libretto dell’Emmanuele (cf. Is 6-12), aveva profetizzato che proprio da queste terre avrebbe iniziato a brillare una grande luce (cf. Is 8,23-9,1).
E per Matteo ecco il compimento: la missione di evangelizzazione di Gesù parte proprio da qui, dove sorge la luce, ossia dove Gesù fa la sua prima manifestazione da uomo adulto in mezzo al suo popolo. Ecco dove Gesù comincia (érxato) a predicare la conversione, il cambiamento del modo di pensare e di vivere, perché il Regno di Dio si è avvicinato. Messaggio breve ma densissimo. Ormai è possibile far regnare Dio nella propria vita, basta convertirsi, perché il Regno di Dio stesso, Gesù, il Figlio di Dio, nella forza dello Spirito santo è tra gli uomini.

Cosa accade allora? Gesù

passa sulle rive del mare di Galilea,

vede degli uomini,

chiama dietro a sé.

Questa è la vocazione da parte del Signore, sempre, allora come oggi. La stessa esperienza può essere narrata ancora oggi da uomini e donne che – come quel giorno Simone, Andrea, Giacomo e Giovanni – hanno incontrato Gesù.
Gesù passa, cioè si fa vicino e fa sentire la sua presenza. Non c’è nulla di straordinario o di divino che si imponga o che costringa: no, è una presenza umanissima, ma viene sentita come affidabile. È una presenza con uno sguardo che vede, sicché chi incontra questo sguardo si sente visto, in modo unico, e quindi si sente chiamato, distinguendo in quella voce umanissima una voce più profonda che attira, dà fiducia e dà forza. Proprio in questo incontro il Vangelo rinasce sempre in tutte le epoche e in tutti i luoghi: c’è e ci sarà sempre chi, ascoltandolo nella voce umanissima di qualcuno, sente di poter dire “sì” al Signore stesso e di potersi mettere subito a seguirlo.

Nella pagina del vangelo odierno sono due coppie di fratelli che vivono questo evento della vocazione da parte di Gesù. Simone, il cui nome significa “obbediente all’ascolto” e che riceverà il nome nuovo di Kefa-Roccia, e suo fratello Andrea, che nel quarto vangelo sarà definito “il primo chiamato” (cf. Gv 1,40-42). Erano pescatori, intenti al lavoro, a gettare le reti… ma proprio in quel momento Gesù passa, vede e chiama: ed ecco che, “abbandonate le reti, lo seguirono”, diventando suoi discepoli. Lo stesso avviene pure per Giacomo e Giovanni, che stavano riparando le reti sulla spiaggia: anch’essi, lasciate le reti e il loro padre, seguirono subito Gesù. Nessuna dilazione, nessun indugio per quei pescatori, nessuna dilazione neppure per noi oggi.

Gesù non è più solo: ha una piccola comunità, e la sua evangelizzazione ha i primi seguaci che compiono anch’essi ogni giustizia, cioè realizzano la volontà di Dio, compiendo pure le sante Scritture sulla terra di Galilea.

Enzo Bianchi

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