Giovanni Berti "Magi senza censura"

Magi senza censura
don Giovanni Berti
Epifania del Signore (06/01/2014)
Vangelo: Mt 2,1-12   .
Ecco che vicino alla grotta o capanna del presepe fanno la loro apparizione i famosi tre re venuti da lontano lontano. Sappiamo anche i loro nomi: Baldassarre, Melchiorre e Gasparre... i tre re magi.
Magi? Cosa sono i magi? Non è che manca una lettera? Maghi forse...
Questo piccolo dubbio linguistico ne fa nascere forse un altro: ma dove è scritto che erano re? Il Vangelo non ne parla e nemmeno dice il loro numero esatto, perché Matteo narra che erano "alcuni"...

Il sospetto che la scena che ci racconta la tradizione classica del presepe sia una specie di piccola operazione di "censura" si fa largo. E pare proprio così...
Da quel che possiamo raccogliere da questo racconto di Matteo, i personaggi che vengono da lontano sono proprio dei maghi o qualcosa di simile. Sono sicuramente personaggi lontani dalla fede ebraica e lontani anche dalla vita moralmente accettata a quel tempo (e anche dalle prime comunità cristiane). Sono infatti degli scrutatori delle stelle, degli astrologi che si dedicano ad una attività fortemente condannata dalla Bibbia (e anche dalla Chiesa oggi). Averli fatti re sembrava averli un po' elevati ad un rango più accettabile e aver dato loro un mestiere degno per essere tra i primi a conoscere il Figlio di Dio. Ma non è così. Dobbiamo farcene una ragione. Se l'evangelista Luca mette attorno al bambin Gesù degli umili e ignoranti pastori, Matteo sembra osare di più, raccontando che vicino al Dio-con-noi ci stanno quelli che più lontani non si può... e non coloro che avrebbero avuto tutto il diritto e la dignità di essere i primi, cioè i credenti e teologi di Gerusalemme. E facendo un balzo in avanti nel racconto evangelico, sappiamo che Gesù emetterà l'ultimo respiro tra due malfattori sempre fuori dalla città di Dio, senza aver attorno nessuno dei suoi, se non Maria e Giovanni (ma solo l'evangelista Giovanni lo racconta).
Superando dunque la piccola "censura" che ha addolcito un po' la scena dei magi, possiamo vedere in questa scena dell'Epifania un messaggio che allarga all'infinito la visione della presenza di Dio tra gli uomini. Quel luogo così distante ad oriente dal quale vengono fatti provenire i magi, non è solo una indicazione spaziale ma esistenziale. Le "periferie del mondo" dal quale provengono gli uomini e donne che cercano Dio non sono solo da cercare dall'altra parte del mappamondo, ma anche dall'altra parte della nostra porta di casa, dall'altra parte della strada che percorriamo tuti i giorni, dall'altra parte del tavolo di lavoro, dall'altra parte della nostra stessa tavola di casa...
I magi siamo tutti noi e sono tutti coloro che in qualche modo sono bisognosi di incontrare Dio, anche se provengono da situazioni di vita distanti e opposte dalle nostre.
Gesù è "Dio-con-noi", un "noi" che include tutti.

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