La presenza di Dio

La presenza di Dio


Dio non è lontano da ciascuno di noi. In lui infatti viviamo, ci muoviamo e siamo (Atti 17,27-28).


Come insegna la Sacra Scrittura, il Signore Dio non solo ci circonda dovunque con la sua presenza essenziale, come in tutte le altre creature in cui opera e per cui esistono, ma mediante il dono della grazia Egli dimora in noi: "Noi siamo il tempio del Dio vivente" (2 Corinzi 6,16). Per questo Gesù ci ha insegnato che “lo Spirito Santo dimora presso di noi e in noi ” e che insieme al Padre sarebbe venuto a prendere dimora in
colui che lo ama (Giov 12,17-23). Il mistero dell' inabitazione trinitaria nell'anima del giusto, che la rende partecipe mediante la grazia della stessa vita divina, faceva esclamare gioiosamente alla beata Elisabetta della Trinità: "…quanto si è felici quando si vive nell'intimità col buon Dio, quando si fa della propria vita un cuore a cuore con Lui, un continuo scambio d'amore, quando si sa trovare il maestro in fondo la propria anima! Allora non si sente il bisogno della solitudine per gioire della presenza dell'Ospite adorato".

Chi ha intuito la grandezza del mistero di Dio presente nel suo cuore, desidera ardentemente vivere con Lui non solo nei momenti di solitudine, ma durante tutto l'arco della giornata, che diventa così una preghiera incessante. Santa Teresa di Gesù nel suo cammino di perfezione confessa che: "se avesse capito prima che nel piccolo albergo della sua anima abitava un re così grande, di sicuro non lo avrebbe lasciato troppo solo, ma almeno di quando in quando gli avrebbe tenuto compagnia e sarebbe stata più diligente nel mantenersi in grazia e nell'evitare il peccato". Dice ancora la Santa che è necessario "ritirarci in noi stessi anche in mezzo alle occupazioni, essendoci sempre di gran vantaggio ricordarci di tanto in tanto, sia pure di sfuggita, dell'ospite che abbiamo in noi" (CM29,5).

È naturale che dopo aver passato ore ed ore in mezzo alle occupazioni del mondo non sia così immediato riuscire a trovare il giusto raccoglimento per fare orazione. Ma è importante esercitarsi nel ricordo di Dio e nel rivolgersi a Lui interiormente con un semplice sguardo o pensiero o desiderio che ce lo renda presente ed attuale. Con l'esercizio questo è possibile non soltanto a chi vive in monastero o in un eremo ma a qualunque cristiano, avendo il Signore stesso comandato mediante la Sacra Scrittura “ cammina alla mia presenza e sii perfetto" (Sal 73,23).

Il beato C. de Foucauld esclamava ardentemente: "(...) quando si è sotto gli occhi di chi si ama, si può fare diversamente che tendere con tutte le potenze del proprio essere a piacergli in tutto?... Tu, o mio Dio, non soltanto sei vicino a noi, sei intorno a noi e sei in noi; tu ci avvolgi, ci riempi; tu non solo conosci le nostre parole, le nostre azioni, ma anche i nostri più segreti e più fuggevoli pensieri”.

Dio dunque non solo è presente, ma è presente qui e ora, è un essere vivo, intelligente e personale, non un oggetto da vedere, da speculare, da indagare e studiare, bensì un Soggetto, una Persona da incontrare, frequentare, conoscere, amare, una Persona con cui vivere. Se teniamo a mente tutto questo allora, la nostra vita non potrà più essere impregnata da un vuoto sentimento di solitudine, poiché il cristiano non è più soltanto un uomo, ma per la grazia di Cristo è figlio di Dio, è fratello di Cristo, è sposa dello Spirito Santo. Non si può vivere come se Dio non ci fosse se davvero siamo cristiani autentici. Allora non si tratta di capire cos'è Dio ma di entrare in relazione con lui, crescendo nella comunione personale, nella conoscenza esperienziale e d'amore. "Rimanete nel mio amore" dice Gesù, cioè coltivate la vostra relazione personale con me.

Non basta credere che l'insegnamento del Vangelo sia vero. È necessario essere convinti che Gesù è il Signore, l’Emmanuele "il Dio con noi". La fede non consiste nel credere nell'esistenza di Dio, anche il diavolo crede in Dio, ma consiste nell'amarlo. Altrimenti se non crediamo che Gesu è risorto, la nostra fede è vana come dice San Paolo, nel senso che non ci cambia la vita ne può salvarci l'anima , resta infatti una realtà indifferente, esterna, non ci tocca personalmente.

Una cosa è capire cos'è il matrimonio, altra cosa essere sposati. Una cosa è capire il concetto, ben altro è vivere l'esperienza matrimoniale

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