Pane Quotidiano"Abbiamo trovato il Messia."

VANGELO (Gv 1,35-42)
Abbiamo trovato il Messia.
+ Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Giovanni stava con due dei suoi discepoli e, fissando lo sguardo su Gesù che passava, disse: «Ecco l’agnello di Dio!». E i suoi due discepoli, sentendolo parlare così, seguirono Gesù.
Gesù allora si voltò e, osservando che essi lo seguivano, disse loro: «Che cosa cercate?». Gli risposero: «Rabbì – che, tradotto, significa maestro –, dove dimori?». Disse loro: «Venite e vedrete». Andarono dunque e videro dove egli dimorava e quel giorno rimasero con lui; erano circa le quattro del pomeriggio.
Uno dei due che avevano udito le parole di Giovanni e lo avevano seguito, era Andrea, fratello di Simon Pietro. Egli incontrò per primo suo fratello Simone e gli disse: «Abbiamo trovato il Messia» – che si traduce Cristo – e lo condusse da Gesù. Fissando lo sguardo su di lui, Gesù disse: «Tu sei Simone, il figlio di Giovanni; sarai chiamato Cefa» – che significa Pietro.
Parola del Signore
Pensiero:Meditazione del giorno
Sant' Alfonso Maria de' Liguori, (1696-1787), vescovo e dottore della Chiesa
Prima meditazione per l’ottava di Natale
“Ecco l'agnello di Dio, ecco colui che toglie il peccato del mondo!”

  “Come pecora smarrita vado errando; cerca il tuo servo” (Sal 119,176). Signore, sono la povera pecora che si è perduta dietro la soddisfazione dei suoi gusti e capricci. Ma tu che sei Pastore e anche Agnello, sei venuto dal cielo a salvarmi, immolandoti sulla croce come vittima in espiazione dei miei peccati: “Ecco l'agnello di Dio, ecco colui che toglie il peccato del mondo!” Allora, se desidero correggermi, cosa devo temere?... “Ecco, Dio è la mia salvezza; io confiderò, non temerò mai” (Is 12,2). Ti sei dato tu stesso a me: per darmi fiducia, quale prova più grande della tua misericordia potevi darmi?
    Bambino caro! Quanto mi dispiace averti offeso! Ti ho fatto piangere nella stalla di Betlemme ; ma so che sei venuto a cercarmi. Ecco perché mi getto ai tuoi piedi e nonostante la miseria e l’umiltà in cui ti vedo in questa mangiatoia e su questa paglia, ti riconosco come mio Re e sovrano Maestro. Comprendo il senso delle tue tenere lacrime: mi chiamano ad amarti, reclamano il mio cuore. Eccolo, mio Gesù, sono oggi ai tuoi piedi per offrirtelo. Trasformalo, infiammalo, poiché sei venuto dal cielo per infiammare i cuori del tuo santo amore. Ti sento dire dalla mangiatoia: “Amerai il Signore Dio tuo con tutto il cuore” (Mt 22,37; Dt 6,5). Ed io ti rispondo: “Mio Gesù, se non amo te, mio Signore e mio Dio, chi potrò amare?”  Equipe Evangelizo

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