Don Alberto Brignoli " Gesù è molto, molto di più!"

VI Domenica del Tempo Ordinario (Anno A) (16/02/2014)
Vangelo: Mt 5,17-37
Grazie a Dio, c'è lo Spirito Santo... sì, perché altrimenti comprendere "una sapienza che non è di questo mondo" risulterebbe alquanto complicato. Come si può, infatti, con le sole facoltà umane, comprendere "la sapienza di Dio, che è nel mistero, che è rimasta nascosta e che Dio ha stabilito prima dei secoli per la nostra gloria"?
Almeno, parlando per me, faccio già fatica a comprendere (a partire dal mio...) il modo di ragionare degli uomini: un modo di ragionare che mi dovrebbe essere familiare, evidente, non avvolto dal mistero, e di certo non eterno, in quanto limitato e legato alle categorie dello spazio e del tempo in cui viviamo, per cui dovrebbe essere sufficiente mantenersi un po' aggiornati per
capire come ragiona la sapienza umana. Invece, pure quella è complessa e difficilmente comprensibile, perché mutabile, perché incostante, perché incoerente, perché varia da persona a persona, e soprattutto perché limitata e legata allo spazio e al tempo: per cui, una cosa che per una cultura e un'area geografica è ben comprensibile ed evidente, per un'altra cultura e un altro paese significa tutt'altro.
Non parliamo poi del tempo, in una società come la nostra in cui le informazioni viaggiano alla velocità della luce, e gli stili di vita di conseguenza: per cui, in cinque anni ritrovi completamente rivoluzionato il modo di vivere. Se poi ragioniamo per decenni, allora ci terrorizziamo: pensiamo anche solo al cambio di mentalità che hanno creato in venti anni gli SMS... ora in 3 secondi trasmetti da un capo all'altro del pianeta (con alcune applicazioni, tra l'altro, anche in forma gratuita) informazioni e documenti che vent'anni fa avresti atteso (quando tutto andava bene) almeno una giornata perché potessero arrivare a destinazione, spendendo comunque cifre ragguardevoli in corrieri e Pony Express... e siamo comunque sempre nella sfera dell'umano, del tempo e dello spazio!
Comunque, non scherza neppure la Sapienza di Dio, per quanto riguarda i cambiamenti di mentalità: forse perde un po' in rapidità, perché i tempi di Dio sono davvero "biblici" (nella stragrande maggioranza dei casi) ma di certo il pensare di Dio sovrasta così tanto il pensare umano che quando ne invade la sfera lo sconvolge letteralmente. Basta leggere il brano di Vangelo di oggi per capire quanto la Sapienza divina è capace di sconvolgere la sapienza umana.
È vero che il Discorso della Montagna che Matteo mette in bocca a Gesù è tutto teso a fare di Gesù il nuovo Mosè, colui che - dall'alto del monte, come da un nuovo Sinai - fa da mediatore tra Dio e gli uomini per donare loro la legge della Nuova Alleanza (il Nuovo Testamento, in sostanza), per cui cerca di mostrare come l'insegnamento di Gesù non sia la contrapposizione, ma il superamento, il compimento, il completamento dell'Antica Alleanza del Sinai: e di certo, non si supera un tratto di strada senza prima averlo faticosamente raggiunto e percorso. Ma è altrettanto vero che il brano di Vangelo che abbiamo letto contiene una parola che sintatticamente è di un'insignificanza estrema, eppure nella sua insignificanza dà il tono a tutto il brano. Si tratta di una congiunzione (una congiunzione avversativa, credo che sia, se le mie reminiscenze grammaticali delle elementari non mi tradiscono) ripetuta 5 volte nel brano di oggi: poche, su venti versetti, ma collocate come i detonatori di una carica di dinamite in mezzo alle fessure della roccia, che distruggono la nostra immagine di religione e forse destrutturano anche il nostro rapporto con Dio verso un rapporto più autentico. Queste "cariche di dinamite" si riconducono alla congiunzione "ma", che sarà senz'altro segno del superamento della legge, ma che a me pare suoni innanzitutto come rottura definitiva con il pensiero, la saggezza umana dell'Antico Testamento.
Ha un bel da fare il Gesù di Matteo a convincere la comunità ebraica per la quale scrive il suo Vangelo che lui non è venuto ad abolire, ma a portare a compimento: gli bastano pochi versetti per far capire che con lui non si gioca al ribasso. O prendere, o lasciare: non c'è via di scampo. Giocare la strada del pensiero debole, del minimo comun denominatore, del minimo indispensabile su cui tutti negoziamo un accordo, non è strada per il discepolo. Con Gesù, non si può giocare nemmeno sui principi "minimi", altrimenti si diviene "minimalisti", e il Regno ci considererà "minimi".
Con Gesù si va fino in fondo, e la logica è quella del "ma": prima di lui, la sapienza umana si conformava con le cose minime ed essenziali, ma ora questo non basta più. È giunta una sapienza superiore, che Dio ci rivela per mezzo dello Spirito (come dice Paolo), e con la quale è assolutamente indispensabile dire un "ma" di rottura con il passato e puntare alle cose più alte.
Non uccidere è fondamentale per la conservazione della razza umana, ma non basta: per costruire una società giusta occorre creare relazioni giuste e rispettose, e allora tuo fratello non può da te essere considerato "stupido" o "pazzo". Non tradire la persona che ami è fondamentale per la costruzione di un patto solido tra un uomo e una donna, ma non basta: la formalità di un rapporto esternamente perfetto ma interiormente lacerato perché desideroso di trovare l'amore altrove, è ben peggiore di qualsiasi tradimento. Amare è senza dubbio molto, molto di più che non tradire solamente. Non giurare - soprattutto quando si sa bene che non si riuscirà a mantenere fede al giuramento - è fondamentale perché la gente si possa fidare di te, ma non basta: occorre vivere nella sincerità fino in fondo, sinceri con i fatti, più che con le parole, sinceri perché coerenti, come un "sì" detto una sola volta e un "no" a cui si mantiene fede, costi quel che costi.
Abbiamo ancora il coraggio di dire che questo "andare oltre" di Gesù non è altro che in continuità con ciò che è il pensiero dell'Antica Alleanza? Sinceramente, a me pare davvero molto di più. È decisamente una frattura con ciò che il popolo eletto stava vivendo; è la sconvolgente novità del Vangelo. È la sapienza di Gesù che, tra l'altro, non è fatta di leggi, di comandamenti e di imposizioni, ma di uno stile nuovo di vivere il rapporto con Dio, basato sulla libera scelta di amarlo o di abbandonarlo. Questo sì, è in continuità con quanto l'Antico Testamento letto oggi nella prima lettura, quella di Siracide, ci ha insegnato: "A nessuno, Dio ha comandato di essere empio e a nessuno ha dato il permesso di peccare".
A ognuno, ha dato la possibilità di scegliere liberamente: o con me o contro di me. E siamo solo all'inizio...

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