Don Luciano Cantini "Memoria, promessa, compimento"

VI Domenica del Tempo Ordinario (Anno A) (16/02/2014)
Vangelo: Mt 5,17-37
Non sono venuto ad abolire, ma a dare pieno compimento
Chi è questo Gesù che non distrugge nulla di quella Parola che è "Memoria" e "Promessa " del popolo d'Israele? Gesù venuto a riempire (Pleroun) fino all'orlo quella Memoria e quella Promessa. Non manca nulla alla Memoria che solidifica la fede nel Dio che libera, guida e accompagna il suo popolo. Non manca nulla alla Promessa di libertà e salvezza che va oltre la storia e il futuro di quel popolo. Cosa è venuto a portare Gesù per riempire fino all'orlo ciò che è già pieno? Come un vaso colmo di pietre e sabbia ha tutto lo spazio per essere riempito ancora dal suo Spirito, della dimensione del suo amore. Gesù è la Parola fatta carne, è la Legge e i Profeti, che nella dimensione di uomo sussurra al cuore degli uomini per parlare d'amore, che dilata questa esperienza oltre i limiti di un popolo per
abbracciare ogni uomo. Gesù, colui che parla come uno che ha autorità (Mt 7,29), è colui che smuove l'anima, lo spirito dell'uomo per liberarlo dalla sclerosi del rapporto con Dio.
Ogni versetto delle Scritture è orientato verso Gesù, e in Lui ogni singola espressione trova piena luce.

Se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei
Ogni Promessa genera occasioni di Memoria come ogni "fare Memoria" genera Promessa: è il tessuto fatto dall'ordito della fedeltà di Dio a se stesso che si intreccia con la trama della fedeltà dell'uomo a Dio: questa è la giustizia (Cfr. Dt 6,25 e Dt 7,9). Gli scribi e i farisei sono, nel vangelo, considerati come sinonimo di formalismo: tanta era la venerazione della Legge che ogni parola dava origine ad un precetto e tanta era la preoccupazione di perfezione che la vita era diventata una ricerca continua di precetti tra le pieghe di ogni parola. La Parola di Dio, invece di essere Memoria e generare Promessa, era diventata Legge che genera precetti di ogni tipo. La giustizia, invece di fedeltà alla Promessa di Dio era diventata fedeltà ai precetti e norme, difese con scrupolosa attenzione.
Non guardiamo ai farisei con aria compassionevole perché non siamo da meno, in ogni ambito: che cos'è la burocrazia che sfianca? O l'arte di cavillare nelle discussioni politiche? Il ritualismo religioso?
"Una celebrazione può risultare anche impeccabile dal punto di vista esteriore, ma se non ci conduce all'incontro con Gesù, rischia di non portare alcun nutrimento al nostro cuore e alla nostra vita" (Papa Francesco 12/02/14).

Ma io vi dico
Come nella rivelazione profetica "Io, il Signore, l'ho detto e lo farò" (Ez. 12,25; 22,14; 36,36; 37,14), così Gesù interviene nella tradizione dell'insegnamento rabbinico per affermare la pienezza della giustizia. Sono sei le "antitesi" in cui è richiesta una giustizia abbondante che sappia distinguere la lettera della Parola dallo Spirito che la anima. "Perché la lettera uccide, lo Spirito invece dà vita" (2 Cor 3,6).
La Parola, più che Legge che regola la vita dell'uomo, è Spirito che dal profondo dell'uomo suggerisce, fa crescere, apre orizzonti nuovi, mostra traguardi.
"La parola di Dio è viva, efficace e più tagliente di ogni spada a doppio taglio; essa penetra fino al punto di divisione dell'anima e dello spirito, fino alle giunture e alle midolla, e discerne i sentimenti e i pensieri del cuore" (Eb 4,12). Entrare nella Parola e farsi penetrare da essa libera il nostro Spirito dai legami dell'anima e del corpo e ci dona fedeltà alla Giustizia di Dio, fa sì che ogni Memoria diventi Promessa ed ogni Promessa Compimento.

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