Commento di Rocco Pezzimenti" Un incontro a tu per tu"

COMMENTO ALLE LETTURE
Commento di Rocco Pezzimenti
1. Questa pagina del Vangelo è una delle più note, più semplici, ma più ricche e misteriose dell'intera vicenda terrena di Gesù. Si tratta di un incontro a tu per tu, quello che il Salvatore vuole stabilire con ogni credente, e sta a noi permetterlo. L'approccio è diffidente da parte della Samaritana che si meraviglia che un Giudeo le chieda qualcosa. Cristo elimina subito simili differenze e presenta il dono di Dio "se tu conoscessi...". Poi presenta l'acqua viva, l'unica non solo capace di dissetare, ma anche di togliere per sempre la sete. La donna è disorientata, ma se "tu noi hai nulla per attingere e il pozzo è profondo, dove, dunque, prendi l'acqua viva? Saresti tu più grande del nostro padre Giacobbe?".
2. Il Signore spiega la natura di quell'acqua misteriosa e la donna trasecolata chiede. Ora è lei a domandare quell'acqua: "Signore dammi quell'acqua affinché non abbia più sete e non venga fin qui ad attingere". Non ha ancora capito le parole del Salvatore, ma mostra quanto le pesi quel quotidiano attingere che è poi, per molti, la
fatica di vivere. Segue poi il dialogo sulle vicende private della sua vita, sui suoi mariti e il Cristo, non volendo cambiare la verità dei fatti, le mostra di sapere che oggi vive con uno che non è suo marito. La donna è colpita ancora di più: "Signore vedo che sei un profeta". È vinta dalla dolcezza della verità e merita una rivelazione: aspettate il Messia? "Sono io, io che ti parlo".
3. Ora Giovanni ci parla dell'entrata in scena dei discepoli e della loro meraviglia. Gesù parla con una donna. Avrebbero voluto chiedergli perché, che cerchi? Ma nessuno osò. Cristo si è rivelato a questa donna, come a una donna apparirà dopo la sua resurrezione. La Samaritana sarà rimasta sicuramente costernata da questa rivelazione. Il Vangelo dice che "lasciò la sua brocca e se ne andò nella città". Aveva incontrato un tale davvero speciale che sapeva tutto di lei. "Non sarà Lui il Messia?". Sicuramente era presa da un entusiasmo mai avuto, che contagiò tutti. Infatti "la gente usciva dalla città e si dirigeva verso di Lui" che nel frattempo era preso da una particolare tristezza e i discepoli lo pregavano di mangiare qualcosa.
4. "Ho da mangiare un cibo che voi non conoscete". Gli astanti pensavano che "qualcuno gli aveva portato da mangiare". Ma il cibo del Signore era fare la volontà del Padre fino in fondo, cioè il Calice della Croce. Quel cibo - come ci ricorda Paolo nella lettura odierna - che "dimostra il suo amore verso di noi per il fatto che è morto per noi quando eravamo ancora peccatori", dandoci l'opportunità della salvezza.
5. Il Maestro ci invita perciò "a raccogliere frutto per la vita eterna". In modo disinteressato e realmente caritatevole: "Altro è il seminatore e altro è il mietitore". Il discorso si allarga alla grandezza della Chiesa che sembra già presentata come Corpo Mistico. "Io vi ho mandato a mietere ciò che voi non avete seminato; altri hanno lavorato e voi siete subentrati nel frutto del loro lavoro". La carità deve essere intrisa di gratitudine e deve farci uscire dal nostro sterile orgoglio che ci fa reputare sempre degni e meritevoli di quello che abbiamo, e non è così.

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