Don Giovanni Berti" Vedere a occhi chiusi"

IV Domenica di Quaresima - Laetare (Anno A) (30/03/2014)
Vangelo: Gv 9,1-41  )
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Domani 42 ragazzi della mia comunità parrocchiale riceveranno la Confermazione del Battesimo. Sono ragazzi che frequentano la terza media, di 13 e 14 anni, che hanno davanti ai loro occhi molti più giorni di quelli che hanno alle loro spalle.
Oggi, prima di fare la prova della celebrazione, ho chiesto loro di chiudere gli occhi e rimanere in silenzio per un paio di minuti. E' difficilissimo fare una cosa così con un gruppo così numeroso di ragazzi senza che non si disturbino a vicenda. Devo riconoscere che quei due minuti di occhi chiusi e silenzio sono invece riusciti (a parte i soliti due o tre che davvero fanno fatica a fare una cosa seria che superi di 10 secondi).
Hanno chiuso gli occhi e sono rimasti in silenzio secondo quello ce avevo chiesto loro di fare, senza dare alcuna spiegazione del perché. Quando hanno aperto gli occhi ho immediatamente chiesto loro cosa avessero visto.

Ovviamente la domanda li ha spiazzati e hanno risposto che non avevano visto nulla, proprio perché avevano gli occhi chiusi! Logico no? Solo uno mi ha risposto che ha pensato alla celebrazione delle Cresime di domani... ma ho il sospetto che me l'abbia detto più per farmi piacere e fare bella figura....
Cosa hanno visto questi ragazzi, cosa sono capaci di vedere superando la superfice delle cose che la vista "fisica" fa immediatamente vedere.
peccati differenziati (colored)La domanda la giro anche a me, a tutti noi. Cosa riusciamo a vedere oltre lo sguardo fisico che arriva alla superfice illuminata delle cose e soprattutto delle persone? Siamo capaci di vedere a occhi chiusi?
Il brano del Vangelo è tutto un gioco di sguardi, con presunti vedenti che in realtà non vedono e ciechi che forse proprio perché tali fisicamente sono più liberi di vedere in profondità la realtà e soprattutto Gesù.
Questo uomo, identificato per l'aspetto superficiale che mostra da sempre (è un povero cieco), non ha nome e quindi potrebbe essere benissimo assunto da ciascuno di noi. Noi siamo quel cieco, cioè incapaci di vedere e controllare tutto, ma forse per questo con la capacità di sviluppare uno sguardo più profondo e vero, quello della fede.
Noi tutti siamo anche come i discepoli e i farisei e tutti gli altri personaggi attorno al cieco guarito, che vedono bene con gli occhi ma sono incapaci di vedere l'uomo oltre l'apparenza del povero cieco e incapaci di vedere Dio oltre l'apparenza di quel maestro di nome Gesù che opera, secondo loro, solo trasgressioni religiose (guarisce di sabato!)
Forse siamo, o possiamo essere almeno un po', come Gesù che vede realmente l'uomo oltre il cieco, vede una persona oltre il poveraccio che tutti credono maledetto dato che ha quella malformazione dalla nascita.
Gesù è il vero vedente che vuole guarire prima di tutto i suoi discepoli dalla cecità spirituale che porta al giudizio e alla superficialità nelle relazioni.
Gesù è quella luce del mondo che illumina il cuore prima ancora degli occhi, e permette al mondo di guarire dal buio spirituale che divide gli uomini tra di loro, li porta a giudicarsi e separarsi, e alla fine ad eliminarsi a vicenda.
Sono cieco se nel prossimo vedo solo il suo corpo, la sua professione, il suo stato economico, i suoi successi e insuccessi, la sua razza, le sue scelte e i suoi fallimenti, le sue buone e cattive azioni.
Ci vedo veramente se nel prossimo vedo un uomo, una donna, qualcuno da amare nel profondo e che nonostante tutte le differenze, come me, desidera essere amato e amare.
Sono cieco se vedo me stesso solo in base al mio aspetto fisico, ai miei successi e insuccessi, capacità o vizi...
Ci vedo veramente se mi vedo come mi vede Dio, che osserva la mia anima, e la vede e la ama.
Grazie o Dio perché mi vedi... e mi ami.

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