ROMANO GUARDINI"Trasfigurazione"

MEDITAZIONE
Si sarebbe tentati di considerare tutto ciò come una visione. Cosa che
non sarebbe inesatta, se per visione si intende il modo particolare in
cui viene compresa la storia, se si vuole dire che avviene qui una cosa
che sfugge all'esperienza umana, con tutto il mistero e l'inquietudine
che un tale intervento può suscitare. Il carattere dell'apparizione, di
per se stesso, parla in questo senso: la "luce" non appartiene al mondo
normale, ma alla sfera interiore, è una luce pneumatica. O ancora la
"nube": non ha niente a che vedere con un fenomeno atmosferico
conosciuto, ma rappresenta una cosa per la quale non esiste
un'espressione soddisfacente. È una luce che vela, un'apparizione celeste
che resta inaccessibile. La sua subitaneità, infine, ha la caratteristica
della visione: nello stesso modo in cui i personaggi sono là
all'improvviso, essi scompaiono e si sente quindi tutto il deserto di un
luogo terrestre abbandonato dal cielo. Ma "visione" non significa nulla

di soggettivo, non è un'immagine da noi creata, ma un modo di comprendere
una realtà più alta - così come l'esperienza dei sensi rappresenta il
modo in cui si percepisce la realtà fisica quotidiana. Non solo questo
avvenimento è proprio a Gesù, e avviene a lui, ma emana allo stesso tempo
da lui. Esso è rivelazione del suo essere.
Quello che qui si manifesta non è la magnificenza del solo spirito, ma
quella del corpo trasfigurato dallo spirito, del corpo nello Spirito,
dell'uomo. Non la sola magnificenza di Dio, né quella del cielo che si
apre, né quella della sola gloria del Signore, come al di sopra dell'arca
dell'alleanza, no, è la magnificenza del logos divino nel Figlio
dell'uomo. È l'arco fiammeggiante. L'unico ineffabile. La vita oltre la
vita e la morte: vita del corpo, ma che ha la sua origine nello Spirito;
vita dello Spirito che ha la sua origine nel logos; vita dell'uomo Gesù,
che ha la sua origine in quella del Figlio di Dio.
ROMANO GUARDINI

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