don Roberto Rossi"Fede, Misericordia, Santità"

Il brano del vangelo di questa domenica ci riporta due apparizioni di Gesù risorto, la prima, la sera di Pasqua ai discepoli chiusi nel cenacolo e l'altra, otto giorni dopo, sempre nel cenacolo con la sottolineatura della incredulità di Tommaso e poi della sua fede.
Il saluto di Cristo risorto è sempre "Pace a voi". E' la pace di Cristo morto e risorto, la pace della pasqua, la pace della riconciliazione degli uomini con Dio e degli uomini tra di loro, è la pace di cui ha sempre bisogno il mondo.
Gesù dà agli apostoli e alla Chiesa la stessa sua missione: "Come il Padre ha mandato me, anch'io mando voi". Primo compito di questa missione è accogliere lo Spirito Santo e perdonare i peccati, far incontrare le persone con la misericordia di Dio.
Gesù Risorto appare agli apostoli e dice: «Pace a voi!». Non è un saluto, e nemmeno un semplice augurio: è un dono. E' il dono prezioso che Cristo offre ai suoi discepoli dopo essere passato attraverso la morte. Dona la pace, come aveva promesso: «Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi». Questa pace è il frutto della vittoria dell'amore di Dio sul male, è il frutto del perdono. La vera pace, quella profonda, viene dal fare esperienza della misericordia di Dio. Oggi è la Festa della Divina Misericordia, per volontà di Giovanni Paolo II, che chiuse gli occhi a questo mondo proprio alla vigilia di questa ricorrenza.
E' significativo l'incontro con Tommaso, il quale aveva detto: se io non vedo e non tocco, non credo. Gesù si rivolse proprio a lui, lo invitò a guardare le ferite, a toccarle; e Tommaso esclamò: «Mio Signore e mio Dio!». Gesù allora disse: «Perché mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!». E chi erano questi che avevano creduto senza vedere? Altri discepoli, altri uomini e donne di Gerusalemme che, pur non avendo incontrato Gesù risorto, credettero sulla testimonianza degli Apostoli e delle donne. Sono tutti coloro che lungo la storia e nelle varie parti del mondo accolgono Gesù, credono in Lui, si lasciano salvare da Lui. Questa è una parola molto importante sulla fede, possiamo chiamarla la beatitudine della fede.
In ogni tempo e in ogni luogo sono beati coloro che, attraverso la Parola di Dio, proclamata nella Chiesa e testimoniata dai cristiani, credono che Gesù Cristo è l'amore di Dio incarnato, la Misericordia incarnata. E questo vale per ciascuno di noi!
Agli Apostoli Gesù donò, insieme con la sua pace, lo Spirito Santo, perché potessero diffondere nel mondo il perdono dei peccati, quel perdono che solo Dio può dare, e che è costato il Sangue del Figlio. La Chiesa è mandata da Cristo risorto a trasmettere agli uomini la remissione dei peccati, e così far crescere il Regno dell'amore, seminare la pace nei cuori, perché si affermi anche nelle relazioni, nelle società, nelle istituzioni. E lo Spirito di Cristo Risorto scaccia la paura dal cuore degli Apostoli e li spinge ad uscire dal Cenacolo per portare il Vangelo. Dobbiamo avere anche noi più coraggio nel testimoniare la fede nel Cristo Risorto! Non dobbiamo avere paura di essere cristiani e di vivere da cristiani, come ci richiama spesso papa Francesco! Noi dobbiamo avere il coraggio di andare e annunciare Cristo Risorto, perché Lui è la nostra pace, Lui ha costruito la pace, con il suo amore, con il suo perdono, con il suo sangue, con la sua misericordia.
Pronunciando quella beatitudine, Gesù pensava anche a noi, che non possiamo vedere Gesù con gli occhi del corpo, ma che pure possiamo vederlo con gli occhi della fede. Già molti fra i primi cristiani non avevano visto personalmente Gesù, ma vivevano quella beatitudine che siamo chiamati a vivere anche noi. Scrive S. Pietro: "Voi lo amate, anche senza averlo visto, perciò esultate di gioia indicibile e gloriosa". I primi cristiani avevano capito bene dove nasce la fede di cui Gesù parlava: nasce dall'amore. Credere è scoprire di essere amati da Dio; è imparare ad amare ogni giorno gli altri. Così ci testimonia la prima comunità cristiana di cui ci parla il libro degli Atti. "Se tu ami, Dio entra in te. Lui dà un modo nuovo di guardare la realtà che ci circonda". La fede ci fa vedere gli avvenimenti con i suoi stessi occhi, fa scoprire il disegno che Egli ha su di noi, sugli altri, sulla creazione intera.
E la misericordia, la compassione di Cristo diventano il grande segno dell'amore di Dio verso di noi. E la misericordia che noi abbiamo verso gli altri diventano segno dell'amore di Dio per gli uomini.
Oggi festeggiamo e preghiamo S. Giovanni XXIII e S. Giovanni Paolo II. Due giganti nella fede, diversi, vissuti in epoche differenti, ma entrambi travolti dall'amore di Dio e testimoni fedeli del vangelo. Giovanni con la sua bontà, sacramento di vicinanza rimasto impresso nel cuore di molti. Giovanni Paolo con la sua energia e con la sua impressionante tenacia anche durante la malattia.
"Sono vite piene divenute segni.
No, non abbiamo bisogno di vedere e di toccare per credere. Cristo risorto ci raggiunge e ci tocca attraverso la delicatezza dei fratelli che ci pone accanto".
Beato, fortunato, felice chi si apre alla fede e si lascia trasformare dalla misericordia del Signore!

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