MEDITAZIONE 2.a di Pasqua J. PETROSIUS

MEDITAZIONE
L'amore di Dio per gli uomini si manifesta soprattutto negli avvenimenti
della Pasqua, che sono il punto culminante della missione di Cristo.
In generale, Pasqua significa la festa della risurrezione. Tuttavia, in
un senso più esteso, biblico, la Pasqua rappresenta la festa di tutto ciò
che ha portato alla salvezza dell'umanità, cioè la festa della passione,
della morte, della risurrezione e dell'ascensione di Cristo. Allo stesso
modo, per gli Ebrei la Pasqua evoca tutti gli avvenimenti che si
riferiscono alla loro liberazione dalla schiavitù in Egitto.
Secondo il progetto di Dio, Cristo doveva soffrire ed entrare nella sua
gloria (Lc 24,25-28). Ed è stato così: "Umiliò se stesso, facendosi
obbediente fino alla morte e alla morte di croce. Per questo Dio l'ha
esaltato" (Fil 2,8-9). È solo attraverso la morte e la risurrezione che

Cristo ha potuto vincere appieno la morte e il peccato. La vittoria
completa di Cristo comprende la sua morte e la sua risurrezione.
Proprio come Cristo, il cristiano d'oggi non può vincere la morte e il
peccato se non per mezzo della propria morte e risurrezione spirituali.
Per essere salvati dobbiamo essere legati a Cristo. Partecipando alla
Messa, i credenti si immergono nel Cristo che oggi li salva di nuovo. Il
flusso della vita di Cristo penetra costantemente la nostra vita
quotidiana attraverso i sacramenti dispensati dalla Chiesa.
Per purificarsi dal peccato gli Ebrei si servivano, durante le loro
cerimonie, di acqua. Si lavavano le mani prima di mangiare e soprattutto
prima di procedere ad un sacrificio.
San Giovanni Battista ha ripreso l'antica tradizione delle abluzioni
degli Ebrei, sotto forma di un'idea messianica.
Egli preparava gli uomini alla venuta di Cristo con il battesimo di acqua
e di penitenza. "Io vi battezzo con acqua... ma colui che viene dopo di
me è più potente di me... Egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco"
(Mt 3,11).
Infatti, il battesimo istituito da Cristo avviene nel fuoco dello Spirito
Santo, e tuttavia non può fare a meno dell'acqua, del segno sensibile.
Immergendosi nelle acque battesimali, i cristiani agiscono come se si
facessero sotterrare con Cristo. L'acqua sommerge l'uomo e lo inghiotte,
come una tomba. Il peccatore annega nelle acque battesimali; quello che
riemerge è un uomo nuovo, giusto. L'immersione e la risalita
rappresentano i due contrari: la morte e la risurrezione.
L'assoluzione dei peccati riempie l'anima di forze divine. A partire di
qui, l'uomo cammina, non ha più bisogno di lenire le sue ferite, tutto
si svolge come se fosse nato una seconda volta, con l'anima sana, forte,
paziente. Il perdono ricevuto lo obbliga ad avere pietà degli altri, a
compatire coloro che soffrono. Mangiando il pane eucaristico, diventiamo
tutt'uno con colui che anima la vita della nostra anima, Cristo, e ci
troviamo riuniti in seno alla stessa famiglia, quella dei credenti. Noi
tutti diveniamo una cosa sola in Cristo, e da questo momento non è più
possibile vivere unicamente per se stessi, limitarsi alla propria
persona: si vive anche per i propri fratelli. Cristo risorto manda gli
apostoli dai suoi fratelli: "Pace a voi! Come il Padre ha mandato me,
anch'io mando voi!". All'amore di Dio non si può rispondere che con
l'amore, il rispetto per l'uomo. È impossibile amare Dio dimenticando
l'uomo che soffre. È difficile per l'uomo tacere quando ha il cuore
pieno. Ed è ancora più difficile quando nessuno capisce la vostra pena,
la vostra disperazione, quando si è dimenticati da tutti. Compatire chi
soffre, considerare la disgrazia altrui come la propria, è una grande
qualità del cuore.
Ogni parola sincera, ogni incoraggiamento, ogni consolazione, tutto ciò
che è buono e bello sul piano spirituale, conforta l'anima di chi soffre.
L'amore del prossimo non può essere egoista, ed è il motivo per cui è
meraviglioso, maestoso. È importante essere sinceri quando ci si
sacrifica per gli altri. Il Signore ha accettato il sacrificio di Abele
perché era offerto con sincerità. Ha rifiutato quello di Caino poiché era
quello di un avaro. Solo un sacrificio sincero onora Dio come conviene.
È per questo che nei salmi si dice più di una volta che Dio non accetta
i sacrifici ipocriti.
J. PETROSIUS

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