don Giovanni Berti "Dentro lo scontro tra Spirito e mondo"

VI Domenica di Pasqua (Anno A) (25/05/2014)
Vangelo: Gv 14,15-21
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In questi giorni di elezioni per il parlamento europeo che coinvolgono tutti i cittadini italiani e della Comunità europea, lo scontro politico è alto, come sempre.
Anche spegnendo tutti i mezzi di comunicazione, a meno di non isolarsi su qualche montagna o isola, non possiamo non sentire gli echi di uno scontro sempre più acceso tra posizioni politiche diverse, tra diversi modi di vedere la politica e il modo di governare. E i nomi dei protagonisti al vertice di questo scontro li conosciamo tutti, alcuni nuovi e alcuni meno nuovi e da decenni presenti nello scontro.
E' assolutamente normale che ad ogni competizione elettorale, che sia per l'Europa o per la nazione o anche per l'amministrazione di un piccolo comune, l'elettore si trovi in mezzo a questo scontro e debba prendere alla fine la sua decisione, che porrà segretamente nell'urna elettorale.
Ovviamente la decisione di stare da questa o quella parte politica assai raramente avviene all'ultimo secondo, al momento di porre il proprio segno sulla scheda. E anche l'eventuale decisione di non votare o votare in modo nullo, è comunque una presa di posizione attiva nello scontro elettorale.

Gesù parla di uno scontro che fin da subito avviene attorno ai suoi discepoli da quando lui è venuto e soprattutto dal momento in cui risorge e sale in cielo, dopo la sua morte. E i discepoli sono chiamati a prendere posizione in questo scontro di opposte fazioni.
Nel Vangelo di Giovanni questa competizione non elettorale ma spirituale è quella tra lo spirito "del mondo" e lo Spirito Santo, tra il progetto di Dio manifestato con Gesù e il progetto senza Dio e che vogliono quelli che hanno deciso di eliminare Gesù.
Il discepolo per Gesù è chiamato a scegliere non solo a parole ma con la vita, con le scelte di ogni giorno.
E' una scelta di amare o non amare Gesù in modo concreto ed esistenziale.
"Se mi amate osserverete i miei comandamenti", dice Gesù. E il comandamento di Gesù è quello dell'amore, quello che Gesù ha spiegato con la lavanda dei piedi all'inizio dell'ultima cena, e che sulla croce diventa definitivo.
Lo Spirito Santo, cioè l'amore totale di Dio, ha la funzione di "difensore", questo è il significato più corretto di "paraclito". Il discepolo ha in se stesso questo Spirito che difende il lui il progetto di Dio, un progetto che viene messo continuamente alla prova e combattuto da altri progetti che sembrano prevalere nel mondo, tutti progetti che non vogliono la vera felicità dell'uomo, che non prevedono la pace tra i popoli, che non parlano di benessere per papa in terra santa (colored)tutti..

Nello scontro nel quale come discepoli siamo immersi anche oggi, quando ogni giorno siamo chiamati a seguire il Vangelo o il contrario del Vangelo, abbiamo lo Spirito di Dio che non ci lascia soli ma ci assiste interiormente. Basta saperlo ascoltare...
Vivere nella comunità cristiana, leggere e pregare insieme la Parola di Dio, costruire e rinsaldare i legami tra cristiani, tutto questo ci aiuta ad ascoltare la voce dello Spirito di Dio nostro difensore, senza lasciarsi ingannare e sviare da altre voci.
Papa Francesco che proprio in questi giorni si reca in Terra Santa, sulla scia dello storico incontro di pace tra il suo predecessore Paolo VI e il patriarca ortodosso Atenagora, di 50 anni fa, è proprio nella linea di questo ascolto dello Spirito Santo.
Lo Spirito di Dio ci porta a cercare anche il più piccolo legame tra esseri umani e soprattutto tra cristiani, convinti che nell'unità e nel dialogo, il progetto di amore di Dio si realizza pienamente nella storia, quella del mondo come la nostra storia personale.

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