don Giovanni Berti "La strada di Gesù e i nostri pericolosi fuoripista"

V Domenica di Pasqua (Anno A) (18/05/2014)
Vangelo: Gv 14,1-12
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Mi ha molto colpito la tragedia che si è consumata proprio in questi giorni a Santhià, un paese della provincia di Vercelli, dove un ragazzo di 25 anni ha sterminato parte della sua famiglia, i nonni e la zia, per poi fuggire a Venezia e consegnarsi alle forze dell'ordine.
E' una tragedia incredibile e ancora non totalmente definita perché ancora molto recente.
Mi ha colpito questo totale smarrimento della strada da parte di questo giovane, apparentemente felice e realizzato nella vita, realizzato negli affetti famigliari (dai racconti di chi lo conosce amava profondamente proprio coloro che ha ucciso), felice nelle amicizie e nello sport del Volley, di cui era una promessa. Pare che abbia ucciso per soldi e sotto l'effetto della droga.
Una strada perduta, sia per lui che per la sua famiglia che si trova ora anch'essa smarrita insieme alla
comunità del paese e di chi lo conosce.
E questa è solo una delle tante tragedie umane che sembrano raccontare continuamente come l'uomo ha perso la strada della vita, della felicità e dell'amore reciproco. Soldi e droga in questo caso sembrano la causa di questa uscita di strada, ma probabilmente la strada interiore di questo ragazzo era già perduta da tempo.
Anche gli apostoli difronte alla imminente morte di Gesù si sentono come smarriti e impauriti. Gesù parla di una strada che rapidamente lo porterà altrove, lasciandoli soli. Che senso ha avuto allora diventare suoi discepoli se la strada del Maestro sembra interrompersi e la loro è in pericolo di fare la stessa fine?
Dove va Gesù? E la strada verso Dio è davvero impossibile da percorrere?
A queste domande, ben espresse anche a nome nostro, dal discepolo Tommaso, Gesù risponde con una espressione forse un po' difficile al primo ascolto, ma, proprio come una cartina geografica che obbliga a guardare bene per interpretarla, ha un grande insegnamento.
Gesù non ci indica la strada... è lui stesso la strada.
La sua vita e le sue parole sono la strada della vita, e più le facciamo nostre più ci troviamo a dare un senso e una direzione sicura a tutto quello che siamo. Far diventare Gesù il modello di vita ci fa stare in carreggiata, qualsiasi cosa possa succedere, e vincendo le tante indicazioni sbagliate che vorrebbero buttarci fuori strada.
Questo discorso Gesù lo fa durante l'Ultima Cena nella quale il Maestro ha lavato i piedi dei suoi discepoli, con un gesto che riassume tutta la sua vita. Questa è la strada sicura: il mettersi a servizio gli uni degli altri. Questo è il posto giusto nel quale stare: amarsi concretamente con una accoglienza che supera pregiudizi e che ci fa vedere nell'altro la nostra più grande ricchezza, che vale più dei soldi nelle tasche e il potere nelle mani.
un posto per il paradiso (colored)Questo sabato, alcuni ragazzi della nostra parrocchia riceveranno il sacramento della Confermazione. Sono stati inseriti nella strada della fede con il Battesimo, e ora viene loro confermato che sono nella giusta direzione, quella di Gesù. Vengono Confermati dallo Spirito Santo, e la comunità, insieme alla loro famiglia, desidera che rimangano in questa strada perché è quella giusta, quella che davvero conduce alla felicità e alla pienezza di vita.
Quel povero giovane smarrito di Santhià, che ha perso la strada, trascinando con se la sua famiglia, è ora nelle mani della misericordia di Dio oltre che della giustizia umana. E' lì come avvertimento su cosa significa perdere la strada del bene e come indicazione per noi a guardarci bene davanti, e ad accompagnare i più giovani, così fragili e sempre a rischio di sbandamento e di pericolosi "fuoripista", perché rimangano sulla strada giusta, quella che Gesù ha insegnato e che lui stesso ha percorso. La strada buona dell'amore

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