mons. Gianfranco Poma" Se mi amate, osserverete i miei comandamenti"

VI Domenica di Pasqua (Anno A) (25/05/2014)
Vangelo: Gv 14,15-21
Il cap.14 del Vangelo di Giovanni che leggiamo in queste domeniche del tempo pasquale, è la risposta di Gesù alla sua comunità in ricerca della propria identità. Ad una comunità, piccola, debole, che si sente fragile di fronte ad un mondo che cerca e offre sicurezze di ogni genere, Gesù apre una strada radicalmente nuova: credere l'Amore di Dio, donato al mondo attraverso la sua Croce. Al centro dell'identità cristiana sta la Croce di Cristo, segno concreto di tutta la storia umana: la Croce rivelazione di Dio che ama sino al dono totale di sé, segno della sua presenza senza limite nel mondo, non fallimento ma compimento del suo desiderio di essere con noi. La Croce rivelazione concreta dell'Amore. Ecco l'identità
della comunità secondo il Vangelo di Giovanni: è una comunità che crede l'Amore di Dio rivelato in Gesù che muore in Croce e risorge. Ai suoi discepoli Gesù ricorda che il suo Amore donato è la forza che permette di non rinchiudersi in un passato finito, ma di aprirsi ad un avvenire percepito come lo spazio della loro fedeltà a Lui in una comunità e nel mondo. Solo il discepolo che accetta la realtà della morte di Gesù e quindi della sua assenza fisica, può aprirsi ad una nuova relazione con il Crocifisso-Risorto: la vera "sequela" comincia con la Pasqua, evento che restituisce Gesù al credente in modo nuovo. La Croce non è la fine, ma l'inizio di un nuovo cammino, di una relazione, diventata infrangibile, con Lui: con la sua morte, egli apre una "via" che conduce alla "verità" dell'esperienza di Dio che è la "vita" piena. Ed è la fede: credere che l'Amore rivelato nella Croce di Gesù apre il tempo della pienezza nella quale chi crede compie opere più grandi di quelle compiute da Gesù: chi crede è il testimone della rivelazione dell'Amore che si compie ormai nella storia e nel mondo.
Il tempo postpasquale è un tempo di pienezza: chi crede l'Amore, ama. Chi si lascia amare da Lui, ama Lui ed osserva il suo "comandamento nuovo". È la novità dell'esperienza cristiana, che Paolo definisce "la vita secondo lo Spirito": è lo Spirito di Cristo risorto che muove il credente perché ami come Lui ama. È l'esperienza dello Spirito, il gusto interiore di Dio, che il mondo non conosce, che fa l'uomo nuovo, testimone del Cristo vivo, testimone della presenza di Dio nel mondo.
Solo la concretezza di una vita donata da chi si lascia condurre dallo Spirito, non una dottrina, una teologia, una filosofia, mostra la verità della relazione con Dio che si realizza da quando la Croce di Gesù ha inaugurato il tempo della sua presenza nuova.
E solo la concretezza di una esperienza d'Amore realizza l'identità della comunità dei discepoli di Gesù. Vivere l'Amore in una trama di relazioni fraterne è il frutto dell'accoglienza dell'evento di Gesù che muore e risorge per essere per sempre l'Amore di Dio con noi, per noi e in noi.
Credere l'Amore significa credere Gesù, sperimentare l'incontro con Lui come la relazione intima più profonda che riempie la vita umana di pace e di gioia e le dà la possibilità di realizzarsi nella libertà e nella pienezza delle sue possibilità.
"Vengo verso di voi...voi mi vedrete": credere significa accogliere Lui e vedere Lui in ogni attimo, in ogni incontro, in ogni persona...
"Voi mi vedrete perché io vivo e anche voi vivrete": credere significa fare l'esperienza (vedere) di un incontro vivo con Lui (l' "Io vivo") che comunica vita.
"Voi saprete che io sono nel Padre mio e voi in me e io in voi": credere significa lasciarsi afferrare dal suo Spirito, dal suo Amore che opera la nostra identificazione con Lui e della sua con noi. Così partecipando della sua identità di Figlio del Padre, "sappiamo" che Lui è nel Padre suo e "conosciamo Dio".
"Vedrete...vivrete...saprete...". "Voi...Io"...Credere è entrare in relazione con Lui: "Io vengo...Io vivo...Io sono...", credere e condividere l'Amore che Lui ha per noi: Gesù è la concretezza dell'Amore infinito di Dio per noi. Tutto viene da Lui: a noi è chiesto soltanto di lasciarci amare. Tutto è infinitamente grande, bello... e tutto diventa vero anche solo nel più piccolo atto d'Amore che noi compiamo.

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