don Giovanni Berti "La via semplice del Vangelo"
Vangelo: Mt 11,25-30
"Il genio è capace di dire cose profonde in modo semplice!"
Mi è saltata alla mente questa citazione, ascoltata non so dove, dopo aver letto quel che dice Gesù nelle prime righe del Vangelo.
Una rapida ricerca su internet mi ha portato a Charles Bukowsky, poeta e scrittore statunitense vissuto tra il 1920 e il 1994.
Gesù era davvero un genio, proprio come emerge dalle parole di questo scrittore. Ha usato la vita, fatta di gesti, sentimenti, parole... per aprire all'uomo la profondità di Dio.
Non è stata una vita semplice quella di Gesù, come non lo è nessuna vita. Ma la semplicità del linguaggio di Gesù sta proprio perché è lo stesso che uso io, perché anche io vivo e affronto la vita che è fatta, come quella di Gesù, di parole, sentimenti, relazioni, fallimenti, dolori, gioie...
Leggere il Vangelo per me è prima di tutto leggere il racconto di una vita, così come i primi testimoni l'hanno ricordata e vissuta accanto al Maestro e Signore.
Nessuno conosce Dio Padre se non colui che viene da Dio Padre stesso, cioè il suo Figlio. E Gesù, Figlio di Dio ha voluto, proprio con la carnalità della sua esistenza, far conoscere la profondità del Padre, che altrimenti sarebbe rimasto inaccessibile e conoscibile solo da lontano, e quindi facilmente equivocabile.
Senza Gesù, così come ci è narrato nei Vangeli, Dio rimane davvero difficile da comprendere e rimane davvero lontano, misterioso, pauroso...
Non credo che le parole del Vangelo ("hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli...") siano un invito all'ignoranza religiosa. Credo sia davvero il contrario.
Sono parole che i primi testimoni hanno riportato nel Vangelo, perché sono un chiaro richiamo a non "saltare" la testimonianza del Vangelo per conoscere Gesù e quindi Dio Padre. Nel Vangelo, letto con la comunità dei cristiani che è la Chiesa, troviamo la via per arrivare a conoscere Dio e in fondo anche chi siamo noi. Senza Vangelo, corriamo il rischio di inabissarci nei nostri ragionamenti su Dio in modo astratto e alla fin fine inutile.
Ho dunque bisogno di rimanere con uno spirito da bambino, per poter accogliere la stupenda storia di Gesù, e riconoscere me stesso in lui e nei personaggi che di volta in volta lo incontrano e sono la lui istruiti, guariti e amati. Devo farmi piccolo e povero, solo così posso sentirmi continuamente bisognoso di ricevere da Dio, senza rischiare la mortale autosufficienza spirituale.
Ti lodo dunque anche io, o Padre, perché con Gesù e la sua storia, ti scopro più vicino e meno misterioso. Con il Vangelo, che pian piano conosco (ho tempo tutta la vita...) la paura di Te, tipica di chi non Ti conosce, sparisce, e sento che il carico della vita sopra di me diventa leggero, anche nelle situazioni più dure e difficili.
"Il genio è capace di dire cose profonde in modo semplice!"
Mi è saltata alla mente questa citazione, ascoltata non so dove, dopo aver letto quel che dice Gesù nelle prime righe del Vangelo.
Una rapida ricerca su internet mi ha portato a Charles Bukowsky, poeta e scrittore statunitense vissuto tra il 1920 e il 1994.
Gesù era davvero un genio, proprio come emerge dalle parole di questo scrittore. Ha usato la vita, fatta di gesti, sentimenti, parole... per aprire all'uomo la profondità di Dio.
Non è stata una vita semplice quella di Gesù, come non lo è nessuna vita. Ma la semplicità del linguaggio di Gesù sta proprio perché è lo stesso che uso io, perché anche io vivo e affronto la vita che è fatta, come quella di Gesù, di parole, sentimenti, relazioni, fallimenti, dolori, gioie...
Leggere il Vangelo per me è prima di tutto leggere il racconto di una vita, così come i primi testimoni l'hanno ricordata e vissuta accanto al Maestro e Signore.
Nessuno conosce Dio Padre se non colui che viene da Dio Padre stesso, cioè il suo Figlio. E Gesù, Figlio di Dio ha voluto, proprio con la carnalità della sua esistenza, far conoscere la profondità del Padre, che altrimenti sarebbe rimasto inaccessibile e conoscibile solo da lontano, e quindi facilmente equivocabile.
Senza Gesù, così come ci è narrato nei Vangeli, Dio rimane davvero difficile da comprendere e rimane davvero lontano, misterioso, pauroso...
Non credo che le parole del Vangelo ("hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli...") siano un invito all'ignoranza religiosa. Credo sia davvero il contrario.
Sono parole che i primi testimoni hanno riportato nel Vangelo, perché sono un chiaro richiamo a non "saltare" la testimonianza del Vangelo per conoscere Gesù e quindi Dio Padre. Nel Vangelo, letto con la comunità dei cristiani che è la Chiesa, troviamo la via per arrivare a conoscere Dio e in fondo anche chi siamo noi. Senza Vangelo, corriamo il rischio di inabissarci nei nostri ragionamenti su Dio in modo astratto e alla fin fine inutile.
Ho dunque bisogno di rimanere con uno spirito da bambino, per poter accogliere la stupenda storia di Gesù, e riconoscere me stesso in lui e nei personaggi che di volta in volta lo incontrano e sono la lui istruiti, guariti e amati. Devo farmi piccolo e povero, solo così posso sentirmi continuamente bisognoso di ricevere da Dio, senza rischiare la mortale autosufficienza spirituale.
Ti lodo dunque anche io, o Padre, perché con Gesù e la sua storia, ti scopro più vicino e meno misterioso. Con il Vangelo, che pian piano conosco (ho tempo tutta la vita...) la paura di Te, tipica di chi non Ti conosce, sparisce, e sento che il carico della vita sopra di me diventa leggero, anche nelle situazioni più dure e difficili.
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