don Roberto Rossi "Lo Spirito Santo: novità, armonia, missione"
Pentecoste (Anno A) - Messa del Giorno (08/06/2014)
Vangelo: Gv 20,19-23
In questo giorno noi contempliamo e riviviamo nella liturgia l'effusione dello Spirito Santo operata da Cristo risorto sulla sua Chiesa; un evento di grazia che ha riempito il cenacolo di Gerusalemme per espandersi nel mondo intero.
Ma che cosa avvenne in quel giorno così lontano da noi, eppure così vicino da raggiungere l'intimo del nostro cuore? Gli Apostoli sono riuniti nel cenacolo. Si ode un fragore che improvviso viene dal cielo, «quasi un vento che si abbatte impetuoso» e riempie la casa; poi le «lingue come di fuoco» che si dividevano e si posavano su ciascuno. Fragore e lingue infuocate sono segni precisi e concreti che toccano gli Apostoli, non solo esteriormente, ma
anche nel loro intimo: nella mente e nel cuore. La conseguenza è che «tutti furono colmati di Spirito Santo», il quale sprigiona il suo forza irresistibile, con esiti sorprendenti: una grande folla si raduna ed è piena di meraviglia perché ciascuno sente parlare "delle grandi opere di Dio" nella propria lingua.
Papa Francesco in una sua meditazione sullo Spirito Santo, la Pentecoste, la Chiesa, sintetizza in tre parole: novità, armonia, missione.
1. La novità ci fa sempre un po' di paura, perché ci sentiamo più sicuri se abbiamo tutto sotto controllo, se siamo noi a costruire, a programmare, a progettare la nostra vita secondo i nostri schemi, le nostre sicurezze, i nostri gusti. E questo avviene anche con Dio. Spesso lo seguiamo, lo accogliamo, ma fino ad un certo punto; ci è difficile abbandonarci a Lui con piena fiducia, lasciando che sia lo Spirito Santo l'anima, la guida della nostra vita, in tutte le scelte; abbiamo paura che Dio ci faccia percorrere strade nuove, ci faccia uscire dal nostro orizzonte spesso limitato, chiuso, egoista, per aprirci ai suoi orizzonti. Invece Dio quando si rivela porta novità. Non è la novità per la novità, la ricerca del nuovo per superare la noia, come avviene spesso nel nostro tempo. La novità che Dio porta nella nostra vita è ciò che veramente ci realizza, ciò che ci dona la vera gioia, la vera serenità, perché Dio ci ama e vuole solo il nostro bene. Sappiamo accogliere le novità vere, nella vita cristiana, nella famiglia, nei gruppi, nella parrocchia?
2. L'armonia. Lo Spirito Santo porta la diversità dei carismi, dei doni; e tutto, sotto la sua azione, è una grande ricchezza, perché è lo Spirito di unità, che non significa uniformità, ma ricondurre il tutto all'armonia. Lo Spirito e solo Lui, può suscitare la diversità, la pluralità, la molteplicità e, nello stesso tempo, operare l'unità. Quando siamo noi a voler fare la diversità e ci chiudiamo nei nostri particolarismi, portiamo la divisione; e quando siamo noi a voler fare l'unità secondo i nostri disegni umani, finiamo per portare l'uniformità. Se invece ci lasciamo guidare dallo Spirito, la ricchezza, la varietà, la diversità non diventano mai conflitto, ma una ricchezza perché Egli ci spinge a vivere la varietà nella comunione della Chiesa. L'ecclesialità è una caratteristica fondamentale per ogni cristiano, per ogni comunità, per ogni movimento. E' la Chiesa che mi porta Cristo e mi porta a Cristo; i cammini paralleli sono tanto pericolosi! Sono aperto all'armonia dello Spirito Santo, che mi spinge a essere pienamente me stesso, nella comunione della Chiesa, nell'unità coi fratelli?
3. La missione. Lo Spirito Santo ci fa entrare nel mistero del Dio vivente. Ci spinge ad aprire le porte per uscire, per annunciare e testimoniare la vita buona del Vangelo, per comunicare la gioia della fede, dell'incontro con Cristo. Lo Spirito Santo è l'anima della missione, ci spinge alla missione. La salvezza di Cristo Risorto è per tutti. Lo Spirito dà il coraggio di percorrere le strade del mondo portando il Vangelo, cioè l'amore di Dio e la sua forza nella vita. Lo Spirito Santo ci fa vedere l'orizzonte e ci spinge fino alle periferie esistenziali per annunciare la vita di Gesù Cristo. Chiediamoci se abbiamo la tendenza di chiuderci in noi stessi, nel nostro gruppo, o se lasciamo che lo Spirito Santo ci apra alla missione.
Vangelo: Gv 20,19-23
In questo giorno noi contempliamo e riviviamo nella liturgia l'effusione dello Spirito Santo operata da Cristo risorto sulla sua Chiesa; un evento di grazia che ha riempito il cenacolo di Gerusalemme per espandersi nel mondo intero.
Ma che cosa avvenne in quel giorno così lontano da noi, eppure così vicino da raggiungere l'intimo del nostro cuore? Gli Apostoli sono riuniti nel cenacolo. Si ode un fragore che improvviso viene dal cielo, «quasi un vento che si abbatte impetuoso» e riempie la casa; poi le «lingue come di fuoco» che si dividevano e si posavano su ciascuno. Fragore e lingue infuocate sono segni precisi e concreti che toccano gli Apostoli, non solo esteriormente, ma
anche nel loro intimo: nella mente e nel cuore. La conseguenza è che «tutti furono colmati di Spirito Santo», il quale sprigiona il suo forza irresistibile, con esiti sorprendenti: una grande folla si raduna ed è piena di meraviglia perché ciascuno sente parlare "delle grandi opere di Dio" nella propria lingua.
Papa Francesco in una sua meditazione sullo Spirito Santo, la Pentecoste, la Chiesa, sintetizza in tre parole: novità, armonia, missione.
1. La novità ci fa sempre un po' di paura, perché ci sentiamo più sicuri se abbiamo tutto sotto controllo, se siamo noi a costruire, a programmare, a progettare la nostra vita secondo i nostri schemi, le nostre sicurezze, i nostri gusti. E questo avviene anche con Dio. Spesso lo seguiamo, lo accogliamo, ma fino ad un certo punto; ci è difficile abbandonarci a Lui con piena fiducia, lasciando che sia lo Spirito Santo l'anima, la guida della nostra vita, in tutte le scelte; abbiamo paura che Dio ci faccia percorrere strade nuove, ci faccia uscire dal nostro orizzonte spesso limitato, chiuso, egoista, per aprirci ai suoi orizzonti. Invece Dio quando si rivela porta novità. Non è la novità per la novità, la ricerca del nuovo per superare la noia, come avviene spesso nel nostro tempo. La novità che Dio porta nella nostra vita è ciò che veramente ci realizza, ciò che ci dona la vera gioia, la vera serenità, perché Dio ci ama e vuole solo il nostro bene. Sappiamo accogliere le novità vere, nella vita cristiana, nella famiglia, nei gruppi, nella parrocchia?
2. L'armonia. Lo Spirito Santo porta la diversità dei carismi, dei doni; e tutto, sotto la sua azione, è una grande ricchezza, perché è lo Spirito di unità, che non significa uniformità, ma ricondurre il tutto all'armonia. Lo Spirito e solo Lui, può suscitare la diversità, la pluralità, la molteplicità e, nello stesso tempo, operare l'unità. Quando siamo noi a voler fare la diversità e ci chiudiamo nei nostri particolarismi, portiamo la divisione; e quando siamo noi a voler fare l'unità secondo i nostri disegni umani, finiamo per portare l'uniformità. Se invece ci lasciamo guidare dallo Spirito, la ricchezza, la varietà, la diversità non diventano mai conflitto, ma una ricchezza perché Egli ci spinge a vivere la varietà nella comunione della Chiesa. L'ecclesialità è una caratteristica fondamentale per ogni cristiano, per ogni comunità, per ogni movimento. E' la Chiesa che mi porta Cristo e mi porta a Cristo; i cammini paralleli sono tanto pericolosi! Sono aperto all'armonia dello Spirito Santo, che mi spinge a essere pienamente me stesso, nella comunione della Chiesa, nell'unità coi fratelli?
3. La missione. Lo Spirito Santo ci fa entrare nel mistero del Dio vivente. Ci spinge ad aprire le porte per uscire, per annunciare e testimoniare la vita buona del Vangelo, per comunicare la gioia della fede, dell'incontro con Cristo. Lo Spirito Santo è l'anima della missione, ci spinge alla missione. La salvezza di Cristo Risorto è per tutti. Lo Spirito dà il coraggio di percorrere le strade del mondo portando il Vangelo, cioè l'amore di Dio e la sua forza nella vita. Lo Spirito Santo ci fa vedere l'orizzonte e ci spinge fino alle periferie esistenziali per annunciare la vita di Gesù Cristo. Chiediamoci se abbiamo la tendenza di chiuderci in noi stessi, nel nostro gruppo, o se lasciamo che lo Spirito Santo ci apra alla missione.
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