Gaetano Salvati "Dio in noi"
Santissimo Corpo e Sangue di Cristo (Anno A) (26/06/2011)
Vangelo: Gv 6,51-58
Dopo i quaranta giorni della Quaresima e i cinquanta del Tempo di pasqua, la liturgia ci ha fatto celebrare due feste: la Santissima Trinità e il Corpus Domini.
Il significato della solennità odierna, del Corpo e Sangue di Cristo, ce lo dice la celebrazione stessa, nei suoi gesti fondamentali che stiamo effettuando. Innanzitutto, ci siamo radunati intorno alla mensa del Signore, per stare alla sua presenza; in secondo luogo, mangeremo l'unico Pane, vero Corpo di Gesù; infine l'adorazione, che già inizia con la Messa e accompagna tutta la celebrazione, e culmina con la benedizione finale.
Il primo gesto è radunarsi intorno alla mensa di Cristo. La Comunità cristiana, formata da tante chiese particolari riunite intorno al Vescovo e all'Eucaristia da lui presieduta, è sempre una, perché uno è il Calice benedetto e uno il Pane spezzato (1 Cor 10,16). Nelle parole dell'Apostolo Paolo si sente la forza della novità cristiana: intorno alla presenza del Signore si radunano persone diverse per sesso, età, condizione sociale. Non siamo noi a scegliere con chi incontrarci, ma stiamo insieme associati dalla stessa fede e convocati per divenire un solo corpo mangiando l'unico Pane. Per questo motivo, la celebrazione della Messa non deve mai essere un fatto privato o esclusivo. Il memoriale eucaristico è un culto pubblico, dove tante persone, differenti per nazionalità, estrazione sociale, idee politiche, si uniscono formando la Chiesa. Il mistero di unità degli uomini con Dio e fra loro, la Chiesa, è attuato dal sacramento dell'Eucaristia, sacramento della Chiesa, sacramento di Dio. È lo Spirito, presente nel sacramento eucaristico, che attua l'opera divina di salvezza del mondo e in esso. L'Eucaristia, allora, è il sacramento che riunisce il popolo di Dio in cammino nella storia, perché è il memoriale dell'Alleanza nuova nel sangue di Cristo: da questa inaudita novità nasce il popolo, la Chiesa.
Il secondo gesto è mangiare il Pane. L'Eucaristia è il dono che Dio fa di se stesso all'umanità per mezzo del quale Egli ci libera dalla morte e ci inserisce nella vita divina. Gesù, che ci ha riunito intorno la Suo altare, ci invita a procedere verso di Lui, a mangiare la Sua carne, vero Pane della vita, così da essere testimoni dell'amore. L'Eucaristia è il mistero del Dio vicino a noi: non un Dio che si limita a camminare con l'uomo, ma che vuole entrare, delicatamente, in noi. Il Maestro, nel vangelo proclamato, dice: "Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in lui... colui che mangia me vivrà per me" (Gv 6,57). È il Dio-in-noi, che trasforma la nostra esistenza, e guida l'uomo verso la meta eterna attraverso la sua presenza silenziosa. Trasformazione significa cambiare rotta, non commettere più gli stessi errori; ancora, affidarsi al Dio vicino ed essere consapevoli che Egli cammina con noi, in noi. In effetti, non basta solo il "progresso", occorre che ci siano dei punti di riferimento per non rischiare di finire fuori strada: la via che ogni cristiano deve percorrere è Cristo, presente nelle celebrazioni liturgiche e nei sacramenti. In piena libertà, consapevoli che siamo stati trasformati dalla Sua presenza, Egli ci esorta ad essere pane spezzato: la forza del Pane della vita ci vuole operosi nell'amore reciproco e nel perdonare le offese ricevute.
Ora, appare chiaro il senso dell'adorazione silenziosa, altro elemento fondamentale del Corpus Domini. Ringraziare il Dio rivelato da Gesù, fattosi pane spezzato per liberarci dal peccato, e mangiato da noi cristiani, è la più grande professione della libertà dell'uomo. Contro tutte le forme di idolatrie, noi ringraziamo l'unico vero Dio presente nell'Eucaristia, che ha creato il mondo e che ha mandato il Figlio unigenito. Ci inginocchiamo dinanzi al Dio che si è inchinato verso l'uomo. Ringraziare significa, quindi, anche adorare: credere che in un pezzo di pane c'è realmente Cristo, che dà senso alla nostra storia, a tutta la storia del mondo.
Cari fratelli, adoriamo il Signore continuamente. Prolunghiamo con la nostra vita la celebrazione eucaristica: solo in questo modo la nostra anima si nutrirà di pace, amore, speranza, fede. Amen.
Vangelo: Gv 6,51-58
Dopo i quaranta giorni della Quaresima e i cinquanta del Tempo di pasqua, la liturgia ci ha fatto celebrare due feste: la Santissima Trinità e il Corpus Domini.
Il significato della solennità odierna, del Corpo e Sangue di Cristo, ce lo dice la celebrazione stessa, nei suoi gesti fondamentali che stiamo effettuando. Innanzitutto, ci siamo radunati intorno alla mensa del Signore, per stare alla sua presenza; in secondo luogo, mangeremo l'unico Pane, vero Corpo di Gesù; infine l'adorazione, che già inizia con la Messa e accompagna tutta la celebrazione, e culmina con la benedizione finale.
Il primo gesto è radunarsi intorno alla mensa di Cristo. La Comunità cristiana, formata da tante chiese particolari riunite intorno al Vescovo e all'Eucaristia da lui presieduta, è sempre una, perché uno è il Calice benedetto e uno il Pane spezzato (1 Cor 10,16). Nelle parole dell'Apostolo Paolo si sente la forza della novità cristiana: intorno alla presenza del Signore si radunano persone diverse per sesso, età, condizione sociale. Non siamo noi a scegliere con chi incontrarci, ma stiamo insieme associati dalla stessa fede e convocati per divenire un solo corpo mangiando l'unico Pane. Per questo motivo, la celebrazione della Messa non deve mai essere un fatto privato o esclusivo. Il memoriale eucaristico è un culto pubblico, dove tante persone, differenti per nazionalità, estrazione sociale, idee politiche, si uniscono formando la Chiesa. Il mistero di unità degli uomini con Dio e fra loro, la Chiesa, è attuato dal sacramento dell'Eucaristia, sacramento della Chiesa, sacramento di Dio. È lo Spirito, presente nel sacramento eucaristico, che attua l'opera divina di salvezza del mondo e in esso. L'Eucaristia, allora, è il sacramento che riunisce il popolo di Dio in cammino nella storia, perché è il memoriale dell'Alleanza nuova nel sangue di Cristo: da questa inaudita novità nasce il popolo, la Chiesa.
Il secondo gesto è mangiare il Pane. L'Eucaristia è il dono che Dio fa di se stesso all'umanità per mezzo del quale Egli ci libera dalla morte e ci inserisce nella vita divina. Gesù, che ci ha riunito intorno la Suo altare, ci invita a procedere verso di Lui, a mangiare la Sua carne, vero Pane della vita, così da essere testimoni dell'amore. L'Eucaristia è il mistero del Dio vicino a noi: non un Dio che si limita a camminare con l'uomo, ma che vuole entrare, delicatamente, in noi. Il Maestro, nel vangelo proclamato, dice: "Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in lui... colui che mangia me vivrà per me" (Gv 6,57). È il Dio-in-noi, che trasforma la nostra esistenza, e guida l'uomo verso la meta eterna attraverso la sua presenza silenziosa. Trasformazione significa cambiare rotta, non commettere più gli stessi errori; ancora, affidarsi al Dio vicino ed essere consapevoli che Egli cammina con noi, in noi. In effetti, non basta solo il "progresso", occorre che ci siano dei punti di riferimento per non rischiare di finire fuori strada: la via che ogni cristiano deve percorrere è Cristo, presente nelle celebrazioni liturgiche e nei sacramenti. In piena libertà, consapevoli che siamo stati trasformati dalla Sua presenza, Egli ci esorta ad essere pane spezzato: la forza del Pane della vita ci vuole operosi nell'amore reciproco e nel perdonare le offese ricevute.
Ora, appare chiaro il senso dell'adorazione silenziosa, altro elemento fondamentale del Corpus Domini. Ringraziare il Dio rivelato da Gesù, fattosi pane spezzato per liberarci dal peccato, e mangiato da noi cristiani, è la più grande professione della libertà dell'uomo. Contro tutte le forme di idolatrie, noi ringraziamo l'unico vero Dio presente nell'Eucaristia, che ha creato il mondo e che ha mandato il Figlio unigenito. Ci inginocchiamo dinanzi al Dio che si è inchinato verso l'uomo. Ringraziare significa, quindi, anche adorare: credere che in un pezzo di pane c'è realmente Cristo, che dà senso alla nostra storia, a tutta la storia del mondo.
Cari fratelli, adoriamo il Signore continuamente. Prolunghiamo con la nostra vita la celebrazione eucaristica: solo in questo modo la nostra anima si nutrirà di pace, amore, speranza, fede. Amen.
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